Emanuela Bianchi, la vedova di Giorgio Guastamacchia, l’agente 52enne che faceva parte della scorta del premier Conte, non riesce a capacitarsi alla morte del marito a causa del Coronavirus. Nelle scorse settimane il poliziotto aveva contratto il virus e ieri è deceduto al Policlinico Tor Vergata dove era ricoverato. “Giorgio era il nostro gigante buono. Non aveva alcuna patologia pregressa. Il Covid-19 ce l’ha portato via”, commenta oggi la donna a Il Messaggero, dilaniata dal dolore. La vedova ha ripercorso mentalmente gli ultimi giorni trascorsi insieme al marito, prima che il Coronavirus lo allontanasse per sempre da lei. “Lo può aver preso ovunque, anche al bar”, commenta. Poi rivela il momento della comparsa dei sintomi, i classici del virus: “per un paio di giorni Giorgio ha avuto un po’ di mal di gola poi la tosse. La febbre è comparsa il quarto giorno e non andava via nonostante il paracetamolo”, ha ricordato. Rispetto alla presenza di eventuali malattie pregresse, la signora Emanuela ha replicato: “No o almeno nulla che fosse stato diagnosticato”. Il primo ricovero presso l’ospedale Sant’Eugenio è avvenuto lo scorso 18 marzo, poi ha fatto seguito il trasferimento a Tor Vergata dove l’agente della scorta di Conte è morto lasciando la moglie e i loro due figli.
VEDOVA AGENTE GUASTAMACCHIA: IL MESSAGGIO ALL’ITALIA
La vedova dell’agente Guastamacchia oggi ricorda con dolore l’ultimo saluto avvenuto alla vigilia del primo ingresso in ospedale: “L’ho salutato sulla porta di casa la sera del primo ricovero e da allora non l’ho più visto”, ricorda. “Sono vicina in questo momento a tutti quelli che hanno perso i propri cari. Non li vedi più, non puoi neanche accarezzare una bara”, ha aggiunto la donna. Nonostante sapesse la gravità della malattia, Giorgio era rimasto comunque sereno per non spaventare la sua famiglia. “La mattina dopo mi ha mandato una foto del tè che gli avevano portato e il messaggio ‘oggi colazione a letto’. Questo per far capire che persona era mio marito”, ha commentato la moglie. Emanuela Bianchi ha poi voluto lanciare un messaggio importante con l’auspicio che in tanti possano prenderlo come punto di riferimento: “Mi sento di dire che se veramente gli altri non vogliono provare quello che stiamo provando noi adesso, stare chiusi in casa è l’unica soluzione. So che è difficile e penso a tante situazioni drammatiche: donne costrette a vivere, per esempio, con compagni o mariti violenti, ma rispettare veramente le regole è l’unico modo per salvarsi”.