L’intesa economica interessa a tutta Europa e il ministro tedesco delle Finanze, Scholz e quello francese, Le Maire, hanno pubblicato su Twitter un appello per trovare un accordo da loro stessi definito “ambizioso” ma necessario per scuotere l’Unione Europea dalla crisi economica legata al coronavirus. “In queste ore difficili l’Europa deve stare insieme e vicina e tutti gli Stati europei devono affrontare le eccezionali sfide per raggiungere un accordo ambizioso“. Questo il tweet di Scholz e Le Maire che, secondo i rumors delle ultime ventiquattr’ore, avrebbero pressato soprattutto l’Olanda che si sta rivelando lo Stato più intransigente nel cercare una soluzione che possa essere comune, con gli olandesi che sono invece tesi soprattutto sull’utilizzo del Mes, un’opzione che il presidente del Consiglio Conte ha rifiutato con grande veemenza. (agg. di Fabio Belli)
CONTE ALZA LA VOCE CON L’EUROGRUPPO
«Non dobbiamo arretrare rispetto a Cina e Usa che mettono al momento a disposizione il 13% del loro Pil. Io chiedo un ammorbidimento delle regole di bilancio. Altrimenti dobbiamo fare senza l’Europa e ognuno fa per sé», la “minaccia” arriva dal Premier Conte e non in un’intervista a caso, ma alla tedesca Bild per ribadire la “voce grossa” che l’Italia intende ancora fare domani nel nuovo Eurogruppo convocato alle ore 17 dopo il fallimento sostanziale di quello sospeso all’alba di oggi. Nella lunga video-intervista con il quotidiano autorevole di Germania, il Presidente del Consiglio spiega che davanti all’emergenza coronavirus rimanere “intrappolati” nelle discussioni su Mes e schemi vecchi fa aumentare ancor di più i problemi e ritarda le soluzioni: «Non dobbiamo alla fine starcene lì con le mani incrociate: operazione riuscita, ma il paziente Europa è morto». Conte esprime forte delusione per come sono andate finora le trattative tra Eurogruppo e Commissione Europea, «non è mia, di Giuseppe Conte, la delusione è di tutti gli europei, anche dei cittadini tedeschi, ne sono convinto. Nessuno ha un vantaggio se l’Europa non riesce a mettere in piedi una reazione concreta e solida, qui non si tratta di Italia. Non abbiamo mai vissuto una situazione d’emergenza di questo tipo perciò sono i cittadini europei che si aspettano una soluzione europea».
In serata è poi previsto un vertice di Governo a Palazzo Chigi con il Ministro Gualtieri e il titolare degli Esteri Luigi Di Maio per trovare lo schema da proporre domani alla riunione dell’Ecofin in videoconferenza. In un’altra intervista, questa volta più delicata nei toni e svolta per i media vaticani, il Premier Conte rilanciava il tema della “casa comune”: «L’Ue deve essere all’altezza del suo ruolo per affrontare la sfida che ha di fronte e per farlo è chiamata a compiere un deciso cambio di passo dal punto di vista politico e sociale. Per chi ha veramente a cuore l’Ue, per chi crede in un’Europa unita, forte e solidale, all’altezza della sua storia, è il momento di compiere passi risoluti, promuovendo tutti i mezzi per la ricostruzione. Se vogliamo preservare la nostra casa comune, è il momento di ragionare come una squadra».
FRANCIA VS OLANDA “BLOCCA L’INTESA, MA L’ITALIA…”
Nessuna intesa all’Eurogruppo sul Mes, i ministri delle Finanze non hanno raggiunto alcuna fumata bianca: continua lo scontro tra i Paesi del Sud ed i rigoristi, nuovi aggiornamenti saranno attesi domani. «L’Ue deve essere all’altezza del suo ruolo, è il momento di ragionare come una squadra», ha ammonito il premier Conte, e la Francia mette nel mirino l’Olanda, rea di bloccare lo strumento da adottare per fare fronte all’emergenza coronavirus. Fonti dell’Eliseo hanno spiegato che la posizione olandese è «controproducente, incomprensibile e non può durare».
