Anche la penisola sorrentina, una delle perle del turismo italiano, location preferita dai vacanzieri di mezzo mondo, si ritrova “inguaiata assai”, con gli alberghi chiusi e i sei Comuni (Sorrento, Vico Equense, Massa Lubrense, Sant’Agnello, Piano di Sorrento e Meta) che devono rifare i bilanci, depauperati dai mancati introiti della tassa di soggiorno, circa dieci milioni di euro. Solo nel capoluogo, Sorrento, i posti letto vuoti sono ventimila, tra hotel e b&b, con poco meno di diecimila addetti a rischio. «È una drammatica emergenza. C’e bisogno di maggiore coesione nazionale, mettiamo da parte accuse e rivendicazioni, veleni e insinuazioni ed evitiamo di cadere nel tranello di chi rema contro. È il momento del fare, rimbocchiamoci le maniche e azzeriamo tutto. Sì: azzeriamo, o sarà difficile risalire la china portandoci sul groppo debiti differiti di tasse, imposte, interessi e pigioni». Lo dice Nino Apreda, imprenditore e albergatore sorrentino esperto (suoi l’Ulisse Deluxe hostel e Villa Zagara).
Quindi, Apreda, lei cosa propone?
Una moratoria gratuita è vitale per tutti i fitti e gli affitti, dando un credito d’imposta ai proprietari. Se non ho produzione non posso avere un costo, anche se differito. Lancio quindi un appello a Governo centrale, Regioni e Comuni per un gettito di liquidità e fiducia alla classe imprenditoriale e tutta la forza lavoro del comparto turismo. Nella “fase2” trasformiamo le casse integrazioni del turismo in sostegno per aziende che lavorano e pagano stipendi. L’economia è lavoro prima di tutto, l’Italia invece sta basando tutto sul debito, ma come dice Draghi l’economia ha bisogno di liquidità subito a fondo perduto. Il turismo in particolare non può contare nel breve e per tutto il 2021 sugli stranieri: per riavviarsi deve riaprire e porsi sul mercato, avendo come riferimento clienti italiani, l’unica clientela possibile, una domanda che va sostenuta e incentivata.
Il Governo, a oggi, sta cercando di agevolare il settore attraverso alcune misure (detrazioni fiscali per chi sceglierà una vacanza in Italia, sospensione di scadenze contributive, ecc). Le ritiene sufficienti?
La risorsa turismo in Italia è una vocazione naturale di ogni territorio, rappresenta il 15% del Pil e arriverà nel 2030 al 25%. Il capitale umano del settore è eccellente ed è vitale, perché il turismo è soprattutto rapporto tra persone, cultura, storia, servizi e paesaggio. Le misure messe in campo da governo e regioni sono gocce d’acqua nell’oceano, la pandemia è mondiale, e la competizione anche: se non ci sono clienti stranieri, né trasporti aerei, né vettori, i tour operator di gruppi non possono operare, non c’è turismo internazionale. Chi ripartirà bene sarà avvantaggiato. Nell’immediato quindi vanno incentivate le strutture ricettive ad aprire in sicurezza, anche se l’unica domanda arriverà dai clienti italiani, magari facilitati da un credito fiscale. Se mettiamo in movimento gran parte dei 60 milioni di italiani per tre giorni recuperiamo almeno in parte i 216 milioni delle presenze turistiche annuali in Italia.
Quindi crediti d’imposta per le vacanze. Cos’altro?
Dovremo anche proporre musei e mostre gratis almeno agli italiani, bloccare il prezzo dell’offerta e azzerare l’Iva acquisti e vendite nel turismo, almeno per gli alberghi e per almeno un anno, così da incentivare seriamente il settore. Ridurre del 50% le commissioni OTA (onlineTravelAgency) fino a dicembre 2021 compreso. Cottarelli ha ragione quando dice che abbiamo bisogno di Eurobond e Mes, l’uno non esclude l’altro: abbiamo bisogno di entrambi. Ma penso che sia anche giunto il momento di utilizzare la “Riserva Aurea” della Banca d’Italia. È giusto invece lasciar perdere, in questo momento, ogni aumento di tasse: questa è una fase in cui la spesa pubblica deve aumentare e deve essere finanziata in deficit. È un’emergenza. Va garantito un gettito di liquidità alle imprese del turismo in generale e alle strutture ricettive in particolare per sostenere gli Opex delle imprese. La pandemia è un fatto straordinario, che non può ricadere sugli italiani: è lo Stato che deve assumersi il debito. A nulla vale prestare le garanzie dello Stato quando poi il debito della pandemia ricade sulle imprese.
