Sono giorni di attesa e pessimismo per il futuro anche nel mondo del tennis, colpito, così come tutti gli altri sport, dallo stop alle competizioni per l’espandersi e l’aggravarsi a livello globale della pandemia da coronavirus. Come infatti è accaduto per molte altre discipline, anche il calendario ATP e WTA ha rimediato parecchie mutilazioni, tra tornei rinviati (come il Roland Garros) e pure eventi storici direttamente cancellati come Wimbledon: e pure come accade per Formula 1 e calcio, vi sono ben poche speranze che si possa presto tornare protagonisti. Ne è convinto di ciò anche l’attuale numero 2 del ranking ATP Rafa Nadal, che intervenendo ai microfoni della radio spagnola Onda Ceri ha affermato: “Il nostro è uno sport diverso, si viaggia di Paese in Paese ogni settimana. Dobbiamo essere responsabili. Mi sembra difficile che si torni a giocare nel breve o medio termine”.
CORONAVIRUS TENNIS, NADAL: “PRIMA SUPERIAMO LA TRAGEDIA POI…”
E in effetti per il tennis, come per altri sport itineranti, il rientro in campo pare davvero molto lontano: se anche fosse possibile organizzare un evento anche a porte chiuse, non scordiamo che, ad esempio, gli atleti arrivano da ogni parte del mondo e per loro risulta quanto meno problematico al momento spostarsi, visti i divieti imposti dai singoli stati e la possibile quarantena che dovrebbero superare prima di ritornare in campo. Dunque capiamo bene che gli appassionati di tennis dovranno ancora attendere a lungo purtroppo: “Prima bisogna superare questa tragedia, se poi si potesse riprendere a porte chiuse, sarei felice di farlo”, le parole di Nadal.
Nel suo intervento radiofonico poi il tennista spagnolo ha speso due parole per raccontare la sua quarantena e di come all’inizio l’esplodere della pandemia da coronavirus lo aveva molto spaventato: “All’inizio le notizie erano così terribili che non avevo voglia di fare nulla, poi col passare dei giorni sono tornato alla mia routine e a pensare positivo”. Lo spagnolo poi ha raccontato ai suoi fan di non aver ancora programmato il rientro, data la grande incertezza della situazione: “Non ho un campo a casa ed è la cosa che meno mi interessa in questo momento. Faccio i miei esercizi perché il corpo resti attivo ma sono consapevole che è una cosa seria, che andrà per le lunghe”.