Ricordiamo che l’Olanda non ha intenzione di togliere tutte le condizioni per l’accesso al Mes: «Per noi e per la maggior parte degli alleati, la sola condizione è che i fondi vengano spesi vengano spesi per far fronte alla crisi». Le forze politiche italiane non arretrano di un centimetro e Forza Italia rilancia: «L’Europa è più viva nel cuore dei suoi abitanti che nei rappresentanti degli Stati membri e l’opposizione di Olanda e Germania agli Eurobond ne è la dimostrazione. Eppure emetterli sarebbe un segnale fortissimo, per i mercati finanziari, ma soprattutto per i cittadini», le parole di Anna Maria Bernini. (Aggiornamento di MB)
MES, ITALIA ISOLATA A EUROGRUPPO. L’OLANDA…
L’Italia è sempre più isolata in vista della nuova seduta dell’Eurogruppo di domani: la Germania tratta per convincere il Governo Conte ad accettare una forma più “light” del Mes, l’Olanda resta ferma sulle proprie convinzioni anti-eurobond mentre la Francia addirittura compie un passo in avanti che la avvicina più a Berlino che non all’asse con Roma e Madrid (come invece aveva invocato stamane Enrico Letta). «Il Mes è stato creato per far fronte ad una crisi. Siamo di fronte ad una crisi grave e profonda. Bisogna attivare il Meccanismo europeo di stabilità senza aggiungere condizionalità che potrebbero essere percepite come provocazioni da parte di alcuni Stati membri e che non sono necessarie all’attivazione del Mes» ha spiegato Bruno Le Maire, ministro delle Finanze di Macron al termine del Consiglio dei Ministri di Parigi. «Con il mio omologo e collega Olaf Scholz metteremo tutto il nostro peso per raggiungere ad un accordo domani. Francia e Germania durante la trattativa hanno adottato le stesse posizioni. Siamo d’accordo sulla necessità di avere un pacchetto globale e massiccio di misure» conclude il titolare dell’Economia francese.
Dall’Olanda invece il ministro delle Finanze Wopke Hoekstra ribadisce ben pochi “sconti” all’Italia sul fronte Salva-Stati: «Il Mes è prestatore di ultima istanza e secondo noi l’uso di questo fondo deve avvenire con una forma di condizioni. A causa della crisi attuale,dobbiamo fare un’eccezione e il Mes può essere usato senza condizioni per coprire i costi medici». Tradotto, se anche si possano formulare degli eurobond non possono avvenire da subito e dovranno avere condizioni molto stringenti.
EUROGRUPPO RINVIATO A DOMANI: LA FUMATA NERA
Non sono bastate 16 ore di riunione dell’Eurogruppo per arrivare ad un accordo stabile sugli aiuti da destinare all’Ue contro il coronavirus e così il n.1 Mario Centeno è stato costretto a rinviare a domani la seduta: «siamo vicini a un accordo, ma non ci siamo ancora. Ho sospeso l’Eurogruppo fino a domani quando torneremo ad incontrarci». Inutile dire il motivo della spaccatura interna all’Eurozona e di fatto anche in Commissione Ue: il Mes o Fondo Salva-Stati. Il Nord spinge per approvarlo subito con lo schema totale da 540 miliardi di euro: 240 di Mes per i governi, 200 della banca comunitaria Bei per le imprese e 100 del progetto Sure anti-disoccupazione. Ma il Sud Europa spinge invece ancora per gli Eurobond e proprio su questo punto è saltata di nuovo la trattativa, esattamente come era successo due settimane fa con il Consiglio Ue: «L’Italia non accetterà compromessi a ribasso» ha spiegato il Premier Conte ieri sera alla Presidente della Commissione Von der Leyen.
