La Ciociara è il titolo di almeno due opere tratte dal romanzo (a sua volta omonimo) di Alberto Moravia. Una di queste, la miniserie televisiva, andrà in onda questa sera su Rete 4. Si tratta di un remake del film originale del 1960 diretto da Vittorio De Sica, con protagonista sempre Sophia Loren. Ed è proprio la Loren, in un’intervista al Corriere del 2002, a illustrare le differenze tra il lavoro cinematografico e il libro. Facendo una premessa: “Lo lessi appena uscito. Ero in Svizzera, stavo terminando un film, De Sica me lo mandò. Era il ’57, allora nessuno di noi pensava ancora al film. Cominciai a leggere le prime pagine, non mi staccai più, lo finii tutto di un fiato. Mi riportava le immagini della guerra che avevo vista io, tra Pozzuoli e Napoli, mi fece rivivere dei momenti che credevo di aver dimenticato. Gli stessi ricordi che io poi avrei tenuto presenti durante le riprese”.
La “lettura” di Sophia Loren
Le immagini che più colpirono Sophia Loren furono quelle dei bombardamenti, “quando si doveva dormire fuori casa, su materassi buttati là. Mi fece ricordare i camion dei tedeschi che passavano cantando. E poi, dopo l’arrivo degli Alleati, i marocchini che si erano sistemati nel cortile della casa dove abitavamo io mia madre e mia sorella. Ballavano battendo il ritmo sui piatti di stagno. Dormivano per terra, e quando si rincasava dovevamo passare sopra i loro corpi, attente a non urtarli. Vivevamo nello spavento. Ci dicevano che non ci avrebbero fatto nulla, ed era vero, con loro c’era sempre il comandante che li sorvegliava, ma avevamo paura lo stesso”. Per interpretare Cesira, Sophia Loren non ha avuto bisogno di ispirarsi alle vicende di altri al di fuori della sua famiglia: “Pensavo solo a mia madre che cercava disperatamente tutto il giorno qualcosa da mangiare per noi. Nulla la fermava, doveva trovare il modo di sfamarci, non si arrendeva”.
La Ciociara, cosa cambia tra libro e film
Le differenze principali tra La Ciociara di Vittorio De Sica e quella di Alberto Moravia riguardano le età delle protagoniste, Cesira-madre e Rosetta-figlia. Oltre ad avere molti più anni di quelli di Sophia Loren, 25enne all’epoca delle riprese, la Cesira del romanzo è un personaggio caratterizzato come avido, gretto e meschino. È solo la tragedia finale, a portarla a rivalutare le sue priorità. Nel film, al contrario, Cesira è molto più umana: “De Sica aveva deciso così”, spiega la Loren. “Non riusciva a vedermi antipatica, perciò cambiò un po’ il personaggio. E lo ringiovanì. Anche la figlia, la Rosetta del film, è molto più bambina che nel libro”. Strano ma vero, nessuno ebbe da ridire su questo contrasto: “No, nessuno. Era un personaggio perfetto, vero, sincero. Di quelli per cui contano le emozioni, non gli anni. Appartiene ormai al numero dei personaggi che non hanno età, che restano per sempre. De Sica, con quel film, mi ha fatto entrare nelle cineteche, nella storia del cinema”. E non nega che anche lei, nel rivedersi, prova un’emozione unica: “Ogni volta anch’io davanti a quelle immagini non riesco a trattenere il pianto”.