Il Cristo Redentore di Rio de Janeiro “vestito” da operatore sanitario in omaggio a medici e infermieri che stanno combattendo contro il coronavirus. L’immagine molto potente arriva in occasione della Pasqua per ringraziare coloro che stanno salvando tante vite umane. Il video ha fatto subito il giro del mondo. L’abbraccio al mondo del Cristo Redentore è diverso dal solito: ha un camice bianco, lo stetoscopio al collo e la città sotto di lui illuminata. La statua simbolo del Brasile è stata poi protagonista di uno straordinario spettacolo di luci, mentre l’arcivescovo di Rio de Janeiro, Orani Joao Tempesta, recitava la messa di Pasqua. Sul Gesù Cristo in pietra alto 38 metri, che si staglia a picco sulla baia di Rio, sono state proiettate le immagini degli operatori sanitari, con i loro volti coperti dalle mascherine e segnati dalla fatica della “battaglia”. Poi le immagini delle bandiere dei tanti Paesi che stanno lottando contro il Covid-19. Quindi, le parole di speranza e ringraziamento tradotte in varie lingue.
CRISTO REDENTORE DI RIO COL CAMICE: UN ABBRACCIO AI MEDICI
Il Brasile è il Paese sudamericano più colpito dal coronavirus. Impegnato nella dura battaglia contro il Covid-19, ha trovato il modo per ringraziare i suoi “soldati” durante la messa di Pasqua. Lo ha fatto con uno spettacolo di luci emozionante. Un omaggio della Chiesa cattolica brasiliana attraverso una iniziativa molto significativa, perché nel rivedere quel video non ci si può non sentire uniti e con un comune obiettivo. Visto che anche le chiese sono chiuse a causa delle misure restrittive imposte per contenere la diffusione della pandemia, il cardinal Tempesta ha tenuto la cerimonia quasi in solitario ai piedi dell’imponente statua che si trova sulla cima della montagna del Corcovadoe. Su di essa sono state proiettate le immagini dei dottori e dei Paesi colpiti dal coronavirus, ma anche i messaggi scritti da bambini che dicono “andrà tutto bene”. E poi anche le immagini di parole come “grazie” e “speranza”, quindi l’appello finale: “Restate a casa per noi, per tutti, restiamo uniti”.