La trasmissione Chi l’ha visto è tornata ad occuparsi del caso di Giulia Di Sabatino, la giovane trovata morta su un cavalcavia della A14 a 8 km da Tortoreto, in Abruzzo, la notte del primo settembre 2015, proprio nel giorno del suo compleanno. Il motivo è l’arresto di uno dei protagonisti della vicenda, il “ragazzo della Panda rossa”, come era stato ribattezzato, ovvero presumibilmente l’ultima persona ad aver visto in vita Giulia. Il giovane era poi uscito di scena ma l’ultima notizia è legata al suo arresto per maltrattamenti ai suoi genitori. Un’accusa che, ovviamente, non ha nulla a che fare con il caso della giovane di Tortoreto per il quale al momento, nonostante il parere contrario della famiglia, c’è una richiesta di archiviazione. La famiglia di Giulia, ancora oggi chiede la verità sulla fine drammatica della ragazza, morta poche ore dopo il compimento dei suoi 19 anni. La trasmissione di Rai3 ha ripercorso nell’ultima puntata il caso della giovane che, dopo cinque anni resta ancora un giallo. Di qualche giorno fa la notizia dell’arresto del ragazzo alla quale la mamma della vittima, Meri Koci, ha commentato alle telecamere del programma: “Io non mi sono stupita, aspettavo questo momento, perchè chi ha sbagliato una volta può sbagliare 2 e 3. E’ un ragazzo socialmente pericoloso che non deve essere assolutamente libero”.
GIULIA DI SABATINO, LA MORTE È ANCORA UN MISTERO
Dopo la morte di Giulia Di Sabatino, la trasmissione Chi l’ha visto ha cercato per tre mesi il misterioso ragazzo della Panda rossa. “Abbiamo disturbato e chiediamo scusa a tanti ragazzi con la Panda rossa non sapendo chi era”, ha spiegato la madre della 19enne. “La risposta sta lì, è quella che sanno gli inquirenti che mi hanno detto ‘non esiste alcun ragazzo della Panda rossa’ avendo questo cellulare in mano”, ha aggiunto la donna. Il ragazzo in questione esiste però: si chiama Davide, abita a Mosciano Sant’Angelo, a pochi chilometri da quel cavalcavia. Lo stesso aveva lasciato un messaggio concreto la notte in cui Giulia è morta, ovvero un messaggio sul cellulare: “Ciao Giulia sono Davide, sto andando al lavoro… Volevo farti avere il mio numero, ti chiamo quando stacco”. Ma la ragazza aveva lasciato a casa il cellulare e gli inquirenti lo hanno potuto sequestrare ed analizzare da subito. Il dubbio è che abbiano letto il messaggio di Davide senza però mai andare a cercarlo, restando così nell’ombra per mesi. La madre tuona oggi: “Gli inquirenti sapevano benissimo che l’ultimo ragazzo che mia figlia ha incontrato e con il quale ha consumato anche un rapporto intimo era il ragazzo della Panda rossa”.
I Carabinieri entrati in possesso del cellulare, negarono alla madre di Giulia la presenza di un messaggio e le consigliarono di non andare a Chi l’ha visto. Solo dopo tre mesi, quando i Ris trovarono tracce di liquido seminale sugli indumenti intimi della ragazza, i Carabinieri si presentarono a casa di Davide trovando lui e la famosa Panda rossa. Agli inquirenti raccontò di averla conosciuta la notte del primo settembre, le offrì un passaggio, andarono in casa di lui dove ebbero un rapporto, poi uscirono “e lei ha insistito affinché la riportassi sul ponte… mi ha detto che avrebbe contattato degli amici”. Davide fu indagato per istigazione al suicidio perchè lei si sarebbe buttata dopo che lui l’aveva lasciata sola sul cavalcavia. Ma andò davvero così? La famiglia di Giulia non ha mai creduto alla tesi del suicidio. “La procura deve indagare quanto era felice Giulia”, tuona oggi la madre. Ed i misteri restano ancora troppi, tra i tanti buchi neri dell’intera vicenda.