La notizia positiva è che ormai tutti, dalle Regioni al Governo fino al Comitato Tecnico Scientifico, si sono resi conto che l’Italia deve ripartire, è un imperativo “sociale” per evitare che il Paese subisca una crisi più grave di quella che già patiamo. Resta il problema di come e quando far avviare la fase 2 e i dati davanti sono molteplici: come ribadisce stamani il Quotidiano Nazionale, non sono pochi i problemi legati alla graduale ripartenza specie per i tre settori cardini di app, trasporti e test sierologici. In primis, resta il braccio di ferro ancora in corso nella task force del Governo tra le posizioni dell’imprenditore Colao (che punta al tracciamento nella nuova app Covid-19 basata sulla geolocalizzazione) e del Ministro dell’Innovazione Pisano che invece spinge per il bluetooth.
Sul fronte trasporti, la riapertura dovrà essere monitorata attentamente per facilitare il più possibile lo scaglionamento e gli eventuali orari di lavoro “sfalsati” per non permettere a troppi pendolare di doversi muovere nei medesimi orari al mattino presto e nel tardo pomeriggio. Non si sono decise le distanze sui posti a sedere in metro, autobus, treni e tram e dovrà invece essere un punto cardine nei prossimi giorni per riuscire a condurre una migliore “transizione” tra la fase 1 e la 2; da ultimo, resta il problema dei test sierologici visto che l’iter di sperimentazione “nazionale” sta cominciando in questi giorni e potrebbe non essere pronta per tutte le Regioni già dal 4 maggio. I problemi ci sono e non sono pochi, ma è il punto di partenza e l’obiettivo che è cambiato: non più “quarantena” ma “riapertura” e su questo sta spingendo ormai l’intera parte decisionale del Paese. Sembra poco, ma non lo è.
IL 4 MAGGIO COME IPOTESI “PRINCIPE”
La fase 2 ci sarà, ma quando sarà? La task force nominata dal Premier Conte, con a capo l’imprenditore Vittorio Colao, è al lavoro ormai da una settimana per provare a stabilire regole e road map per riaprire gradualmente l’Italia da dopo il 3 maggio. Ebbene, da più fonti si apprendere che il 4 maggio questa volta qualcosa potrebbe sì cambiare se l’evoluzione del contagio da coronavirus resta quella di questi giorni o addirittura migliora: e così si partirebbe con le fasce di età come primario criterio, a seguire poi le misure strette, il distanziamento sociale e le attività produttive. In primis, si dovrà proteggere gli anziani come categoria ancora più debole a fronte della pandemia Covid-19: «percorsi che ci consentano di proteggerli dal contagio quando i più giovani ricominceranno a circolare. Però mettendoli anche al riparo dall’afa e dall’isolamento che può avere effetti devastanti a livello psicologico. E dunque un vero e proprio piano di interventi» ha spiegato ieri la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa (Pd) al Corriere della Sera.
Stamane al QN ha parlato invece il virologo Roberto Burioni dando una sua personale interpretazione della prossima riapertura post-lockdown: «Misurazione della temperatura all’entrata, mascherine per tutti i lavoratori, gel igienizzanti e disinfettanti per superfici, distanziamento sociale evitando assembramenti in mense e spogliatoi, smart working», questo secondo l’esperto servirebbe nella fase 2 con l’attenzione fortissima ad evitare ricadute per eventuali seconde ondate estive del coronavirus. Le altre date in ipotesi della task force restano poi l’11 maggio (riapertura tribunali), 18 maggio (bari e ristoranti riaperti) e il 25 maggio per parrucchieri e barbieri.
FASE 2, LE 6 REGOLE DELL’OMS
Al netto di tutto, dal Governo al Cts passando per la task force sulla fase 2, ancora è presto per fare previsioni “certe” – dunque tutte quelle informazioni e road map che vi arrivano sui social e WhatsApp sono ancora tutti bufale senza basi scientifiche e organizzative reali: di contro, se non si vuole subire una catastrofe sociale ed economica dopo quella sanitaria bisogna tornare al più presto a far salire il Pil provando a “convivere” con il coronavirus. «Bisogna sapere che dimensione ha l’epidemia. I numeri che ci danno non sono reali. Serve uno studio su un campione indicativo della popolazione per non navigare nel buio. È indispensabile, poi, un tracciamento digitale dei casi di contagio», ribadisce Burioni e su questo il Governo sta mettendo a punto la nuova app attiva nella fase 2 (e scaricabile su base volontaria, come ha ribadito oggi l’Ue nelle linee guida per gli Stati Membri) che potrà da un lato sostituire l’autocertificazione per gli spostamenti e dall’altro tracciare i movimenti dei singoli cittadini per valutare l’evoluzione e le novità sul contagio della pandemia.
In attesa delle decisioni ancora tutte da prendere del Governo (entro la fine weekend la task force sulla fase 2 di Colao consegnerà il report dettagliato al Premier Conte), l’OMS ha stilato 6 regole generali per ripartire con la fase 2 dopo l’intensa emergenza coronavirus in ogni singolo Stato: numero dei contagi deve avere una decrescita forte e costante; sistema di tracciamento tecnologico per ricostruire spostamenti e contati di chi è positivo al Covid; rischi contagio al minimo in ospedali e case di cura; misure preventive di sicurezza in scuole, luoghi di lavoro e locali; rischi di importazione di contagio devono essere monitorati e gestiti; comunità istruite alle nuove norme in maniera costante e globale. La stessa OMG ha poi spiegato che al momento nessuna nazione al mondo soddisfa tutti i criteri. Non proprio ben inaugurante..