La pandemia di Coronavirus che ha messo sotto scacco il mondo intero non concede tregua neppure ai ricercatori, che quasi ogni giorno si trovano di fronte a nuove sorprese o a scenari non preventivati; esattamente quanto accaduto ad un équipe di ricercatori dell’università medica dell’esercito di Chongqing (Cina), i quali hanno indicato la possibilità che il virus possa diventare cronico nei pazienti, o meglio, in alcuni pazienti. Infatti, come riferito nella loro pubblicazione su medRxiv, sarebbe stato individuato un nuovo sottotipo patogeno di Covid-19 a bassa tossicità, ma con una prolungata capacità di infettare gli altri. La scoperta è stata fatta analizzando il caso di un uomo di mezza età, i cui sintomi non erano gravi e che ha formato una sorta di equilibrio dinamico con il Coronavirus dopo aver combattuto contro di esso per 49 giorni. Il degente presentava un’elevata carica virale di Covid-19 e, allo stesso tempo, i suoi indicatori delle cellule immunitarie erano rimasti stabili. “Il virus e l’ospite possono anche formare una relazione simbiotica”, hanno concluso i ricercatori.
CORONAVIRUS CRONICO NEI PAZIENTI GUARITI? POSSIBILI NUOVE VIE DI TRASMISSIONE
Come si legge su medRxiv, il test dell’acido nucleico dell’uomo malato di Covid-19 è rimasto positivo con una carica virale costantemente elevata, simile a quella dei casi gravi o critici, che suggeriva una capacità infettiva prolungata. La sua temperatura corporea, tuttavia, era bassa e intermittente e non accompagnata da tosse, brividi, mancanza di respiro o altri sintomi tipici del Coronavirus. I ricercatori cinesi ritengono che tali informazioni possano indicare un nuovo sottotipo lieve del virus, caratterizzato da una tossicità inferiore e una trasmissibilità più debole, ma anche da una maggior resistenza alle cure. Hanno pertanto avvertito che potrebbero esserci più pazienti con infezione cronica di questo tipo, che hanno più probabilità di essere trascurati e che potrebbero continuare a diffondere l’infezione nell’ambiente circostante e causare una nuova epidemia. Resta oltretutto da capire anche se i pazienti cronici potranno infettare il prossimo mediante nuove vie di trasmissione, come ad esempio i rapporti sessuali.