Nel decimo anniversario della morte di Maurizio Mosca, ieri sera Italia 1 ha voluto ricordare il celebre giornalista riproponendo il documentario ‘Ricordando Mosca‘, realizzato nel 2012 da Andrea Sanna. Il noto critico Aldo Grasso trae spunto da ciò per scrivere sul Corriere della Sera il suo ricordo di Maurizio Mosca. Dalla lite con Carmelo Bene a gag entrate nel mito per tutti gli appassionati di calcio come le “bombe” di mercato piuttosto che i pronostici sulle partite mediante “pendolino”, Grasso ricorda Mosca faceva tutto “con candore, senza alcuna malizia”.
Il ritratto di Maurizio Mosca è dunque quello di un “eterno adolescente, il compagno un po’ petulante che tutti abbiamo conosciuto d’estate, in spiaggia giocando con le biglie. Animava grandi discussioni, sempre rigorosamente basate sul niente”. Proprio quello che ha continuato a fare anche da grande, ma in tv, annota il critico del Corriere.
MAURIZIO MOSCA: IL RICORDO DI ALDO GRASSO
Per questo, ancora oggi, ad Aldo Grasso piace ricordare Maurizio Mosca “come se fosse presente, come se stesse per iniziare uno di quei suoi discorsi senza capo né coda, eppure così ricolmi di amore per lo sport”. A questo punto, il paragone è pronto: Mosca era “il Peter Pan della tv italiana“, che ogni giorno appariva su una rete differente, animando i palinsesti delle varie emittenti (principalmente Mediaset, ma non solo) come ospite, come opinionista, addirittura come “folletto”.
La sua era infatti l’ingenuità di un bambino: Mosca si faceva catturare dal cinismo e dalle trappole retoriche degli altri ospiti, nelle quali cadeva “con un sorriso smarrito”. Proprio grazie a questo tuttavia in tanti ricordano ancora con affetto la sua esperienza televisiva, una sorta di “avventura magica” secondo Grasso. Con una dovuta precisazione: il pensiero del nostro Peter Pan “è stato fra i meno trascurabili, in mezzo alle schegge impazzite che vagolano nell’etere” e resta per Grasso fra i più smaglianti.