Ora il “nuovo obiettivo” fissato da Centeno non è neanche tanto un quadro di accordo stabile, ma un “semplice” testo di massima che introduca sia una formula accettata di Mes e sia l’impostazione degli Eurobond in modo da passare la “palla infuocata” di nuovo ai Leader europei per dirimere una via di soluzione a questo punto dopo Pasqua. Dall’Eurogruppo alla Commissione, tutto è spaccato: la Presidente con Dombrovskis seguono la linea Germania-Olanda e rilanciano su “piano Marshall” solo tramite bilancio Ue mentre Gentioni con Breton (Francia) non abbandonando l’idea degli Eurobond tramite una sorta di “fondo comune comunitario” che intervenga a sostegno della crisi.
SOSPESO EUROGRUPPO DOPO RIUNIONE FIUME
Lavori sospesi e poi pronti a ripartire nella notte: dovrebbe essere confermata la conferenza stampa delle ore 10 che aggiornerà su quanto l’Eurogruppo avrà deciso riguardo le misure di sostegno da garantire agli Stati per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Da quanto trapelato però l’intesa è ancora lontana con una forte spaccatura nel gruppo: in particolare l’Olanda avrebbe superato anche la Germania sulla linea degli intransigenti, la Spagna avrebbe invece fatto delle aperture al Mes che sarebbero però indigeribili per l’Italia. Che preferirebbe ovviamente una maggiore compattezza sul tema degli stati dell’Europa del Sud, avendo trovato nella Francia un inaspettato alleato delle ultime settimane. Sul tema Mes-Coronabond c’è comunque ancora grande incertezza, con l’Italia che cerca sponde e la Germania che resta alla finestra: sarà una lunga notte. (agg. di Fabio Belli)
CONTE A VON DER LEYEN: “NO INTESE AL RIBASSO”
Maratona notturna per l’Eurogruppo? I tempi della riunione si allungano: la pausa si è protratta e la ripresa dei lavori è slittata due volte. Lo ha comunicato il portavoce del presidente Mario Centeno spiegando che serve più tempo: i ministri stanno infatti riscrivendo il testo delle conclusioni. L’accordo comunque sembra lontano, infatti l’ipotesi è che appunto la videoconferenza duri tutta la notte. «La riunione potrebbe durare fino a domani», ha dichiarato il ministro delle Finanze di Malta, Edward Scicluna. L’obiettivo è «concordare un robusto piano finanziario europeo di emergenza su quattro pilastri» per sostenere «lavoratori e imprese europei durante la crisi da coronavirus e, più importante, che prepari la strada a una ripresa sostenibile».
Intanto il premier Giuseppe Conte ha sentito la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, a cui avrebbe detto secondo quanto riportato dall’AdnKronos: «In questo momento delicato dobbiamo condividere questa grande responsabilità insieme, nell’interesse dell’Ue, con una risposta coraggiosa». La telefonata sarebbe avvenuta nel tardo pomeriggio di oggi. Dunque, il presidente del Consiglio ha ribadito i pilastri della linea italiana: no al Mes, sì a Eurobond. «L’Italia non accetterà compromessi a ribasso», ha chiarito Conte. (agg. di Silvana Palazzo)
GERMANIA-OLANDA “ITALIA BLOCCA PIANO AIUTI”
Lo stallo dopo ore di trattative ieri notte e ancora nell’Eurogruppo ancora in corso prima delle ore 21: l’Italia non intende abbandonare il “piglio” sugli Eurobond, mentre ormai pare che Spagna e Francia abbiano “allentato” il niet sul “Mes light” dopo le rassicurazioni di Dombrovskis, Centeno e Von der Leyen. Restano Sassoli, alcuni membri della Bei e ovviamente il Governo italiano a rilanciare sul quarto punto dello schema sul tavolo dell’Eurogruppo: dopo l’Olanda è però anche la Germania a manifestare insofferenza per la posizione italiana circa gli aiuti Ue da destinare per il coronavirus. «L’Italia minaccia di bloccare il piano di aiuti anticrisi», rivela il quotidiano Handesblatt citando fonti del Governo tedesco. Sanchez e Macron avrebbero dato un sostanziale ok al piano di aiuti del Mes senza “troika” e senza particolari condizioni per il rientro dal debito, mentre Conte e Gualtieri insistono che non è quello lo schema giusto per una situazione di estrema emergenza come quella generata dal coronavirus: «l‘Eurogruppo deve mantenere aperta questa opzione e menzionarla esplicitamente nella sua dichiarazione finale», ribadiscono i sostenitori degli Eurobond.
