Cristiano Ronaldo è finito nella bufera dopo la sessione di allenamento personalizzato, che già nei giorni scorsu l’attaccante della Juventus ha svolto presso lo stadio Madeira, città dove il lusitano al momento risiede in questi giorni di quarantena obbligatoria, in attesa di fare ritorno a Vinovo. Cr7, idolo del Portogallo, dunque in queste ultime ore è stato sommerso da critiche pesantissime da parte dei suoi connazionali, accusato di non aver rispettato le regole imposte per il distanziamento sociale dal governo nazionale per l’emergenza sanitaria da coronavirus. Il tutto perché pochi giorni fa il bomber lusitano, in accordo ovviamente con il presidente e la dirigenza della società locale, ha svolto una sessione di allenamento personalizzato nello stadio del Deportivo Nacional, club della cadetteria portoghese di stanza a Madeira. Una mossa che, pur non fuori norme governative, non è affatto piaciuta al pubblico lusitano, che ha fatto presto sentire la propria voce.
RONALDO NELLA BUFERA, RAMOS: “NESSUN PRIVILEGIO MA…”
Dunque anche per Cristiano Ronaldo una “leggerezza” al pari dell’ultima iniziativa sconsiderata di Mourinho con il suo allenamento al parco con gli Spurs? Non proprio, ma certo occorre dare un più ampio contesto a questa vicenda, che ha visto Cristiano Ronaldo nella bufera di polemiche sollevata dai suoi connazionali. Dobbiamo infatti ricordare che per il momento il governo portoghese non ha proibito gli allenamenti in squadra: sul territorio nazionale per fortuna i casi da coronavirus sono ancora abbastanza limitati e la situazione poi sull’isola di Madeira dove ora il bomber risiede è piuttosto tranquilla.
Non solo: lo stesso juventino si trova il quarantena in Portogallo già dall’9 di marzo, e quindi da quando, dopo l’ok del club, era volato da Torino per accudire la madre, che era stata colpita da ictus (ma che già nei giorni scorsi è stata dimessa). Dati questi elementi capiamo bene che la polemica montata ha ben poco a cui appoggiarsi e di fatto lo ha confermato anche Pedro Ramos, assessore alla sanità della regione di Madeira, che pure però ha precisato, nel caso venissero riscontrate violazioni da parte del bomber: “Ronaldo non ha alcun permesso speciale per allenarsi. Cristiano ha diritto ad allenarsi finché rispetta le regole come tutti gli altri cittadini: non c’è alcun privilegio”.