La notizia che la nicotina possa far bene alla salute e addirittura proteggere dal Covid-19 è di quelle che di primo acchito fanno pensare subito ad una fake news e suggeriscono una domanda maliziosa: cui prodest? A chi giova sostenere una tesi smentita su ogni singolo pacchetto di sigarette, su cui è facile leggere: Nuoce gravemente alla salute; Fumare raddoppia il rischio di cancro; Fumare distrugge i tuoi polmoni; Il fumo causa attacchi di cuore; Fumare causa ictus e gravi disabilità; Il fumo danneggia i tuoi figli, la tua famiglia e gli amici… Dopo anni di una messaggistica sempre più terrorizzante, all’improvviso la notizia bomba arriva dalla Francia: fumare fa bene, anzi protegge addirittura dai rischi dell’attuale epidemia da Covid-19.
La problematica è esplosa in questi ultimi giorni sulle pagine della grande stampa internazionale, dopo la pubblicazione di uno studio osservazionale francese, e ha coinvolto l’opinione pubblica, ancor più e prima che il dibattito tra gli esperti assuma una forma più strutturata. L’ipotesi sulle presunte proprietà della nicotina è scaturita dall’osservazione clinica nell’ospedale La Pitié-Salpetrière di Parigi dove, secondo uno studio, solo il 4,4% dei 343 pazienti affetti da Coronavirus ricoverati (età media 65 anni) è un fumatore. Ma già il New England Journal of Medicine a febbraio 2020 riporta che su 1099 casi confermati di Covid-19, il 12,4% dei fumatori ha richiesto terapia intensiva o la ventilazione meccanica mentre per i non fumatori è stato necessario solo nel 4,7% dei casi. Dati quindi entrambi in apparenza scientificamente fondati, ma in netto contrasto tra di loro. Secondo i ricercatori francesi l’ipotesi sugli effetti benefici della nicotina si baserebbe sul fatto che la nicotina, fissandosi sul recettore cellulare utilizzato anche dal Coronavirus, impedisca al virus, o lo trattenga, dal fissarsi, bloccando così la sua penetrazione nelle cellule e la propagazione in tutto l’organismo. Per i ricercatori dell’Istituto Pasteur e del Collège de France il “recettore nicotinico dell’acetilcolina” avrebbe un ruolo centrale nel propagarsi del coronavirus. Se non si trattasse di una istituzione scientifica prestigiosa, avremmo velocemente accantonato il dato, archiviandolo tra le tante fake news di questi giorni.
Ma forse proprio per questo L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha però voluto fare immediatamente chiarezza sul tema e i suoi esperti sono giunti a conclusioni diametralmente opposte a quelle dei ricercatori francesi. Gli esperti Oms hanno detto che “i fumatori potrebbero essere più vulnerabili a contrarre l’infezione da nuovo coronavirus rispetto ai non fumatori. Questa maggiore vulnerabilità deriverebbe dall’atto stesso del fumo: le dita, ed eventualmente le sigarette contaminate, arrivano a contatto con le labbra e questo aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca”. In realtà la tesi finora sostenuta dai più importanti virologi sostiene che fumo e obesità aumenterebbero la letalità del coronavirus.
“Il fumo resta comunque la prima causa di mortalità in Francia, con 75.000 decessi”, afferma il professor Jérôme Salomon, direttore generale della Sanità, di fronte alla domanda che rimbalza oggi in Francia: il fumo delle sigarette protegge dal Coronavirus? La pista della nicotina, che il ministro della Salute, Olivier Véran, ha definito “interessante” deve essere ancora dimostrata. “Bisogna essere molto prudenti e non dimenticare che gli effetti nefasti della nicotina sono ben noti – ha ripetuto Salomon – e sappiamo che i fumatori presentano sintomi gravi quando si ammalano di Coronavirus”.
L’idea che il fumo possa proteggere da una malattia che, nei casi gravi, attacca i polmoni, è assolutamente controcorrente. In Francia, da anni, le autorità conducono una vera e propria crociata contro la sigaretta e il costo di un pacchetto di sigarette è stato portato a 10 euro per disincentivare il fumo. E persino a epidemia già in corso, il Comitato nazionale contro il tabagismo – a fine marzo – aveva allertato i fumatori: “Fumare altera le difese immunitarie e le capacità polmonari – avevano fatto sapere i membri dell’organizzazione antifumo – ma non solo: i fumatori avvicinano regolarmente le dita, potenzialmente portatrici del virus, alla loro bocca, frequentemente la porta d’ingresso del virus”.