Di contro, sempre secondo il quotidiano tedesco, «per la Germania, un programma di ricostruzione dell’economia dell’Ue dopo la crisi è necessario, ma facendo ricorso al bilancio europeo e senza introdurre gli eurobond», come già chiarito dalla Presidente della Commissione Ue Von der Leyen. Torna a parlare di Mes anche il leader della Lega Matteo Salvini con una nota a margine dell’Eurogruppo, «Se il governo italiano, senza aver avuto l’ok del Parlamento e quindi dei cittadini, procederà con il MES, lo farà al di fuori della legge e del buon senso, mettendo a rischio i risparmi, i beni, il lavoro e il futuro degli Italiani. La Lega si opporrà in ogni sede e con ogni mezzo a questo attacco al nostro Paese».
SASSOLI “MES NON BASTA PER RIPRESA DA CRISI”
Dopo la schietta posizione rilanciata dall’Olanda contro gli Eurobond, arrivano le parole importanti del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli a margine della riunione ancora in corso dell’Eurogruppo (presente per l’Italia il Ministro Gualtieri): «I 410 miliardi di euro allocati dal Meccanismo europeo di stabilità (Mes) non saranno sufficienti a consentire una ripresa rapida dall’emergenza legata alla pandemia di Covid-19». Durante l’intervista con l’emittente olandese “Nos”, il membro italiano nel board insiste «Non possiamo escludere nessuna possibilità al momento: i dati di tutti i paesi ci dicono che avremo una perdita di potere economico estremamente significativo».
Al netto di ciò, Sassoli ha anche aggiunto come tutti in questo momento in Europa sanno bene come l’economia sia ormai integrata «se crolla un Paese, si avrà effetto a catena anche sugli altri. I finanziamenti allocati dal Mes non saranno sufficienti a garantire la ricostruzione». Da segnalare come dopo il tweet di Dombrovskis che si fatto ha posto una pietra semi-tombale sugli Eurobond schierandosi apertamente con l’accordo sul Mes, i mercati italiani si sono subito affossati frenando il rally guadagnato fino a quel momento: dal +5% di Piazza Affari fino al +1,5% circa con Ftse Mib in area 17.300 punti.
OLANDA VS ITALIA “SI MES, NO EUROBOND”
Se Centeno aveva lasciato aperto uno spiraglio (e con esso anche la Germania) sulla possibilità di adottare la richiesta italiana sugli Eurobond, il Ministro delle Finanze dell’Olanda stronca su tutta la linea la proposta del Governo Conte-Gualtieri: «No agli Eurobond e Mes ma con condizioni», spiega Wopke Hoekstra all’inizio della riunione dell’Eurogruppo al momento in corso. «Gli Eurobond io non li farei, e neppure il governo» ha ribadito il ministro dell’Economia di Amsterdam in Parlamento prima della riunione Ue che potrebbe decidere l’immediato destino degli aiuti europei contro il coronavirus.
