Qual è l’impatto della Vitamina D nel Coronavirus? In un editoriale di AP&T Alimentary Pharmacology and Therapeutics si è cercato di far luce sulle variazioni di mortalità da Covid-19 tra i vari paesi del mondo. Sarebbe sempre più chiaro il fatto che i paesi dell’emisfero australe siano caratterizzati da un tasso di mortalità relativamente più basso, ma quale sarebbe il motivo? Si potrebbe sostenere che qui il virus si sia diffuso in ritardo ma l’argomentazione appare perdere sempre più consistenza con il passare del tempo. In Australia i casi di positività al Coronavirus entro il 10 marzo erano 100, diventati mille entro il 21 marzo. Nel Regno Unito i primi 100 casi erano stati segnalati il 5 marzo per poi diventare 1000 il 14 marzo, appena una settimana prima. La grande discrepanza viene evidenziata in merito alla mortalità: si parla di 68 per milione nel Regno Unito entro il 3 aprile contro 2 per milione in Australia entro il 10 aprile. Da cosa dipende questo dato? Da un’analisi è emerso che i paesi che si trovano a latitudini inferiori a 35 gradi nord hanno mortalità relativamente bassa. Questa è anche la latitudine al di sopra della quale le persone non ricevono sufficiente luce solare per mantenere adeguati livelli di Vitamina D durante l’inverno. Il dato porta quindi ad evidenziare il possibile ruolo svolto dalla Vitamina D nel determinare i risultati del Coronavirus.
VITAMINA D PUÒ PREVENIRE COVID-19? I DATI
Alcune eccezioni a questo studio sono comunque state evidenziate dal momento che la mortalità da Coronavirus è relativamente bassa in alcuni paesi del Nord ma qui la carenza di Vitamina D è rara anche per via dell’uso diffuso di integratori. Italia e Spagna, di contro, evidenzierebbero una maggiore carenza di Vitamina D che sembra essere connessa anche ad altre patologie come ipertensione, diabete, obesità, etnia, tutte caratteristiche che sembrano essere collegate al rischio di Covid-19 grave. Da vari studi è emerso il ruolo importante della Vitamina D nella risposta immunitaria delle cellule epiteliali respiratorie e dei virus respiratori. L’ipotesi non è che la Vitamina D possa proteggere dal Covid-19 ma che potrebbe essere importante per prevenire la tempesta di citochine e la successiva sindrome di distress respiratorio acuto che rientra tra i sintomi più gravi del Coronavirus. In attesa di maggiori conferme sul ruolo della Vitamina D contro il Coronavirus, il consiglio ai governi è quello di raccomandare l’assunzione di questa sostanza soprattutto in caso di carenza.