A soli 53 anni, Pier Paolo Pasolini conoscerà la morte nella spiaggia dell’Idroscalo di Ostia, a Roma. Un delitto che porterà subito a due domande: chi è stato e cosa è successo? Ormai è più che conosciuto nel mondo della letteratura e del cinema, grazie ad opere per il grande schermo come Porcile, il documentario 12 dicembre e il romanzo Petrolio. Anche per questo, oltre che per via del mistero che grava ancora sulla tragedia, la morte dello scrittore otterrà una risonanza importante. Il suo corpo infatti verrà ritrovato alle 6.30 del 2 novembre del ’75, massacrato e irriconoscibile. Quella stessa notte, le autorità fermeranno il diciassettenne Pino Pelosi come probabile sospettato: il ragazzo rivelerà allora di essere stato abbordato dal regista a Piazza dei Cinquecento, con la promessa di una ricompensa in denaro. I due si sarebbero quindi diretti a Biondo Tevere, una trattoria vicina alla Basilica di San Paolo, per la cena. Poi alla periferia di Ostia, dove Pelosi sarebbe andato in escandescenza a causa delle avances di Pasolini. Secondo la ricostruzione del tribunale di primo grado, il ragazzo avrebbe strappato un bastone dalle mani del regista, l’avrebbe percosso diverse volte, lasciandolo gravemente ferito. Poi lo avrebbe travolto con la sua stessa auto diverse volte, fino a provocare la sua morte.
Delitto Pasolini, dubbi e inchieste
I dubbi sul delitto Pasolini però emergeranno subito, come dimostra l’inchiesta fatta da Oriana Fallaci per l’Europeo: la scrittrice ipotizzerà il coinvolgimento di altre due persone. Pelosi però si dichiarerà colpevole per 30 anni, salvo poi cambiare tutto nel maggio del 2005. “Era una persona colta, affabile, io non ho mai parlato male di lui neanche quando ho detto che mi sono difeso”, sottolineerà alla regista Roberta Torre in occasione del film-reportage sulle borgate romane. Non ammetterà però di averlo conosciuto tempo prima, come racconterà invece il cugino di Pasolini, Nico Naldini, nel suo Comeci si difende dai ricordi. Secondo lo scrittore infatti, il ragazzo si sarebbe incontrato con Pasolini già la sera precedente, mentre si trovava in compagnia di un architetto. Pelosi invece dichiarerà alla fine che in realtà il delitto sarebbe stato compiuto da tre persone di origine siciliana o calabrese. Un gruppo che avrebbe seguito il regista a bordo di un’auto targata Catania, come scritto in una lettera anonima recapitata alle autorità subito dopo il massacro. Secondo questa versione, a detta del Pelosi, Pasolini invece sarebbe stato ucciso per via del suo orientamento omosessuale. Il mistero però rimane ancora oggi: altre ipotesi collegano la sua morte al romanzo Petrolio, l’inchiesta con cui lo scrittore aveva acceso le luci sulla lotta fra Montedison ed Eni.