Durissimo sfogo di un imprenditore veneto intervistato a La7 nella trasmissione di approfondimento giornalistico “Piazza Pulita“. Un giro nelle fabbriche del Veneto che si sta attivando per ripartire e si è capito come nel tessuto sociale della Regione lo stop alle fabbriche dovuto dal lockdown per l’emergenza coronavirus sia stato patito come un vero e proprio sopruso: “Se si va avanti ancora un mese in queste condizioni il 50% delle imprese chiudono. E’ già troppo tardi per riaprire, abbiamo fermato per un mese e mezzo la produzione e chiuso la filiera. Non ci riprendiamo più, ditemi perché si è dovuto chiudere. Perché negli altri Paesi europei non chiudono, chi è stato a dire che in Italia la situazione è più grave?” Parole a tratti urlate, in maniera concitata, per sottolineare una situazione arrivata al limite: “Dalle nostre parti si dice in Italia si piange il vivo per fot… il morto. Pensate che la Germania aspetti che si riprende l’Italia? Visto che non ha i rifornimenti per i pezzi di ricambio, si sarà andata a rifornire da un’altra parte o no? Quando hai perso un cliente col caz… che riesci a risollevarti!” Un linguaggio colorito per dipingere uno stato d’animo insostenibile.
“LASCIAR LAVORARE LA GENTE, SENZA MARTORIARLA!”
Lo sfogo, come si vede nel video postato dal sito di La7, continua sottolineando come aver perso la fiducia dei clienti è stata la mossa suicida in una crisi gestita solamente sul piano dell’improvvisazione: “L’Italia è finita, nel momento in cui stiamo fermi un mese abbiamo 150 miliardi di fatturato in meno. Se non riescono a trovare i soldi quando tutto gira nel modo migliore, come fanno adesso? Il Governo si muove all’insegna dell’improvvisazione, hanno stanziato 400 milioni di euro per fare cosa? Ti dicono, ti presto dei soldi, la banca te li anticipa, pagami le tasse e dopo ti arrangi! E io mi trovo il doppio del debito.” E’ in questo punto del ragionamento che emerge la maggior rabbia, nei confronti dello Stato ma anche di un conflitto tra Nord e Sud Italia che rischia di riaccendersi a causa della crisi economica: “Io sono stanco di prendermi del ladro e dell’evasore. Adesso questi figli di put… si accorgono che al Sud ci sono 3 milioni e 8oomila persone che lavorano in nero e allora bisogna sostenerli perché non hanno gli introiti. E allora siamo noi che creiamo l’evasione o è là?” Il ragionamento si chiude con un appello: “Il Veneto si arrangia, abbiamo già fatto i conti, le pensioni ce le paghiamo da noi. Lasciateci lavorare e le robe le sistemiamo da noi. Poco ma sicuro, i soldi dovevano darli alle imprese: la ricchezza la creiamo noi, non loro, loro mangiano di notte quello che noi creiamo di giorno. La gente che lavora è giusto lasciarla lavorare, senza martoriarla!”