A cento anni dalla sua nascita, Nilde Iotti continua ad essere un simbolo della politica italiana. Nel giugno del ’79 e fino all’aprile del ’92, assume infatti la carica di Presidente della Camera dei Deputati, come prima donna nella storia della Repubblica italiana. Non si tratta però dell’unico importante traguardo raggiunto dalla parlamentare, che nell’87 riceverà un mandato esplorativo per la formazione di un governo e che nel ’92 sfiorerà l’elezione a Presidente della Repubblica. Il documentario Leonilde Iotti, detta Nilde verrà trasmesso nella seconda serata di Rai 3 di oggi, giovedì 9 aprile 2020, ed esplorerà questa particolare figura della nostra politica. Al centro ci sarà anche la sua alleanza sentimentale con Palmiro Togliatti, la guida del PCI, così come le rare interviste rilasciate da Nilde nel corso di tanti anni di carriera. Una delle quali a Pronto, Raffaella?, lo storico programma condotto dalla Carrà. Sullo sfondo dell’84, Iotti punterà il dito contro uno degli argomenti più dibattuti nella storia politica italiana, valido ancora oggi: “Sono troppi!“, dirà in merito al numero di parlamentari, “Nel ’48 quando entrò in vigore la Costituzione, uscivamo dal Fascismo e c’era la necessità di ricostruire un rapporto fra il partito Democratico e la società […] Siamo di fronte a una società molto più articolata, ad una democrazia molto più articolata. Allora io ritengo che il numero dei parlamentari sia troppo alto”.
Nilde Iotti, una famiglia in grave difficoltà e…
Reggio Emilia, 1920: Leonilde Iotti, conosciuta da tutti come Nilde, nasce in una famiglia colpita da gravi difficoltà finanziarie. Il padre Egidio è un attivista del movimento operaio socialista e ferroviere e verrà licenziato proprio a causa del suo impegno nella politica. Nonostante la situazione non sia rosea, Egidio decide comunque di iscrivere Nilde all’Università Cattolica di Milano e farle proseguire gli studi. Così la Iotti otterrà la laurea in Lettere e Filosofia ed inizierà subito ad insegnare in Emilia. Si toglierà però quei panni appena quattro anni dopo, nel ’46, per seguire le orme paterne e impegnarsi con maggior forza nel Partito Comunista Italiano. Durante la Resistenza, la ventenne Nilde invece riceverà il ruolo di responsabile dei Gruppi di Difesa della Donna, entrando poi nel Parlamento italiano e portando avanti i suoi ideali sull’emancipazione delle donne. “Uno dei coniugi poi, la donna“, dirà per promuovere la Relazione sulla Famiglia, riporta Il Riformista, “era ed è tuttora legata a condizioni arretrate, che la pongono in stato di inferiorità e fanno sì che la vita familiare sia per essa un peso e non fonte di gioia e aiuto per lo sviluppo della propria persona. Dal momento che alla donna è stata riconosciuta, in campo politico, piena uguaglianza, col diritto di voto attivo e passivo, ne consegue che la donna stessa dovrà essere emancipata dalle condizioni di arretratezza e di inferiorità in tutti i campi della vita sociale e restituita ad una posizione giuridica tale da non menomare la sua personalità e la sua dignità di cittadina”.