C’è un numero sorprendente di persone che ha sintomi evidenti del coronavirus, ma risulta ancora negativo al tampone. A lanciare l’allarme sono i medici statunitensi, i quali stanno riscontrando molti problemi nella diagnosi e quindi gestione dell’epidemia. Questi sono casi di “falsi negativi” che possono contribuire all’ulteriore diffusione del virus Sars-CoV-2. Si attendono ricerche per chiarire questo aspetto, ma gli esperti lo ritengono comunque un problema significativo. Così è infatti difficile contenere i casi. Stando a quanto riportato da Bloomberg, ci sono medici che descrivono situazioni di pazienti con sintomi evidenti come tosse e febbre, ma nonostante ciò risultano negativi al test, poi quando viene eseguito di nuovo successivamente emerge la positività. Il problema è stato riscontrato nello specifico a New York. Ne parla il dottor Jeremy Sperling del Jacobi Medical Center, nel Bronx, dove sono ormai frequenti al pronto soccorso casi di falsi negativi. “Se un paziente presenta i classici sintomi di Covid-19, ma i test sono negativi, per noi è comunque Covid. Non può essere nient’altro in questo momento a New York”, ha dichiarato il medico.
FALSI NEGATIVI CORONAVIRUS: CAOS TAMPONI
Questo problema potrebbe affondare le sue radici nella rapida creazione di test da parte di decine di laboratori che non sono stati controllati approfonditamente dalle autorità sanitarie. Non tutti i test utilizzati potrebbero essere attendibili. La Food and Drug Administration ha infatti allentato le regole per far uscire sul mercato i test, mentre solitamente il processo di approvazione allunga i tempi, soprattutto per gli studi necessari. Ora con l’autorizzazione d’uso d’emergenza, non serve il processo approfondito. E così sono stati lanciati più di 40 diversi test per la diagnosi del Covid-19. Va poi tenuto conto di un altro aspetto, secondo Bloomberg: la carenza di forniture e materiale per i test può influire sui risultati. Ovviamente c’è da tener conto anche dei lunghi tempi di incubazione della malattia. Ma c’è anche l’ipotesi che i tamponi non vengano raccolti correttamente. Ryan Stanton, medico di medicina d’urgenza a Lexington, nel Kentucky, sostiene che non sempre si “ottiene un buon campione”.
FALSI NEGATIVI, MEDICI USA SI AFFIDANO AD ALTRI ESAMI
Le ipotesi sono tante: anche la carenza dei tamponi potrebbe aver giocato un ruolo. Si sono valutate alternative e c’è chi addirittura prova a far convalidare i cotton fioc. Poi c’è carenza di reagenti, quindi sono stati sperimentati sostituti. Tutto ciò potrebbe aver portato a risultati imprecisi. Inoltre, non si sa neppure quale sia il momento migliore per fare il tampone, visto che Covid-19 ha un periodo di incubazione più lungo dell’influenza. Questo comunque potrebbe spiegare perché un sospetto positivo risulti più volte negativo prima di arrivare alla diagnosi. Brett Girior, alto funzionario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, è stato nominato dall’amministrazione Trump per supervisionare i test. Secondo lui quello dei falsi negativi non è un problema: “Qualsiasi test ha falsi positivi e negativi, è così”. Quindi sostiene che i medici debbano trattare come malati di Covid-19 tutti coloro che si presentano in ospedale con polmonite interstiziale e febbre. “Non c’è nemmeno bisogno di un test per dire che probabilmente è Covid-19”.
FALSI NEGATIVI, “COSÌ RISCHIAMO NUOVA ONDATA”
Ci sono quindi paesi come Richmond in cui ormai la questione dei tamponi è ormai superata. Il 30 per cento dei pazienti trattati sono negativi al test, ma hanno chiari sintomi del Covid-19. La fretta potrebbe allora aver giocato un brutto scherzo agli Stati Uniti. I medici, non fidandosi dei tamponi, ricorrono a radiografie del torace o TAC per diagnosticare l’infezione nei polmoni. Il problema però non è solo sanitario, ma anche politico. Negli Stati Uniti si sta discutendo già di riaperture, nonostante l’epidemia sia arrivata più tardi rispetto all’Italia, ad esempio. Qui c’è titubanza sull’inizio della fase 2 per il timore di una nuova ondata, figurarsi cosa può ancora accadere negli Stati Uniti dove si parla di falsi negativi. E infatti il deputato democratico Lloyd Doggett ha lanciato un appello affinché si riesca ad avere più accuratezza dai tamponi. “Se si parla di riaprire il Paese prematuramente – riporta Blooomberg – c’è il serio rischio che le persone che pensano di essere negative contribuiscano ad una seconda ondata”.