Contestualmente alla crisi economica generata dal Coronavirus, ecco spuntare gli sciacalli degli alberghi: trattasi, nello specifico, di individui che indirizzano offerte al ribasso nei confronti dei proprietari degli hotel al fine di acquisire a basso costo i loro edifici, approfittando del momento di totale stallo del comparto turistico. Uno stallo non certo voluto, ma dettato dalla necessità di tutelare la salute pubblica, osservando il distanziamento sociale e tutte le relative norme approvate dal Governo italiano mediante i vari decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri finora emanati. A finire nel mirino di questi squali sono state le strutture ricettive della riviera romagnola, dal momento che le perdite connesse ai mancati introiti estivi (a prescindere dal fatto che si possa andare o no in vacanza quest’estate, inevitabilmente ci saranno) graveranno sulle spalle di tutti gli albergatori, a maggior ragione su quanti in questo periodo si sono fatti carico di investimenti ingenti per eseguire opere di ammodernamento e migliorare la qualità dei propri ambienti.
CORONAVIRUS, ECCO GLI SCIACALLI DEGLI ALBERGHI: IL MONITO DEL PREFETTO DI RIMINI
Come riferisce il quotidiano “Il Sole 24 Ore”, il fenomeno non è passato inosservato agli occhi delle istituzioni, tanto che il prefetto di Rimini, Alessandra Camporota, ha lanciato l’allarme: “La mafia sfrutterà il virus per infiltrarsi. Le istituzioni sono all’erta e stanno seguendo con forte attenzione gli accessi al credito, così come i passaggi di proprietà sospetti”. Del resto, in tempi non sospetti anche l’Unità di informazione finanziaria aveva segnalato il pericolo di truffe, di fenomeni corruttivi e di possibili manovre speculative anche a carattere internazionale, oltre che il possibile indebolimento economico di famiglie imprese, che potrebbe “accrescere gli episodi di usura e facilitate l’acquisizione diretta o indiretta delle aziende da parte delle organizzazioni criminali”. Le forze dell’ordine, dal canto loro, hanno dichiarato di essere al corrente della situazione e di aver avviato un’opera di monitoraggio scrupoloso, grazie anche “alle nostre banche dati e a quelle delle associazioni di categoria”.