Lei è il titolare di strutture ricettive nella penisola Sorrentina. Quando prevede una possibile riapertura? Con quali modalità?
Sorrento ha una lunga tradizione turistica e vive quasi esclusivamente di turismo, è un’eccellenza sia per il turismo stanziale che per quello croceristico: ad esempio la MSC crociere è molto presente con tutti i quadri di comando dalla penisola, prestati e formati proprio dalla tradizione di accoglienza turistica della costiera. Noi prevediamo di riaprire anche subito, a maggio, appena ci saranno le condizioni in sicurezza. Apriremo consapevoli che non ci saranno clienti sufficienti a coprire le spese e che anzi dovremo sostenere i costi legati alla nuova sicurezza per il Covid-19. Regolamentazioni, adeguamenti, sanificazione, formazione agli addetti. Anche qui, bisognerà dare la responsabilità a imprese e alberghi di autocertificarsi con le consulenze mediche “in house”, senza creare burocratiche formalità che possono andar bene per gli uni e non per altri.
Occorre meno burocrazia…
Sburocratizzare è indispensabile, sono inutili i troppi comitati d’esperti che si sovrappongono e creano burocrazia inutile e farraginosa. Serve libertà, insomma, nel pieno rispetto di distanze e sanificazioni utili e necessarie. Bisogna aprire per tenere il fuoco acceso, la porta aperta, essere ancora riferimento dei clienti di passaggio così com’era il turismo all’origine, iniziando a far da volano a tutta la filiera, che non trova ragione se non trova clientela, ma ovviamente non potrà trovare clientela se questa non troverà ospitalità. Sarà come ripartire da zero, e già si può immaginare che la redditività del turismo non riprenderà prima della prossima primavera 2021. Nel frattempo, c’è tanto lavoro da fare, anche perché i competitor internazionali non aspettano.
Un’estate 2020 tutta italiana?
Credo di sì. E speriamo che il Governo sappia incentivare i potenziali clienti in modo significativo, non bastano le briciole viste fino a oggi. Avanti quindi con un credito d’imposta pro capite di almeno di 300 euro per la vacanza Italia, a cui bisogna aggiungere l’azzeramento dell’Iva, e la gratuità di musei e altre attrazioni culturali.
Cosa si può fare per preservare il capitale umano e non disperdere le competenze che il personale ha acquisito nel corso del tempo?
Come dicevo il capitale umano del settore è una risorsa importantissima, vitale proprio nell’accoglienza, che è turismo. Certo, gli operatori vanno aggiornati e formati alla nuova realtà imposta dalla pandemia, vanno preservati nel posto lavoro con premi agli alberghi che fanno occupazione e con sussidi di formazione degli stagionali che non avranno impiego. Realisticamente bisogna estendere i sussidi di disoccupazione a 14 mesi e aiutare le famiglie degli stagionali.
Ritiene che sia il momento di attivare una più efficace promozione del territorio?
Sì, è giunto il momento di strumenti più consoni: talvolta le ricchezze, le culture, i musei, le manifestazioni del territorio non sono conosciute e propriamente pubblicizzate, programmate in tempo utile e come meritano. Serve un’azione nell’immediato sul mercato Italia e una altrettanto consistente nel medio periodo per l’estero, a cura di Enit e delle regioni, favorendo i vettori internazionali e Alitalia verso la destination Italia direttamente sugli aeroporti regionali. I comuni così come le strutture possono sfruttare questo tempo per migliorarsi nel marketing, che aiuterà la promozione delle locations nel long run. L’ambiente ci sta mostrando una vivacità e una naturalezza come non mai, mare limpido, delfini che saltano nel mare, tonni nei porti, polipi sulle scogliere, aria pulita, profumo di zagare in costiera. L’Italia è una ricchezza di borghi, usanze, musei, storia unica e noi italiani la conosciamo poco. Ci vuole una pronta programmazione che attraverso le realtà locali, Regioni, Comuni, Fondazioni, Musei, Parchi, siano pubblicizzate per rendere giustizia alle ricchezze che abbiamo e che non riusciamo a sfruttare al meglio, talvolta per ritardi o per poca programmazione e pubblicità. Diamoci da fare: non possiamo aspettare, abbiamo tanto da fare anche in efficienza e infrastrutture. Il turismo è la risorsa nazionale, non possiamo farci travolgere dalla pandemia, consapevoli del fatto che tutto non sarà come prima e che il turismo sarà una risorsa sempre maggiore per l’Italia e i nostri figli.
(Alberto Beggiolini)