La scoperta è stata effettuata da tredici medici italiani e pubblicata di recente sul “Journal of the American Academy of Dermatology”: c’è la possibilità che si sviluppi la varicella nei malati di Coronavirus? Un quesito nato da alcune considerazioni. La prima: due recenti pubblicazioni hanno alzato l’asticella dell’attenzione in merito alle manifestazioni cutanee in pazienti Covid-19 ed è stato osservato un rash petecchiale simile a quello associato alla dengue (febbre tropicale) in un malato proveniente thailandese. Lo studio nostrano adduce, invece, come motivazione alla base dell’interrogativo l’osservazione di 22 infetti ricoverati presso l’ospedale di Lecco e che hanno sviluppato eruzioni cutanee eritematose, orticaria diffusa o vescicole simili a quelle della varicella. “Durante l’epidemia italiana, abbiamo osservato un esantema papulovescicolare simile a una varicella – scrivono i medici nell’articolo –. I pazienti maschi erano il 72,7% e l’età media era di 60 anni. La maggior parte di loro proveniva dalla Lombardia”.
VARICELLA NEI MALATI DI CORONAVIRUS? MANIFESTAZIONI MOLTO SIMILI, MA…
Il tempo medio di latenza dai sintomi sistemici all’esantema è stato di tre giorni e la durata media delle manifestazioni cutanee è stata di otto giorni. “Nessuna variazione nella presentazione papulovescicolare è stata osservata nella nostra serie di casi”, scrivono i medici. Il tronco è stato costantemente coinvolto, in alcuni casi in associazione con gli arti, mentre non è stato riscontrato alcun coinvolgimento del viso o delle mucose. Il prurito, che era generalmente lieve, è stato riportato in nove pazienti (40,9%). “Le caratteristiche tipiche di queste manifestazioni sono il costante coinvolgimento del tronco, una distribuzione diffusa delle vescicole e prurito lieve o assente. Quest’ultimo aspetto è in linea con la maggior parte degli esantemi virali, ma a differenza della varicella vera le lesioni compaiono generalmente 3 giorni dopo i sintomi sistemici e scompaiono dopo 8 giorni, senza lasciare cicatrici”. Se ulteriori studi convalideranno questi risultati, l’osservazione della pelle rappresenterà un indizio utile per sospettare casi di COVID-19 in pazienti asintomatici o paucisintomatici.