In Italia l’Istituto Superiore di Sanità sottolinea come tale rischio, rispetto ai positivi al Covid-19 che non fumano, possa più che raddoppiare. Smettere di fumare, dicono gli esperti, è ora più che mai importante. Sulla base di recenti studi relativi al Covid-19, si legge sul sito dell’Iss, “abbiamo evidenziato un rischio di malattia più severa tra i fumatori”. Tra l’altro, a conferma di ciò, ci sono una serie di dati scientifici evidenti: un terzo in più dei fumatori positivi al Covid-19 presentava all’atto del ricovero una situazione clinica più grave dei non fumatori e, in particolare, per questa categoria di persone il rischio di aver bisogno di terapia intensiva e ventilazione meccanica è più che raddoppiato. Secondo gli esperti, poi, tali studi ipotizzano anche che la condizione di fumatore possa raccontare la differenza di genere nel tasso di letalità riscontrata che sarebbe del 4,7% negli uomini contro il 2,8% nelle donne. Per fare un parallelo con la situazione della Cina, scrive l’Iss, la prevalenza di fumatori uomini supera il 50% mentre quella legata alle donne è inferiore al 3%.
Per gli esperti dell’Istituto superiore di sanità, come la dottoressa Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss, nonostante gli appelli a smettere di fumare siano stati sempre puntuali da parte delle autorità mediche oggi è fondamentale “cessare di consumare qualsiasi prodotto del tabacco”. Pacifici usa un linguaggio ancora più esplicito quando afferma: “Rabbrividisco all’idea che si possa suggerire che la nicotina abbia un ruolo protettivo. Bisogna ricordare che quando parliamo di sigarette non si tratta solo di nicotina, che è la sostanza che crea dipendenza, ma di oltre 40mila sostanze cancerogene. In Italia abbiamo 75mila morti all’anno per danni da tabacco e quindi quello che arriva dalla Francia è un messaggio pericoloso e fuorviante sia per i fumatori sia per chi in questa difficile fase di isolamento sociale è più fragile e potrebbe essere indotto ad iniziare proprio adesso”. Nel timore che un messaggio controcorrente come quello francese, in flagrante contraddizione con i dati consolidati a disposizione dell’Iss, possano indurre le fasce più fragili e più esposte anche al condizionamento mediatico a riprendere a fumare, nel caso avessero smesso, o addirittura a cominciare fumare nella improbabile ipotesi che il fumo faccia bene, la Pacifici sottolinea: “È bene ribadire che chi fuma da lungo tempo si trova già in condizione di maggiore fragilità. Proprio per questo la possibilità che la nicotina abbia un ruolo addirittura protettivo è tutto da dimostrare e non azzera i gravi problemi che può causare”. E comunque i dati a disposizione per poter dire cosa protegga o metta maggiormente a rischio sono ancora pochi: “Attendiamo di conoscere la storia tabagica di chi ha avuto il coronavirus e ad oggi abbiamo pochi dati. Stiamo lavorando su questo proprio per studiare la maggiore fragilità del fumatore. Abbiamo bisogno di avere a disposizione dati più ampi, ma gli studi condotti fino ad ora evidenziano un rischio di malattia più severa tra i fumatori”.
Insomma, il consumatore di tabacco va considerato più a rischio e più fragile. Ma ciò che interessa segnalare ad anziani e adolescenti, grandi e piccoli, è che anche la scienza va maneggiata con cura e ci sono ipotesi scientifiche tutte da dimostrare. Bisogna prendere decisioni scientificamente fondate, ma non tutto quello che dicono tutti gli scienziati è certo o accuratamente documentato e dimostrato. Una ipotesi resta una ipotesi, almeno fintanto che non è dimostrata applicando rigorosamente il metodo scientifico, che ha le sue leggi, i suoi tempi e i suoi criteri di verifica. Troppe ipotesi scientifiche si sono alternate sul grande e piccolo schermo in questi ultimi tempi, spesso solo ipotesi, che a qualcuno però è piaciuto sbandierare come tesi ampiamente dimostrate.
Le ipotesi, spesso fantasiose, non possono essere usate per manipolare l’opinione pubblica e tanto meno possono essere messe al servizio di interessi che non hanno nulla a che vedere con la tutela della salute. Tutti i prodotti del tabacco, vanno accuratamente evitati se si vuole offrire alla propria salute qualche garanzia in più.