Commentando i dati epidemiologici del bollettino nazionale della Protezione Civile (QUI LA NOTIZIA), il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità professor Franco Locatelli ha annunciato quanto già stamani riferito dal n.1 della Takis: «per la parte degli studi clinici, va sottolineato come il percorso di approvazione degli studi clinici del tutto unico e singolare per garantire massima agilità della validazione studi. Ho il piacere di comunicare all’intero Paese che sono stati attività già 6 studi clinici e altri 2 hanno avuto il parere favorevole dell’Agenzia Italiana del Farmaco (la Cts di Aifa, ndr)». Sono dunque 6 gli studi dati al via libera per i prossimi giorni e che si spera porteranno risultati concreti già dai mesi estivi.
«Tra questi», spiega ancora Locatelli «è importante sottolineare due studi: il primo è quello promosso dall’OMS per testare diversi approcci di terapia farmacologia per prevenire la replicazione virale. Si tratta di uno studio a “multi braccia” cioè come multipli gruppi di trattamento, avrà numero di pazienti molto alti e questo ci consentirà di avere delle solide risposte concrete e definitive sull’efficacia di tali vaccini». Concludendo il suo intervento, il n.1 della Css spiega «il secondo studio che cito è controllato e investirà i pazienti che vengono gestiti domiciliarmente: questo vi dice quanto sia efficace ed efficiente il sistema italiano in termini di attivazione di studi non solo ospedaliero ma addirittura domiciliare».
TEST PER 5 VACCINI ITALIANI
Da questa mattina sono partiti ufficialmente i test in Italia su 5 vaccini anti coronavirus preparati dalla azienda biotech del Lazio, “Takis” e che potrebbero già nei prossimi mesi avere i primi risultati concreti per far fronte alla catastrofe sanitaria in corso. Lo ha annunciato all’Ansa l’amministratore delegato Talis, Luigi Auirisicchio, spiegando come i risultati di questi primi test pre-clinici completamente italiani «potrebbero arrivare già a metà maggio», mentre la sperimentazione sull’uomo partirebbe di conseguenza attorno all’autunno. I vaccini realizzati si basano su diverse “regioni” della proteina Spike, ad oggi la principale arma con cui il Sars-Cov-2 aggancia le cellule respiratorie dell’uomo.
Come annunciato negli scorsi giorni in una lunga nota pubblica, la società di biotech che opera a Castel Romano da tempo lavorava sul particolare vaccino anti-Covid-19 su modelli pre-clinici: «L’autorizzazione arriva dal ministero della Salute e rappresenta il primo passo per portare il vaccino all’uso umano». A fine gennaio la Takis aveva annunciato di voler realizzare un vaccino contro il coronavirus, ben prima che arrivasse in “massa” nel nostro Paese.
VACCINI ITALIANI, TEST SU UOMO IN AUTUNNO?
«In queste settimane il nostro Paese è diventato uno dei più colpiti dall’epidemia Covid-19, rendendo ancora più urgente la ricerca di vaccini e terapie efficaci» spiegavano i ricercatori della Takis nella nota di qualche giorno fa che anticipava il grande risultato scientifico in atto da questa settimana. Come spiega Emanuele Marra, direttore dell’area delle malattie infettive e Partner della Takis, in una intervista all’Adnkronos «Questa è la dimostrazione di come un gruppo di validi ricercatori abbia deciso di accettare una sfida molto ardua e di rimboccarsi le maniche, riuscendo ad identificare in tempi rapidi le strategie migliori per sviluppare un vaccino ed avviare i test preclinici. La sfida è iniziata». I vaccini della Takis sono prodotti genetici e contengono solo un frammento di Dna, quantità sicura «che induce una forte risposta da parte del sistema immunitario».
Come spiegato ancora da Marra, «Lo sviluppo del nostro vaccino si appresta ora ad entrare in una fase molto importante, quella della sperimentazione pre-clinica, che fornirà dati preliminari sulla sua efficacia e tollerabilità e che sarà realizzata in parte grazie anche alla collaborazione dell’Istituto Spallanzani di Roma, che condurrà esperimenti sulle cellule per verificare la capacità del vaccino di bloccare la replicazione del virus». Il metodo utilizzato sarà quello della elettroporazione, una sorta di iniezione nel muscolo seguita da breve impulso elettrico che facilita l’ingresso nelle cellule e attiva il sistema immunitario. Secondo il direttore Area sviluppo anticorpi monoclonali e partner della Takis, Giuseppe Roscilli «Le informazioni che si otterranno da questi studi iniziali non solo serviranno come base per lo sviluppo del vaccino, ma saranno estremamente utili per la creazione di tools di immunizzazione per la generazione di anticorpi monoclonali neutralizzanti».