Neppure a Carlo De Benedetti è piaciuta la scelta di John Elkann di affidare a Maurizio Molinari la direzione di Repubblica al posto di Carlo Verdelli. Per questo lo storico editore del quotidiano sta valutando l’ipotesi di ricorrere a misure estreme, come quella di fondare un nuovo quotidiano, “svuotando” di fatto Repubblica, visto che si porterebbe con sé tutte le firme. «Ci sto pensando seriamente. E ricevo messaggi incoraggianti», ammette in un’intervista rilasciata a Il Foglio. La sensazione di De Benedetti è che Elkann voglia modificare la natura di Repubblica e portare più a destra il quotidiano. «Credo sia in animo uno snaturamento sostanziale del filone culturale che è stato all’origine del giornale fondato da Eugenio Scalfari». Anche per questo ritiene ci siano buone ragioni, oltre che spazio, per un nuovo quotidiano. Carlo De Benedetti, dunque, è pronto a sferrare un duro attacco a John Elkann, in un contesto in cui «il governo non esiste, i partiti non esistono, le istituzioni sono liquefatte».
NUOVA REPUBBLICA, L’IDEA DI CARLO DE BENEDETTI
Carlo De Benedetti porterebbe con sé, nella “nuova Repubblica”, Eugenio Scalfari ed Ezio Mauro, oltre che Carlo Verdelli come direttore. «Oggi fare un giornale non costa nemmeno troppo», ha detto a Il Foglio. L’idea è dunque di svuotare Repubblica delle sue firme storiche, i cui contratti di collaborazione scadono a dicembre. Maurizio Molinari non è il profilo giusto per la direzione di Repubblica secondo De Benedetti. «È un conservatore, nell’accezione migliore del termine. Un conservatore alla anglosassone». Per lo storico editore non c’entra nulla con il quotidiano: «Non ho dubbi che porterà il giornale da un’altra parte rispetto alla sua storia e alla sua tradizione». Ma questo può produrre anche un effetto positivo. «Questo, anche dal punto di vista editoriale e industriale, lascerà campo libero. Spazio. Direi praterie, anche a un nuovo giornale che recuperi lo spirito più vero di Repubblica».
LA RESISTENZA DI SCALFARI CONTRO MOLINARI
Eugenio Scalfari su Maurizio Molinari ha già lanciato una bordata. «Non mi ha chiamato, certo non può convocarmi in ufficio perché siamo reclusi per la pandemia, però non mi ha telefonato e non l’ha fatto neanche l’editore John Elkann». Non è intenzionato a lasciare il giornale, ma De Benedetti potrebbe convincerlo a intraprendere un nuovo percorso. Un ritorno al passato. Nell’intervista al Fatto Quotidiano ha poi reso omaggio all’ormai ex direttore del giornale, ma ha anche espresso le sue perplessità sul futuro del quotidiano. «Voglio tributare il mio saluto a Carlo Verdelli il direttore liquidato, fatto fuori, cacciato in maniera brutale, e voglio porre alcune condizioni ambientali per il futuro, non per me, ma per il nostro giornale». Verdelli piaceva molto a Scalfari, «Ha colto subito lo spirito di Repubblica. Io gli ho offerto alcuni consigli, lui mi ascoltava e lavorava. Non meritava questo trattamento, è vergognoso».