Paul Krugman, editorialista del New York Times e vincitore del Premio Nobel per l’Economia nel 2008, è andato controcorrente rispetto a molti altri colleghi che in questi giorni segnati dall’emergenza coronavirus hanno posto l’accento sulla necessità di accelerare la ripresa del processo produttivo, pena una crisi economica che potrebbe essere ancor più devastante rispetto agli effetti sanitari della pandemia. Krugman rilasciando un’intervista alla CNN ha messo in guardia tutti sulle conseguenze di un’apertura troppo rapida delle attività commerciali e produttive e una ripartenza dell’economia dopo il coronavirus. Krugman ha sottolineato come sia meglio che le aziende rimangano chiuse più a lungo possibile piuttosto che ripartire prematuramente e ha indicato la pandemia influenzale del 1918 come punto di riferimento. Pur essendo passato più di un secolo da quegli eventi, le analogie sono numerose e per Krugman solo la prudenza potrebbe garantire la sconfitta definitiva del virus e la conseguente, per quanto rallentata, ripresa dell’economia, mentre la fretta potrebbe giocare uno scherzo fatale.
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Il riferimento alla pandemia dell’influenza spagnola del 1918 secondo Krugman ha dato indicazioni chiare sulle mosse da intraprendere per evitare di imboccare un vicolo cieco nella lotta al virus: “Le città che hanno praticato di più il distanziamento sociale e lo hanno prolungato il più possibile non solo hanno avuto tassi di mortalità molto più bassi, ma hanno fatto meglio economicamente una volta superata la fase critica della pandemia“, ha affermato il Premio Nobel. “Quindi ora tutto ci dice che non è il momento di preoccuparsi del PIL. Non preoccupatevi dei dollari“. Krugman sostiene che far ripartire l’economia troppo velocemente causerebbe più morti e un crollo economico più grande, rendendo insostenibile i costi di un numero di decessi incontrollato a causa del covid-19. “Dobbiamo essere pronti a fornire aiuti in caso di catastrofe. Dobbiamo fornire aiuti alle persone che non hanno un reddito e permettere loro di andare avanti anche in tempi come questi e soprattutto dobbiamo portare avanti questi sacrifici per tutto il tempo necessario. Arrendersi prematuramente significherebbe vanificare tutti gli sforzi già intrapresi e dare via libera definitiva al virus.“