Nuova speranza per l’uomo nella lotta contro il Coronavirus; l’università di Oxford ha infatti sviluppato un vaccino efficace sulle scimmie e ora l’auspicio è che dia buoni risultati anche sul genere umano, anche se potrebbero volerci mesi prima di svilupparne una versione adatta. Come riferito dal quotidiano “New York Times”, l’esperimento sugli animali è stato condotto a fine marzo dagli scienziati del Governo statunitense presso il Rocky Mountain Laboratory di Hamilton, nello Stato del Montana. In particolare, a sei esemplari di macaco rhesus è stato iniettato un vaccino prodotto dal Jenner Institute e dall’Oxford Vaccine Group. Successivamente, le scimmie sono state esposte a pesanti dosi di Covid-19, le medesime che in precedenza avevano fatto ammalare i loro simili: in questo caso, però, nessuno dei primati ha sviluppato sintomi e sono rimasti tutti sani anche a distanza di quattro settimane. Un dato che ha fatto esultare i ricercatori, poiché il macaco rhesus è praticamente la specie animale più simile agli esseri umani che esista.
CORONAVIRUS, VACCINO EFFICACE SULLE SCIMMIE: INIZIATA LA SPERIMENTAZIONE SULL’UOMO
Il vaccino somministrato ai macachi rhesus si chiama hAdOx1 nCoV-19 e la sperimentazione sull’uomo, sempre secondo quanto scritto sulle colonne del “New York Times”, è iniziata giovedì e dovrebbe concludersi a settembre. Peraltro, non si tratta dell’unico caso di test eseguiti sulle scimmie: anche la Sinovac Biotech, un’azienda cinese avente sede a Pechino, è a caccia di un vaccino contro il Coronavirus e soltanto la settimana scorsa ha scoperto che quello da lei sviluppato risulta essere efficace proprio sui macachi. L’interrogativo sorge spontaneo: perché si ritiene il macaco rhesus la specie più simile all’uomo? Per il semplice fatto che condivide con lui all’incirca il 93% del DNA. Certo, questo non fornisce in automatico garanzie di funzionamento del vaccino anche sull’essere umano, però alimenta indubbiamente la fiammella della speranza. Attualmente nel mondo sono in fase di sviluppo 80 vaccini contro il Coronavirus, ma alcuni produttori stanno scegliendo di saltare la fase di sperimentazione animale per risparmiare tempo.