«Gli eurobond, ha detto, porterebbero a maggiore destabilizzazione, maggiori rischi e maggiori costi per i contribuenti olandesi», conclude Hoekstra mentre l’omologo tedesco Scholz ripropone l’asset di approvazione dei primi 3 punti dell’accordo, ovvero Mes, Bei e Sure rimandano la questione coronabond. L’Italia non ci sta e se da un lato il leader della Lega Salvini minaccia «No al Mes o sfiducia al governo», dall’altro il suo ex collega vicepremier oggi Ministro degli Esteri Luigi Di Maio rilancia «Penso che sia interesse di tutti, con una crisi di questa portata, trovare in tempi rapidi un accordo che garantisca il futuro di tutta l’Europa. Perché qui non si tratta di singoli Paesi, ma come ho già detto: se cade uno cadono tutti. E ripeto che non ci interessano i nomi degli strumenti da usare, ma arrivare a una soluzione che sia soddisfacente per il popolo italiano e per quello europeo».
LE PROPOSTE DI VON DER LEYEN E DOMBROVKIS
L’Eurogruppo di oggi vede in videoconferenza collegati anche i Ministri dei Paesi fuori dalla zona euro (scatterà dopo le 17) dato l’annuncio voluto dalla Presidente della Commissione Von der Leyen poco fa: «l’Ue riserverà 15miliardi di euro per aiutare i partner nel mondo a combattere il coronavirus, in particolare l’Africa che potrebbe affrontare gli stessi problemi dell’Europa in qualche settimana». Come ha scritto su Twitter sempre la n.1 di Bruxelles, «E’ possibile che la crisi peggiori prima di migliorare. E’ nel nostro interesse che la lotta alla pandemia abbia successo. Se siamo coordinati globalmente, possiamo sconfiggere il virus». Concludendo poi il briefing con i Commissari europei, la Von der Leyen ha ribadito quanto spiegato nell’interivsta odierna allo Zeit «La risposta al coronavirus è nel mettere a disposizione grosse somme di denaro, e questo funziona al meglio attraverso l’uso pieno dello strumento che abbiamo: un nuovo forte bilancio europeo». Secondo la leader della Commissione, tale piano viene sostenuto da tutti i Paesi dell’Eurozona e più avrà le regole chiare e più funzionerà «E il suo mandato è far crescere tutti i paesi dell’Ue insieme. Attraverso il bilancio di 7 anni possiamo fare leva per la somma di cui abbiamo bisogno per reagire al Corona».
Nel frattempo sempre sui social il vice Presidente Valdis Dombrovskis lancia una posizione piuttosto netta che fa capire come nell’Eurogruppo di oggi la possibilità che gli eurobond possano trovare “spazio” è molto limitata: «va approvato il Mes, ma sulla ripresa siamo aperti anche ad altro». È di fatto la posizione di Angela Merkel, ovvero quella di approvare i primi tre punti dell’accordo oggi all’Eurogruppo e lasciare per l’autunno la possibile partenza dei “corobond”. L’Italia resta però contraria e promette battaglia ancora oggi non accettando in toto i primi tre punti (Mef light, Bei, Sure) senza gli Eurobond: di contro, Centeno sembra tendere un braccio al Governo Conte «il pacchetto più ampio e ambizioso che l’Eurogruppo abbia mai preparato che comprende una rete di sicurezza per i lavoratori, per le imprese e per i Paesi. Ma questo piano», spiega ancora il n.1 dell’Eurogruppo, «che farà da scudo all’economia europea non può essere separato da quello per la ripresa, per questo chiederò ai ministri di impegnarsi su un piano di ripresa ampio e coordinato».
