L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha autorizzato un nuovo studio “COLVID-19” per la sperimentazione di farmaci, per la precisione la Colchicina della quale già vi avevamo riferito nei giorni scorsi, per il trattamento del Coronavirus. Lo rende noto la stessa AIFA, che ha pubblicato la documentazione disponibile a questa pagina.
Si tratta di uno studio multicentrico italiano, randomizzato, di fase II – come riferisce anche il sito del Ministero della Salute riferendo questa notizia – che valuta l’efficacia e la sicurezza di Colchicina, un vecchio farmaco utilizzato nei disturbi su base auto-infiammatoria e nella gotta, in pazienti affetti da COVID-19. Lo studio “COLVID-19” richiama già dal nome il Coronavirus e anche la Colchicina, alla quale si deve quella “L” in più.
Questo studio è coordinato dall’Azienda Ospedaliera di Perugia, sotto l’egida della Società Italiana di Reumatologia (SIR), della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) e dell’Associazione italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO), dunque si tratta di un notevole sforzo coordinato fra più enti.
COLCHICINA CONTRO CORONAVIRUS: FARMACO SPERIMENTATO PER COVID-19
La popolazione in studio è costituita da pazienti con polmonite da COVID-19 con deficit di saturazione dell’ossigeno e che richiedono assistenza in regime di ricovero. Su di loro si sta dunque valutando l’efficacia di Colchicina, che è un alcaloide originariamente estratto dalle piante del genere Colchicum.
Utilizzata come farmaco per il trattamento della gotta, ma anche in svariate sindromi con fenomeni flogistici, per alleviare i sintomi della Febbre Mediterranea Familiare (FMF), una malattia autoinfiammatoria e da qualche anno impiegata anche da parte dei cardiologi nel trattamento delle pericarditi e nella prevenzione delle recidive di tale processo infiammatorio del pericardio.
Lo studio su Colchicina di “COLVID-19” è il decimo ufficialmente autorizzato dall’Aifa dall’11 marzo ad oggi nella lotta al Coronavirus, che prosegue dunque senza sosta nei laboratori italiani di ricerca. Si devono valutare i benefici ma naturalmente anche i potenziali rischi ed effetti collaterali di tutti questi farmaci che potrebbero darci una mano nella lotta contro il nuovo nemico della salute dell’umanità.