Sta vorticosamente circolando in queste ore nelle varie chat di Whatsapp e di altre applicazioni di messaggistica la presunta nuova autocertificazione per gli spostamenti, da esibire alle forze dell’ordine se fermati all’esterno della propria abitazione in questo delicato periodo di emergenza sanitaria connessa all’epidemia di Coronavirus in Italia. Sin dalla prima serata di ieri, lunedì 30 marzo 2020, infatti, gli internauti hanno cominciato a rilanciare il presunto nuovo modello da stampare e compilare in caso di uscite, ma basta una rapida verifica sul portale telematico ufficiale del ministero dell’Interno per comprendere che si tratta di una fake news. Non sono infatti stati pubblicati aggiornamenti di alcuna natura circa le autocertificazioni, né sono state annunciate variazioni in merito da parte delle forze dell’ordine, come solitamente avviene in questi casi. Pertanto, ciò che sta caratterizzando e alimentando centinaia e centinaia di conversazioni online non è nient’altro che una bufala, che, ancora una volta, ha tratto in inganno migliaia di italiani.
NUOVA AUTOCERTIFICAZIONE: UN FALSO CON ERRORI
Una fake news messa in rete sicuramente da qualche buontempone, presumibilmente ispirato dalle molteplici modifiche al modulo di autocertificazione apportate dal Governo nelle ultime settimane e, proprio per questo, maggiormente credibile agli occhi di chi legge in maniera superficiale e non si sofferma con attenzione sui dettagli. Infatti, come dichiara il portale di fact checking “Bufale.net”, tutte le novità introdotte rispetto all’ultimo modello presente sul sito del Viminale e attualmente in vigore, sono del tutto false, poiché si riferiscono a una sequela di informazioni non opportune per la verifica dei motivi che hanno indotto il cittadino ad abbandonare temporaneamente la propria abitazione. Il consiglio per tutti è, pertanto, quello di ignorare queste celeberrime “catene di Sant’Antonio” che germogliano sui social e verificare sempre in maniera approfondita qualsiasi tipo di notizia possa insospettire, prendendo come riferimento le fonti ufficiali e isituzionali: in questo caso, il ministero dell’Interno.