Ahead of today’s #Eurogroup:
We need solidarity & swift support for our workers and companies:
1️⃣ Backing for our proposed short-term work scheme #SURE (€100bn)
2️⃣ Pan-European guarantee fund from @EIB (€200bn for SMEs)
3️⃣ Pandemic crisis support via @ESM_Press https://t.co/tEfsYzV2II— Valdis Dombrovskis (@VDombrovskis) April 7, 2020
I 4 PUNTI E I 3 ACCORDI
Gli eurobond sono sempre più difficili da “praticare” almeno nel breve termine: in attesa dell’Eurogruppo di questo pomeriggio, si allontana la “speranza” italiana di ottenere un emissione comunitaria di debito “comune” per finanziare un fondo per la ripresa post-coronavirus. Di contro, l’ipotesi di un Mes light è sempre più probabile o quanto meno lo era fino all’uscita di ieri sera del Premier Conte in conferenza stampa da Palazzo Chigi: «Mes assolutamente no, Eurobond assolutamente Sì». La posizione è netta e intende provare a mettere pressione alla posizione della Germania (finora in “via mediana” tra i Paesi del Sud che spingono per i coronabond e quelli del Nord che invece puntano sul Mes puro); su queste basi si rischia dunque che anche l’Eurogruppo di oggi possa concludersi in un nulla di fatto rimandando la “palla” a dopo Pasqua con il prossimo Consiglio Europeo.
Mentre la Bce con il suo programma di acquisti sta cercando di “parare” i primi colpi della crisi per l’Eurozona, i tempi stringono e finora i Paesi Ue sarebbero d’accordo solo sui primi 3 punti dei 4 proposti oggi sul tavolo dei Ministri delle Finanze: in primis, il Mes light senza troika da 400 miliardi di Euro; in secondo luogo, il sostegno della Banca Europea degli Investimenti per 200 miliardi; da ultimo, il dispositivo “Sure” lanciata dalla Commissione Europea per sostenere con prestiti fino a 100 miliardi la “cassa integrazione” europea. Il quarto punto, ovvero gli eurobond, la Merkel spinge perché possano essere affrontati solo in un secondo momento (verso autunno) provando ad approvare invece subito la restante parte dello schema. L’Italia però non ci sta e il rischio di un nuovo scontro oggi in Eurogruppo è alquanto probabile..
OGGI L’EUROGRUPPO DECISIVO
L’accordo c’è solo in parte tra Italia e Unione Europea e il rischio forte di un ennesimo scontro all’Eurogruppo previsto per oggi (con collegamento da remoto per tutti i Ministri delle Finanze Ue) è altissimo: il “piano di partita” è noto purtroppo, la risposta economica che l’Europa deve dare alla pandemia coronavirus con diversi Paesi (Italia, Spagna, Francia e Germania in primis) che sono stati colpiti sia a livello sanitario che economico dalla catastrofe del Covid-19. Dopo i fallimenti delle trattative nell’ultimo Consiglio Ue di fine marzo, gli “sherpa” hanno trattato per giorni sulla dicotomia Mes-Eurobond per provare a trovare una linea di accordo tra Italia e Paesi del Nord circa gli aiuti da stanziare per non lasciare morire l’economia produttiva del Continente.
Secondo quanto riportato ieri da una bozza circolata sulle principali agenzie internazionali (e riportata da “Milano Finanza” in Italia) il gabinetto di Gualtieri avrebbe trovato un accordo con Olanda e Germania in merito ad un Fondo Salva-Stati (il Meccanismo Europeo di Stabilità) in formato “light”, senza cioè condizioni per il rientro del debito aperto con lo strumento del Mes. La Commissione vuole usare la linea ECCL (Pandemic Crisis Support Enhanced Conditions Credit Line) come spunto principale all’interno del Fondo Salva Stati Mes per poter prestare soccorso a tutti gli Stati colpiti dalla pandemia: come avevamo spiegato in questo breve focus, si arriverebbe ad un “misto” tra Mes e Banca Investimenti (BeI) per evitare situazioni simili alla Troika in Grecia nella precedente crisi economica.
MES, ACCORDO O SCONTRO?
