Il Premier Conte ha scelto la Lombardia, con le eccezioni di Genova stamattina e Piacenza oggi pomeriggio, come primo viaggio istituzionale dopo 2 mesi di “quarantena politica” a Palazzo Chigi per gestire l’emergenza coronavirus: ha stupito un po’ tutto però il “blitz” in serata a Milano, divenuto poi notturno a Bergamo e Brescia dove ci è arrivato praticamente non prima dell’una di notte. I temi affrontati nei brevi punti stampa fuori dalle prefetture delle tre città più colpite dal Covid-19 sono stati diversi visto che solo 24 ore prima nella conferenza stampa sul nuovo Dpcm fase 2 diverse erano state le perplessità su come il Governo intende impostare realmente la prossima fase di ricostruzione del Paese.
Prima a Milano la precisazione su “congiunti” (intende anche fidanzati e amanti, ndr) e la replica alla Cei (scaricando in parte la “colpa” sulle chiese chiuse al Comitato Tecnico Scientifico) e poi correndo nelle due provincie dove l’emergenza coronavirus si è fatta drammatica nel mese di marzo-aprile: «per quanto riguarda la zona rossa nei due comuni bergamaschi (Alzano e Nembro, ndr), nel momento in cui era stata proposta, è stata subito considerata e ho chiesto di esaminare le ragioni, sulla base però di un contagio già diffuso non solo nei due Comuni ma anche a Bergamo e in tutta la Lombardia. Per questo alla fine è stato deciso di estendere la zona rossa a tutta la Lombardia», ha spiegato ieri sera Conte a Bergamo prima di incontrare prefetto e sindaco Gori.
ZONA ROSSA BERGAMO, STIZZA CON LA GIORNALISTA
Il momento non è stato privo di tensioni visto l’insistenza delle domande di alcuni giornalisti in merito alla situazione che ha dovuto sopportare la provincia di Bergamo con la possibili istituzione della zona rossa che tantissime polemiche ha sollevato nelle scorse settimane: «Abbiamo chiesto un approfondimento al nostro comitato tecnico scientifico. Il 5 marzo, ricordo bene la data, mi è arrivata la relazione. Il 6 ne abbiamo discusso insieme e il 7 ho comunicato che era stata chiusa tutta la Lombardia», spiega ancora Conte che prima di congedarsi con la stampa, all’ennesima domanda di approfondimento sul tema, risponde stizzito e seccato alla giornalista «Se lei un domani avrà la responsabilità di governo, scriverà i decreti..».
Non solo tensioni con la stampa però per il Premier Conte, visto che diversi sindaci dell’area bergamasca appartenenti alla Lega (Treviglio, Lumezzane, Montirone, Gandosso) hanno stigmatizzato la modalità di visita del Presidente del Consiglio: «Siamo delusi e sconcertati, ancora una volta il governo mostra indifferenza e poca considerazione per i comuni più colpiti dal Covid. Ci hanno lasciato soli nella gestione dell’emergenza e continuano a farlo anche ora. Abbiamo appreso dalle agenzie di stampa che il premier verrà stasera a Bergamo e Brescia e non siamo nemmeno stati avvisati. Ancora una volta nessuna considerazione per i territori: a noi le passerelle non servono…».
CONTE A BRESCIA ALL’UNA DI NOTTE
Poi verso mezzanotte il congedo dalle autorità di Bergamo e la corsa in fretta e furia verso la città di Brescia dove vi arriva all’una di notte e vi conclude attorno alle 3: «Sono qui per rendere omaggio al coraggio e all’abnegazione che ha avuto Brescia, una città messa a dura a prova. Troveremo un modo per dare maggiore sostegno economico alle realtà più colpite come Brescia». Non solo i sindaci però nutrono fastidi per la modalità del “blitz notturno”, anche a livello nazionale non è piaciuto il modo con cui Conte ha “visitato” la Lombardia dopo due mesi di critiche, scontri a distanza e purtroppo tanti, tantissimi morti: «Le province di Bergamo e Brescia hanno avuto, realmente, oltre dieci mila morti per il virus. Ieri sera, dopo due mesi, per la prima volta il signor Conte si presenta in queste province e arriva a Bergamo alle 23:10 quando era atteso alle 20:30», attacca il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli (Lega).
Ancora l’esperto politico del Carroccio non perdona a Conte la stizza vista nel premier davanti alla stampa «Conte non vuole rispondere alle domande dei giornalisti bergamaschi che lo aspettano da oltre un’ora (risponde che ha già parlato a Milano), poi non è in grado nemmeno di ricordare i nomi di Alzano Lombardo e Nembro che definisce genericamente i piccoli comuni del bergamasco e infine sulla domanda sulla mancata zona rossa in Val Seriana risponde alla giornalista ‘la prossima volta faccia lei il presidente del Consiglio così scriverà lei il Dpcm”. Non servono parole di commento».