Nella conferenza stampa di oggi della Regione Lombardia è stato fatto un importante annuncio riguardo i test sierologici. Il governatore Attilio Fontana ha parlato di «una scelta di prudenza e di rispetto della scienza» e comunicato che uno di questi test è stato individuato al Policlinico San Matteo di Pavia. «Sarà un test che con il prelievo del sangue evidenzierà chi ha sviluppato anticorpi», ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, aggiungendo che nel giro di due settimane arriverà la certificazione CE e quindi si potrà partire con test ed esami sulla popolazione. Al suo fianco il direttore del San Matteo di Pavia, Alessandro Venturi, che ha fornito i dettagli. «È un tema di cui si dibatteva da tempo. I ricercatori da più di un mese stavano mettendo a punto questa tipologia di test, che si affianca ai test molecolari, cioè i tamponi, che invece servono per la diagnosi e per individuare particelle del virus». Invece i test sierologici «servono per scoprire chi ha sviluppato gli anticorpi neutralizzanti, che impediscono al virus di replicarsi».
TEST SIEROLOGICO IN LOMBARDIA: VENTURI SU IMMUNITÀ
Il professor Alessandro Venturi, direttore del San Matteo di Pavia, ha spiegato che questi anticorpi «sono in grado di impedire la replicazione del virus e quindi di certificare con un grado di attendibilità molto elevato la cosiddetta immunità». Ma precisa anche: «Non si sa quanto duri. Quello che sappiamo con certezza è che lo sviluppo di questi anticorpi certifica chi è protetto dalla malattia». Il test sierologico sviluppato, che ha un’attendibilità superiore al 95 per cento, permette di sapere di conseguenza chi non ha sviluppato tali anticorpi: «Quindi permette di far maturare una consapevolezza sulla necessità di continuare a proteggersi con quelle regole fondamentali, come protezione del viso, distanziamento e igiene». Riguardo alla programmazione futura dei test, fondamentali per la cosiddetta “patente di immunità” per la fase 2, il professor Venturi ha concluso: «Si programmerà una diffusa prova su tutta la popolazione sulla base degli studi disegnati dagli epidemiologi. Se entro due settimane sono disponibili sul mercato queste opzioni certificate, si potrà cominciare ad effettuare i prelievi ematici per i test».
TEST SIEROLOGICI, LE PRECISAZIONI DEL PROF. REZZA
Sui test sierologici è intervenuto anche il professor Giovanni Rezza dell’Istituto superiore di sanità (Iss) nella conferenza stampa che si è tenuta nella sede della Protezione civile. Ha confermato quello del San Matteo di Pavia e che ne sono altri. «I test sierologici non servono a fare diagnosi, servono a vedere se vi sono anticorpi nel nostro organismo: il tampone ci dice se siamo infetti o meno, mentre il test sierologico mette in evidenza gli anticorpi che possono comparire anche diverso tempo dopo l’infezione». Avere anticorpi vuol dire aver avuto l’infezione Covid-19, recente o passata. «Sono importantissimi per capire se la persona è stata esposta al virus e quale è la reale distribuzione del coronavirus tra la gente». Finora i test valutati non avevano mostrato caratteristiche soddisfacenti: «Siamo ben lontano dal 100% quindi si stanno valutando ancora. È per questo che il San Matteo sta lavorando in maniera molto attiva per capire quanto questi test siano validi. È al momento in validazione».