Sono tanti i misteri che ancora oggi caratterizzano la morte di Luigi Tenco. Si parla di suicidio per il noto artista, che si sarebbe dunque tolto la vita lasciando addirittura un biglietto riconosciuto però come suo da una perizia grafoscopica fatta solo nel 1990, cioè ben 23 anni dopo la sua morte. Eppure ancora molti dettagli non risultano chiari. Dalla posizione in cui è stato ritrovato a quella della pistola con la quale si sarebbe tolto la vita. Anche in questo caso, infatti, ci sono più versioni: per il commissario era “nella mano” (destra o sinistra?). Per un secondo testimone “l’arma era lontana dal corpo, addirittura in fondo alla stanza”. Per un terzo invece era “in mezzo alle gambe”. Per altri due testimoni era “sotto il comò”. Per chi ancora ha effettuato i rilievi invece era “tra le gambe”, mentre una foto la evidenzia “sotto le natiche”. Versioni discrepanti che aumentano i dubbi sulla delicata vicenda. (Aggiornamento di Anna Montesano)
Il mistero sulla morte di Luigi Tenco
La morte di Luigi Tenco è ancora oggi avvolta nel mistero. In occasione della puntata di “Grazie dei fiori ribelli”, il programma di Pino Strabioli e Gino Castaldo dedicato a sei protagonisti ‘ribelli’ della musica italiana, si torna a parlare della vita e del genio di uno dei cantautori più apprezzati della musica italiana: Tenco! Ribelle e fuori dagli schermi, Luigi è stato (e continua ad esserlo) un esempio per tantissimi giovani cantautori, ma anche per colleghi che hanno apprezzato le sue poesie. Artista schivo e riservato, Luigi è morto il 27 gennaio del 1967 all’età di 28 anni; il corpo senza vita è stato ritrovato nella camera 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo dove soggiornava durante la sua partecipazione al Festival di Sanremo 1967. Il cantautore era in gara con il brano “Ciao amore ciao” cantato in coppia con Dalida, ma i due vennero clamorosamente esclusi dalla serata finale; una notizia che scosse l’artista che, dopo essere andato a cena con la cantante francese e il produttore Paolo Dossena e alcuni amici, decide di rientrare nella sua camera d’albergo. Da quel momento di Tenco si è scritto e detto di tutto, anche se sulla morte ancora oggi non è stata fatta chiarezza. Stando alle dichiarazioni dell’epoca, Aldo Fegatelli Colonna in una biografia dedicata al cantautore scrive “all’1.40 Tenco è ancora vivo. Dalida riferirà al commissario Molinari di essere entrata nella stanza di Tenco tra le 2.00 e le 2.10. Il dottor Borelli, che ne constata il decesso, è arrivato sul posto alle 2.45 e presume che la morte risalga a quindici-venti minuti prima al massimo, cioè non prima delle 2.25. Ci sono due “buchi”, uno di dieci minuti, l’altro di mezz’ora”.
Dalida scopre il corpo senza vita di Luigi Tenco
A scoprire il corpo di Luigi Tenco senza vita è Dalida che, durante la flash news diramata agli organi di stampa, appare intenta ad abbracciarlo. Poco dopo il cadavere di Tenco viene portato all’obitorio per poi tornare nella camera del Savoy Hotel di Sanremo visto che gli investigatori non avevano effettuati i rilievi fotografici indispensabili da inserire nel fascicolo da trasmettere alla Procura. Sin dall’inizio tutto appare molto strano: Luigi è stato ucciso con un colpo di pistola calibro 22 che viene ritrovata nella sua mano, anche se nella camera d’hotel viene ritrovata anche una Walter Ppk. Non solo, si scopre che la sera prima della morte il cantautore aveva vinto 6 milioni delle vecchie lire al casinò, ma sulla scrivania della camera viene ritrovato un solo assegno da 100 mila lire. Per la Procura e gli investigatori però non ci sono dubbi: Luigi Tenco si è suicidato. Questa sembra l’ipotesi più accreditata, visto che nella camera d’hotel viene rinvenuto anche un biglietto scritto in cui si legge: “io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io, tu e le rose” in finale e una commissione che seleziona “La Rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”. Un addio che il cantautore ha voluto fare al grande pubblico “reo” di non averlo compreso. Solo nel 1990, dopo anni di perizia grafoscopica, si scopre che la calligrafia è proprio quella di Luigi.
Luigi Tenco morte: i dubbi restano ancora oggi
Le incongruenze sulla morte di Luigi Tenco restano: a cominciare dalla reale posizione del cadavere del cantante. Tre persone dichiararono di averlo visto “perfettamente parallelo al letto, tra questo e il cassettone, con la testa rivolta verso il fondo”, mentre un’altra “nella stessa posizione, ma con il braccio destro piegato sotto la schiena” e un’altra ancora “in posizione supina, ai piedi del letto e a questo perpendicolare”. A queste versione si aggiunse poi quella del commissario Molinari: “il corpo di Tenco è in posizione genericamente supina e il report specifica trovarsi in posizione trasversale rispetto all’angolo sinistro inferiore del letto con i piedi rivolti verso la porta d’ingresso”. Un altro mistero irrisolto la posizione della pistola: per Molinari era nella mano di Tenco, ma per i testimoni c’è chi disse “era lontana dal corpo, addirittura in fondo alla stanza”, chi “era in mezzo alle gambe” e chi “sotto il comò” e “tra le gambe”. Versioni diverse e contrastanti anche sull’orario della morte di Tenco: il medico legale parlò dell’1.30, Dalida intorno alle 2.10 e infine il commissario Molinari appuntò alle ore 2.30. A rendere ancora di più poco chiara la morte dell’artista è l’assenza di una autopsia sul cadavere e del guanto di paraffina sulle mani di Tenco. Resta il fatto che a distanza di 53 anni dalla morte di Tenco resta ancora un grande dubbio: è stato un omicidio o suicidio?