Il coronavirus, oltre a causare un’emergenza sanitaria senza precedenti, ha modificato le abitudini dei singoli e sconvolto la quotidianità di noi tutti. Uno dei settori più colpiti è stato sicuramente quello dell’istruzione. Le scuole hanno compiuto un grande sforzo per digitalizzare la didattica in un arco di tempo limitato. La didattica è tuttavia solamente uno degli aspetti legato al mondo scuola: in questi giorni infatti si sta discutendo anche di come poter gestire efficacemente gli esami di maturità o a esempio i test di ingresso per le università in modalità telematiche.
In queste settimane di emergenza, un aspetto che al momento non è mai entrato all’interno del dibattito pubblico e che rischia di essere ingiustamente sottovalutato, riguarda le attività di orientamento in uscita, tralasciate per altre priorità.
Ogni anno più di 300mila ragazzi in Italia prendono la decisione di iscriversi all’università. Già prima del coronavirus, molti realizzavano questa decisione senza adeguate informazioni e molto spesso seguendo solamente i consigli di parenti e amici. Ciò non porta a una scelta consapevole del proprio futuro e, secondo Anvur, circa uno studente su cinque che si iscrive all’università abbandona gli studi o cambia corso o ateneo tra il primo e il secondo anno!
Infatti, in un contesto in cui le tecnologie si sviluppano a una necessità sempre maggiore, non sempre i familiari e la scuola riescono a stare al passo con i tempi per affiancare i ragazzi e le ragazze in una scelta consapevole del post-diploma.
Secondo le rielaborazioni dell’Osservatorio Talents Venture sui dati dell’ultima indagine di Almalaurea, circa un terzo dei laureati triennali ammette – pur avendo ottenuto il titolo – che non si iscriverebbe più all’università oppure che sceglierebbe un diverso corso di laurea o ateneo, immaginando per assurdo di poter cambiare la propria decisione iniziale. Scendendo nel dettaglio, i gruppi di laurea per cui vi è una maggiore tendenza nell’aver voluto cambiare corso di laurea in caso di re-iscrizione all’università sono quello giuridico (28% non lo sceglierebbe), linguistico, traduttori e interpreti (26%) e politico-sociale (25%). Al contrario, gli studenti che sembrano meno propensi a cambiare la scelta del corso di laurea qualora ne avessero avuto la possibilità sono quelli che si sono laureati dal gruppo scientifico, matematico e fisico e psicologico (solo il 10% cambierebbe il corso di laurea) e statistico (11%).
È interessante notare come, considerando il mercato del lavoro, dove le aziende offrono 2,34 posti di lavoro per ogni neo-laureato in statistica, i laureati in statistica rappresentino solamente lo 0,5% del totale dei laureati dell’anno 2018.
Con l’emergenza coronavirus questi numeri sono destinati a peggiorare, considerata l’assenza (parziale o totale, a seconda dei casi) di attività di orientamento in uscita nelle scuole dal mese di febbraio in poi.
Un ulteriore problema si annida poi nell’affidare le iniziative di orientamento universitario solamente all’iniziativa dei singoli atenei. Infatti, avendo come obiettivo principale quello di promuovere i loro corsi, gli eventi di orientamento organizzati tralasciano molto spesso di dar rilievo sia alle attitudini e motivazioni dei singoli individui, sia all’intera offerta formativa post-diploma, nonché agli effettivi sbocchi lavorativi dei corsi di laurea.
È fondamentale, pertanto, lanciare un appello per evitare che oltre 300mila ragazze e ragazzi non si trovino a scontare una scelta poco consapevole del proprio futuro per colpa di una situazione emergenziale contingente, e che si spera finirà presto. Per ridurre le probabilità di abbandono, cambio di corso o insoddisfazione degli studenti, è fondamentale che, anche in questa circostanza critica vengano messe a disposizione degli studenti e delle loro famiglie delle informazioni, facilmente accessibili e interpretabili, affinché possano compiere una scelta del loro futuro formativo nel pieno della loro consapevolezza.
Con questo obiettivo Talents Venture ha lanciato il podcast “Dall’Università al Lavoro”, disponibile su tutte le principali piattaforme (Youtube e Spotify), mettendo a disposizione degli studenti l’esperienza di un professionista e di un laureando per ognuno dei 20 indirizzi di laurea presenti in Italia. Inoltre, è stata data voce a 5 esperte della società civile, le quali guideranno i ragazzi nella comprensione del mercato del lavoro del futuro. Un piccolo gesto che si spera possa essere il primo di una serie di nuove iniziative dedicate all’orientamento in uscita nelle scuole italiane.