Ci aspettano tempi bui secondo il Divino Otelma. Il più famoso oracolo della tv, intervistato nelle scorse ore dai microfoni del quotidiano Libero, è convinto che il picco dell’emergenza coronavirus giungerà a maggio, e la luce inizieremo ad intravederla solo ad autunno: «Non si tratta di passeggiata aprica o di corsa spumeggiante sui duecento metri ma di maratona estenuante – le parole utilizzate dal Divino – proiettata nei tempi medi e lunghi. Certamente approderemo a maggio e dovremo percorrerlo con circospezione e prudenza estreme, poiché il Morbo Malefico incomberà. Solo a fine maggio si potrà affermare che il picco, giunto allo Zenit, si avvierà al Nadir e che la Anabasi principierà a divenire Catabasi. Intravedremo la luce in autunno: ma il Morbo è astuto e crudele. Sfrutterà ogni errore per risorgere». Secondo Otelma bisognerà scordarsi le spiagge per l’estate che sta per arrivare: «Sarebbe folle e criminale. Una mossa falsa, e Gattamorta (il premier Giuseppe Conte lo chiama così, ndr) potrebbe compierla, riporterebbe alla casella iniziale di questo infernale gioco dell’ oca».
DIVINO OTELMA: “DOPO DIECI ANNI DI SOFFERENZE RIAPPARIRA’ IL MORBO”
E a proposito del Premier Giuseppe Conte, non sono di certo parole al miele quelle spese da Otelma: «Gattamorta fa onore al suo nome: è astuto, infido, pronto a tutto. Ricorda quando, in una pausa di una riunione internazionale, sussurrò parole di fiele all’ orecchio della cicciona teutonica (la Merkel, ndr), dileggiando Matteo Salvini? Basterebbe questo per qualificare costui». Secondo Otelma il professore e avvocato pugliese “non rappresenta gli italiani”, e la gestione di questa emergenza è stata «confusa, disordinata, dilettantesca, umorale, per certi versi grottesca». Insomma, Conte sarebbe ormai con l’acqua alla gola secondo lo stesso profeta: «Si rassegni – dice a riguardo – quando le urne saranno aperte e la Libertà restaurata, lui e i suoi sodali svaporeranno. Ora è solo un morto che cammina». Ma dopo il coronavirus il mondo sarà finalmente libero? Tutt’altro, nel giro di una decina d’anni un’altra gravissima sciagura colpirà la nostra Terra: «Quando il Morbo abbandonerà il pianeta, gli umani si risveglieranno fragili, attoniti, ben consapevoli della propria impotenza di fronte alla Natura. E tuttavia prevarrà l’ orgoglio sconsiderato e talune classi dirigenti sfideranno nuovamente la Madre comune infliggendole devastazioni atroci. Dopo dieci anni di sofferenze, riapparirà il Morbo crudele che sembrava scomparso. L’ Uroboro nefasto striscerà tra i viventi».