Palmiro Togliatti diventerà una guida storica per il Partito Comunista Italiano fin dal 1927. Con Antonio Gramsci, Umberto Elia Terracini e Angelo Tasca fonderà prima L’ordine Nuovo, un settimanale in cui il politico curerà la rubrica La battaglia delle idee, sconfinando sempre in toni polemici. La sede del giornale verrà invece devastata nel ’22, quando gli squadristi al soldo della Milizia Piero Brandimante uccideranno 22 persone e prenderanno di mira anche la Camera del Lavoro. Colpito duramente dagli eventi, Togliatti deciderà per qualche tempo di allontanarsi dalla politica e riuscirà a schivare gli arresti ordinati da Benito Mussolini l’anno successivo. Un anno in cui il politico si sposerà con la collega di partito Rita Montagnana, da cui avrà il figlio Aldo, affetto da schizofrenia, ma la lascerà quando vent’anni più tardi incontrerà la giovane deputata del PCI, Nilde Iotti. “Noi siamo democratici in quanto siamo non soltanto antifascisti, ma socialisti e comunisti”, dirà, come riferisce Paolo Ciofi nel suo Togliatti e la Costituzione, “tra democrazia e socialismo non c’è contraddizione”. Parole che spingeranno il politico ad annunciare negli anni Cinquanta la sua idea di una presenza dei socalisti nelle istituzioni più rappresentative, ovvero la Via italiana al socialismo. Una proposta che prevede una modifica del leninismo e che incontrerà diverse opposizioni, fra cui anche quella dei sovietivi. Questo non gli impedirà tuttavia nel ’64, anno della sua morte, di cercare un incontro con il numero due del Cremlino, Leonid Ill’ic Breznev, perchè si recuperasse il legame con la Cina.
Palmiro Togliatti, l’ingresso nella sua vita di Nilde Iotti
Palmiro Togliatti verrà ammirato da molti fino a che nella sua vita non entrerà a far parte Nilde Iotti. La giovane deputata infatti diventerà la sua compagna alla fine degli anni Quaranta, spingendo lo storico pilastro del PCI nel vortice dello scandalo. Togliatti è già sposato con Rita Montagnana e il divorzio non è contemplato, ma i due si innamoreranno alla follia. Il loro rapporto però vedrà la luce sotto molti aspetti solo agli inizi degli anni Novanta, quando la Iotti deciderà di affidare al suo quotidiano L’Unità una delle lettere inviatale da Togliatti, in occasione del centenario della sua nascita. In seguito, confiderà a Michele Smargassi de La Repubblica, di possederne una quarantina. Un carteggio fitto che custodiva una scatola di legno, gelosamente nascosta nella sua casa. Riuscirà però a recitare al giornalista alcuni stralci a memoria. “Forse è bene che tronchiamo”, aveva scritto la Presidente della Camera al suo innamorato, già nell’anno del loro incontro, “i problemi che si pongono fra noi sono ormai troppi e troppo grandi”. Di diverso avviso Togliatti: “Siamo già andati troppo avanti: anche se lo volessimo, non potremmo più farlo”. Un’immagine del tutto diversa da quella donna di ferro che farà la storia della politica italiana e di quel compagno di vita che, insospettabile, si dichiarerà pronto a mettere il loro amore anche al di sopra del partito tanto amato e difeso. Oggi, giovedì 9 aprile 2020, Rai 3 trasmetterà in seconda serata il documentario Leonilde Iotti, detta Nilde, in cui verrà analizzata la figura della storica Presidente della Camera, anche alla luce del suo legame con Togliatti.