E dopo qualche giorno ritorna chiaro quello che già nel primo Consiglio Ue sulla crisi coronavirus (26 marzo 2020) era evidente alla stessa Italia (che infatti aveva posto una sorta di “veto” rimandando all’Eurogruppo la decisione sul trattare meglio l’argomento): «il Mes prevede una vigilanza rafforzata sui conti dei Paesi che chiederanno l’aiuto del Fondo contro la pandemia». Lo scrive oggi Repubblica con uno scoop firmato Alberto D’Argenio (che riceve la copia del documento trasmetto ai Governi sul “nuovo” Mes siglato nell’ultimo Consiglio Ue, quello del 23 aprile scorso), ma era già palese in quelle prime riunioni che la Bce e la Commissione Europea avrebbe comunque vigilato sui conti dei Paesi che avrebbero aderito al Mes (che si trova nel pacchetto di fondi da 540 miliardi con BEI-SURE, aiuti Bce).
In attesa di capire come e in che modo si attiverà il Recovery Fund, dove le tempistiche sono ancora molto lunghe prima di una possibile apertura del salvadanaio vero e proprio, il tema del Mes resta purtroppo ancora centrale: «Sorveglianza rafforzata sui bilanci», si trova scritto nella bozza del Mes inviata ai Paesi chiamati a valutare se accettare o respingere gli aiuti della Ue. Per accedere ai 240 miliardi stanziati dal Fondo Salva-Stati del Meccanismo Europeo di Stabilità, la Commissione Ue ha predisposto che non si debbano avere condizionali particolari per spese sanitarie: dei 36 miliardi che l’Italia potrà ricevere in base alle regole attuali sul Pil, il vero nodo riguarda invece proprio quella “sorveglianza rafforzata” che sembra predisporre tutt’altra evoluzione rispetto al “no condizionalità” sbandierata in Consiglio Ue dai 27 leader.
MES “CONTROLLA” L’ITALIA? COMMISSIONE “C’ERA GIÀ NELL’ACCORDO”
L’Italia vorrebbe ammorbidire quella clausola
nelle prossime riunione europee, per evitare vincoli particolari sul futuro quando si sarà costretti al prestito se continuerà la gravissima crisi economica che già è in corso in questi mesi: il problema è che su quel Mes considerato “light” dal Consiglio Ue e garantito da Gentiloni e Gualtieri, ora pesa come una “mannaia” la “scoperta” di una condizionalità ben imponente come il controllo rafforzato sui bilanci dei Paesi aderenti all’eventuale fondo Mes. «Sul Mes la Commissione sarà chiamata a sorvegliare la coerenza delle spese che verranno effettuate e gli obiettivi di spesa sanitaria e prevenzione in campo sanitario», ha spiegato il Commissario agli Affari Economici Gentiloni durante una video conferenza organizzata stamane da +Europa, ribadendo come quel controllo sia l’unica vera condizionalità presente nel patto.
In realtà però, dopo qualche ora, è la Commissione Ue ad intervenire in parte smentendo la tentata difesa dell’ex premier Pd: «Non commentiamo i documenti non ancora pubblicati o in discussione. La Commissione europea non ha ancora preso decisioni sull’implementazione dell’accordo […] comunque tutto il sistema di monitoraggio o di sorveglianza sarà in linea con l’accordo politico raggiunto dall’Eurogruppo e dal Consiglio europeo», spiega la portavoce della Von der Leyen Marta Wieczorek, rispondendo alle domande su possibile “sorveglianza rafforzata” per i Paesi che ricorreranno al Mes.