Il calcio in Italia è pronto a ripartire: attendevamo il comunicato della FIGC a “risposta” o comunque a seguito della conferenza stampa di Giuseppe Conte, e il presidente della Federcalcio non si è fatto attendere. Gabriele Gravina, che ha sempre spinto perché l’emergenza Coronavirus non significasse automaticamente concludere in anticipo i campionati, ha infatti esplicitato che “lavoriamo per far ripartire il calcio in sicurezza”, dunque specificando che il primo tema all’ordine del giorno deve sempre essere quello della salute. Secondo il presidente FIGC l’orizzonte prospettato dal Governo, ovvero la ripresa degli allenamenti di gruppo il 18 maggio (anche se non c’è l’assoluta certezza su questa data) rende possibile la riapertura dei tornei: “Siamo convinti della strada che abbiamo intrapreso perché è seria e responsabile” ha poi detto Gravina, aggiungendo che si tratti anche dell’unica via che persegua l’interesse generale del sistema e dello sport italiano. “Anch’esso, per diversi motivi, sarebbe danneggiato dallo stop definitivo del campionato di Serie A”.
Per quanto riguarda l’argomento della sicurezza e delle misure sanitarie, Gravina ha citato il protocollo stilato dalla Commissione medico scientifica che ha detto essere “molto rigoroso”: a nome della Federcalcio si è detto pronto a integrarlo e modificarlo per mezzo delle indicazioni che dovranno arrivare dal Comitato stesso e dal Coni, “riconoscendo la FMSI quale riferimento scientifico per armonizzare il tutto”. Da qui alla citazione del 18 maggio, data entro la quale potranno davvero esserci tutti i presupposti per la ripresa delle attività – naturalmente si parla di allenamenti collettivi presso i centri sportivi, che per il momento restano chiusi – una volta che il protocollo di cui sopra verrà effettivamente migliorato. “Continueremo a dialogare con le istituzioni animati dallo spirito di collaborazione che ci ha sempre contraddistinto, avanzando proposte, recependo osservazioni e proponendo soluzioni”. Ora però si tratta di capire se effettivamente si tratterà di ripartire, perché ci sono già delle voci che, a differenza di quanto sostiene il presidente FIGC, indicano nel nuovo decreto governativo un’ulteriore difficoltà verso la ripresa.
Ad ogni modo, Gravina ha proseguito nel comunicato sostenendo come la Federcalcio sia concentrata sulla fase più delicata dell’emergenza Coronavirus, e che per questo motivo si sta lavorando per trovare le migliori soluzioni che consentano di terminare i campionati “pianificando in modo responsabile tutti i passi da compiere ma anche per definire gli scenari futuri”. A questo proposito sarà convocato un Consiglio Federale per il prossimo 8 maggio, per delimitare il perimetro entro il quale operare: qui il tema sembra essere quello dei calendari, perché iniziando a giocare a giugno bisognerà capire in che modo piazzare tutti gli eventi calcistici che devono portare alla conclusione della stagione 2019-2020, e che non sono pochi. In più, l’argomento si lega in maniera diretta con quello dei diritti tv che è ancora oggetto di discussione; il comunicato della FIG si chiude con un invito del suo presidente, “da semplice tifoso di calcio, a mettere da parte le polemiche sterili, a lavorare insieme e a giocare di squadra per superare la crisi”. Si riuscirà davvero a fare in modo che questo succeda?