Dopo l’analisi dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sul coronavirus in Italia, ecco i numeri aggiornati con il nuovo bollettino della Protezione civile. Sono 3.021 i nuovi casi, ma continuano a diminuire gli attualmente positivi. Questo anche perché c’è un numero altissimo di guariti: 2.922, per un totale che sale a 60.498. I deceduti registrati nelle ultime 24 ore sono invece 420, quindi il totale delle vittime sale a 25.969 morti. Se dunque al numero dei casi si sottrae quello dei morti e dei guariti, si registra un numero negativo di persone attualmente positive. E infatti siamo a -321: in Italia ci sono attualmente 106.527 persone attualmente positive al coronavirus.
I pazienti ricoverati con sintomi sono 22.068 (803 in meno), 2.173 (-94 rispetto a ieri) sono in terapia intensiva. Ci sono ben 9 regioni-province autonome sotto i 25 casi oggi: Friuli Venezia Giulia (24), Bolzano (21), Abruzzo (18), Calabria (10), Valle D’Aosta e Basilicata (4), Sardegna e Molise (3), Umbria (1). Quella più colpita resta la Lombardia, con 1.091 casi e 166 morti. Qui invece il bollettino di Veneto ed Emilia Romagna. (agg. di Silvana Palazzo)
CONFERENZA STAMPA ISS: “EPIDEMIA DA GENNAIO”
Durante la conferenza stampa dell’Istituto superiore di sanità (Iss) è intervenuto anche Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler, il quale ha fornito dati interessanti sulla trasmissibilità del coronavirus in Italia. «L’infezione è fatta di tanti momenti: quello in cui ci infettiamo, quindi di esposizione, ma non è noto; poi quello di inizio sintomi, quindi quello della diagnosi e di eventuale ricovero e/o decesso. Dall’inizio dei sintomi alla diagnosi passano 5,5 giorni. Il ritardo medio dalla data di inizio sintomi a quella del decesso è di 18 giorni».
Merler ha anche evidenziato un altro aspetto molto rilevante: «Ci siamo accorti che c’erano moltissime persone infette in Lombardia prima del 20 febbraio, quindi l’epidemia parte molto prima, di sicura a gennaio, forse anche prima, ma questo non lo sapremo mai». A tal proposito ha spiegato che «il grosso dell’epidemia comincia 11-12 febbraio» e che «fino al lockdown una decrescita della trasmissibilità».
Interessante anche il focus sulla Regione Lombardia: «L’epidemia si è comportata diversamente qui. La trasmissibilità è calata prima dell’istituzione dell’area rossa, forse perché sapere dell’epidemia aveva fatto già cambiare le abitudini. C’è stato un effetto di riduzione veloce, poi c’è stata l’area rossa, quindi è finita sotto soglia epidemica». Secondo Merler c’è margine per gestire bene la situazione, ma non siamo ancora in una situazione di sicurezza. (agg. di Silvana Palazzo)
CONFERENZA STAMPA ISS: “NON CONOSCIAMO MORTI TOTALI”
«La situazione è nettamente migliorata, ma c’è una circolazione che non possiamo ignorare». Questa l’analisi di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore della sanità (Iss), nella conferenza stampa di oggi sull’andamento del coronavirus in Italia. «I sintomatici si riducono, così come la quota dei pazienti critici, anche nelle aree dove c’è stata o c’è elevata concentrazione del virus», ha aggiunto Brusaferro.
#Bollettino dell’#Istituto #Sanita sui #casi di #coronavirus accertati e certificati in #Italia (diffuso oggi, aggiornato al 23 aprile) pic.twitter.com/1qVdk70eSq
— ilSussidiario (@ilsussidiario) April 24, 2020
In merito ai dati sulla letalità ha fatto un annuncio: «È un tema che stiamo approfondendo con l’Istat, faremo un report congiunto. Ma col sistema attuale stimiamo le persone decedute con un tampone positivo. Sappiamo però che non intercettiamo tutti i morti». C’è comunque un dato costante: «La mortalità è più alta tra le persone con età più elevata. Inoltre, avere più patologie pregresse è un fattore di rischio».
#Bollettino dell’#Istituto #Sanita sui #casi di #coronavirus confronto tra prima e seconda fase dell’epidemia pic.twitter.com/lFgVq6viBO
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Ma a livello generale Brusaferro spiega che «l’intensità si è ridotta», come mostra anche attraverso una slide. Segnala però anche un cambiamento a livello di fasce di età: «Nella seconda fase dell’emergenza la quota di persone contagiate di sesso femminile è cresciuta». Infine, i dati sui luoghi dove ci si infetta: prevalgono le Rsa, poi i luoghi di lavoro e quindi l’ambito familiare. (agg. di Silvana Palazzo)
BOLLETTINO ISS 24 APRILE
Nuova conferenza stampa dell’Istituto superiore di sanità (Iss): oggi il presidente Silvio Brusaferro farà il punto della situazione sul coronavirus in Italia. Ogni settimana si tiene infatti l’incontro con la stampa per analizzare l’evoluzione di un’epidemia che ancora non conosciamo perfettamente. E saranno quindi aggiornati i dati rispetto all’ultimo bollettino sulla sorveglianza integrata. Nei giorni scorsi Brusaferro, intervenendo ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format I Lunatici, ha spiegato a che punto siamo nella lotta al Covid-19. «Siamo in una fase di controllo della circolazione del virus e questo è un dato positivo». Ma all’orizzonte c’è una fase ancor più delicata, perché dovremo convivere col virus. «L’obiettivo finale sarà quello di avere il vaccino e di immunizzare tutti i cittadini».
Alla cautela invita anche la Protezione Civile, che oggi pubblicherà alle 18 un nuovo bollettino con i dati aggiornati relativi al coronavirus in Italia. Se l’appuntamento con l’Istituto superiore di sanità sarà tramesso in diretta video streaming sui canali social del Ministero della Salute e dell’Iss, il bollettino invece della Protezione civile verrà diffuso con un comunicato, visto che si è deciso di ridurre gli incontri a due volte a settimana.
CONFERENZA STAMPA ISS E BOLLETTINO PROTEZIONE CIVILE
Sono scesi di molto i nuovi contagi: ieri il bollettino della Protezione civile ne ha segnalati 2.646, quindi 724 in meno rispetto al giorno precedente. Ma conferma anche una anomalia, quella della Regione Lombardia. Qui si concentra ben più di un terzo del totale dei nuovi contagi. Sono aumentati di poco i decessi, che passano a 464 rispetto ai 437 del giorno prima. Ma quel che è rilevante è il drastico calo dei ricoveri: 934 in meno nei reparti Covid ordinari, 117 posti letto che si liberano invece nelle terapie intensive. Proprio per i numeri che emergono dal bollettino quotidiano della Protezione civile, si è diffusa l’ipotesi che il coronavirus stia diventando meno aggressivo o che abbia delle ondate che durano 70 giorni.
Sarà un aspetto interessante da chiarire oggi nella conferenza stampa dell’Istituto superiore di sanità. Ma a tal proposito il presidente Silvio Brusaferro si è già espresso: «Questo virus fa parte di una famiglia nota che ha già circolato e circolava nel mondo. Però ha delle caratteristiche peculiari e tutto il mondo lo sta studiando. Ogni ipotesi va verificata sul campo, bisogna aspettare le verifiche scientifiche che sono in corso per dare risposta a queste domande».