«Ci sono 20.600 morti in meno rispetto all’anno scorso, eppure la percezione è che vi sia un numero di decessi molto maggiore rispetto agli anni precedenti. Qualcosa non torna». Termina così un post in cui vengono riportati i dati fake Istat sui morti per tutte le cause in Italia nel primo trimestre di ogni anno dal 2012 al 2020. Si tratta di una bufala che da giorni rimbalza sui social, da Facebook a WhatsApp. L’idea di fondo è che ci siano meno morti, eppure si sia creato allarmismo a causa del coronavirus. Peccato che le cose non stiano affatto così. Dal primo aprile, come riportato da Butac, l’Istat sta rilasciando con cadenza settimanale i dati aggiornati sui morti in Italia. Chiaramente non è possibile fare una netta distinzione tra i decessi legati al Covid-19 e quelli per cause naturali, perché c’è il grande problema delle persone morte con sintomi riconducibili al coronavirus a cui però non è stato fatto il tampone. In ogni caso è possibile smontare i numeri diffusi in questo messaggio che sta girando in Rete.
FAKE ISTAT SU WHATSAPP “ITALIA, MENO MORTI DEL 2019”
Nel 2015 i morti sono 61.811, l’anno dopo 55123, si risale a 62138 nel 2017, si scende a 60296 e 60218 rispettivamente per il 2018 e il 2019, nel 2020 invece siamo a 78555. Quest’anno si conferma in crescita come distacco rispetto ai dati forniti dall’Istat la settimana scorsa. Al 4 aprile la differenza era di 23432 morti rispetto al 2016. Sono 18337 rispetto all’anno scorso. Il problema di fondo che rende inadeguati questi dati per l’analisi che propone di fare quel post è legato al fatto che i dati diffusi sono parziali. Come riportato da Butac, si riferiscono a 1689 comuni su 5909 che fanno parte del sistema Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (Anpr). Quindi, anche questi dati – seppur veritieri – non sono utilizzabili per quel tipo di analisi, che comunque viene smentita anche da questi dati parziali. Da questi peraltro traspare una tendenza causata dall’emergenza coronavirus: un’impennata di decessi dall’inizio del mese di marzo. La questione è più complicata di quel che si vuole far credere in quel post.