«La misura è aperta a tutti e servirà per finanziare nello specifico i servizi sanitari e le misure adottate o da adottare in contrasto allo scoppio della pandemia», si legge nella bozza dell’accordo tra Italia e Commissione UE sul “Mes light” da adottare come principale strumento anti-coronavirus. Dopo il secco no al “vecchio” Fondo Salva Stati, il Governo Conte starebbe trattando per ottenere il massimo della flessibilità sul fronte Mes e tenere poi ancora aperta l’altra strada, quella favorita degli eurobond. Si stima l’accesso al Meccanismo Europeo di Stabilità con il 2% del Pil di ciascun Paese «nel rispetto delle regole fiscali europee, compresa l’eventuale flessibilità applicata dalle istituzioni comunitarie».
Non solo, le misure di questo strumento – secondo Milano Finanza – dovranno essere precisate all’interno di un unico memorandum (il MoU) per garantire uguali condizioni a tutti i Paesi che ne beneficeranno. «La linea di credito (non-revolving credit line) viene aperta per 12 mesi, prolungabili per altri 6, con un rientro del prestito previsto fra 5 e 10 anni. L’Esm può in aggiunta finanziare una linea di credito attraverso l’emissione di Social Stability Bonds»; accordo trovato dunque?
Forse, visto che ancora ieri i tecnici italiani insieme a quelli olandesi tentavano di tenere aperta anche l’altra linea di credito, con gli Eurobond: «linee di credito precauzionali che sono legate a condizionalità minime. Mes permette di creare sicurezza per tutti», ha ribadito ieri contraria ai “coronabond” Angela Merkel, mentre le ha risposto per le rime il commissario agli Affari Europei Paolo Gentiloni (che ancora ieri aveva proposto alla Commissione assieme al collega francese Thierry Breton la fondazione di un fondo europeo ad hoc) «all’Eurogruppo stiamo convergendo su alcune misure ma dobbiamo essere chiari che uno strumento di bilancio comune è necessario se vogliamo evitare un impatto asimmetrico della crisi». L’accordo verrà siglato dall’Italia solo se quelle “non conditions” verranno rese esplicite nel nuovo Mes che si prefigura, altrimenti lo scontro è dietro l’angolo.
MES, SURE, BEI, BOND: TUTTI GLI STRUMENTI ANTI-CRISI
«Nel caso di un ricorso al Mes non si tratta di far arrivare un commissario e una troika come accadde dieci anni fa:», ha spiegato il Ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz rispondendo ai “dubbi” sollevati da Gualtieri e Gentiloni nelle ultime ore. Si proverà a decidere oggi nell’Eurogrupo quanto non riuscito ai leader europei nel Consiglio Ue: il tempo intanto scorre e gli strumenti per provare ad affrontare la crisi di moltiplicano e richiedono tutti tempi assai rapidi di azione. L’agenzia Ansa intanto ha pubblicato un breve recap dei principali strumenti ancora “in gioco” nelle trattative tra Italia, Spagna e Unione Europea: detto del Mes Light («ridurre al minimo le condizioni per l’utilizzo del Meccanismo europeo di stabilità o fondo salva-Stati. Se ne lascerebbe soltanto una: gli aiuti dovranno coprire solo i danni economici legati all’epidemia»), esiste anche l’ipotesi “Bei” con i Ministri Ue che dovranno fare l’ok alla creazione di un fondo di garanzia da 25 miliardi di euro per offrire alle imprese europee liquidità per investimenti fino a 200 miliardi.
Infine, resta aperta anche se con poche speranza la richiesta italiana sugli eurobond: «Fondo per la rinascita che abbia una capacità di bilancio propria, che emetta obbligazioni a lungo termine fino a raggiungere i 1.500 miliardi di euro necessari alla ripresa, in pratica anticipando il prossimo bilancio Ue 2021-2027». La Commissione Ue finora invece ha proposto come unico strumento certo la cassa integrazione Ue muovendo fino a 100 miliardi complessivi: si parte da 25 miliardi di euro di garanzie comuni grazie alle quali la Commissione emetterà bond. L’Eurogruppo di oggi dovrà però decidere se i 25 miliardi verranno da capitali nazionali o dal bilancio Ue.