Che lo strumento del Dpcm al giurista e presidente emerito della Corte Costituzionale non piacesse non lo scopriamo certo oggi, che però Sabino Cassese prenda posizione molto netta contro le iniziative del Premier Conte lungo l’intera gestione della crisi coronavirus è un aspetto certamente rilevante, basti pensare l’enorme voce in capitolo che l’eminente costituzionalista gode nelle stanze del Quirinale. «Se il governo, invece di fare tante chiacchiere televisive, desse qualche seria e ponderata motivazione dei provvedimenti che adotta, la democrazia sarebbe meglio salvaguardata», spiega Sabino Cassese nell’intervista odierna a Milano Finanza. Il giudice emerito ribadisce che non solo le conferenze stampa e i passaggi in tv sono troppi, ma vi è in quei momenti un uso eccessivo di paternalismo, così come nell’intero ultimo periodo per tutta l’azione di Governo.
Sul Dpcm poi Cassese apre un capitolo a parte: «l’onorevole Ceccanti ha proposto una norma che prevede la previa comunicazione al parlamento e un parere parlamentare. Senza dubbio l’organo rappresentativo è stato tenuto finora fuori dalla procedura, salvo informazioni ex post» (vedi i tre momenti di informativa alle Camera, oggi l’ultima, ndr). Sono troppi Dpcm ma soprattutto non sono più sufficienti per una fase 2 ormai alle porte: per Cassese è rischioso anche l’aver rinviato le elezioni Regionali, è un segnale non positivo: «ci si può chiedere se, essendo consentita anche la vendita dei fiori, non potrebbe essere consentito il voto, con le dovute cautele».
CASSESE “NON BASTA VIETARE, SERVE COSTRUIRE”
L’intervista sintetica ma molto appuntita di Sabino Cassese se da un lato assolve la bontà del provvedimento sull’App Immuni («è al riparto da critiche di lesione della libertà personale»), non si può dire lo stesso per la bagarre nazionale sul termine “congiunti” usato da Conte nella conferenza stampa di domenica sera e nel testo stesso dell’ultimo Dpcm: «l’errore è aver tentato fin dall’inizio di dire troppo e troppo poco allo stesso tempo, come si è evinto dalle performance in tv del Premier, improntate a toni e atteggiamenti paternalistici estranei alla tradizione liberale: quei “permettiamo”, “vietiamo”, “consentiamo”…» sulla scia delle critiche mosse oggi al Senato dall’ex Premier Matteo Renzi contro il suo stesso Capo di Governo.
Tema finale riguarda la relazione della Presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, sulla quale la stessa maggioranza di Governo ha avuto reazioni piuttosto contrastanti: «necessario temporaneo sacrificio di altri diritti», diceva la n.1 della Consulta, chiarendo però una tempistica molto breve per questa “sospensione”. Cassese si trova d’accordo ma aggiunge a MF: «ora sono necessarie decisioni fondamentali a partire dal 17 maggio», ed elenca un iter di prossimi step cui il Governo dovrà provvedere onde evitare nuove pericolose sospensioni della Carta costituzionali e delle stesse libertà dei cittadini. Per Cassese primo punto deve essere il «basta ai Dpcm», in secondo luogo «è stato facile vietare e proibire, ora bisogna passare ala fase costruttiva che comporta tamponi e tracciamenti». Infine, per il giurista occorre seguire l’esempio virtuoso del Veneto «tracciato da Crisanti e Zaia, con meno parole e più risultati». Da ultimo, un consiglio: per Cassese serve che Conte e i presidenti di Regione si prendano un meritato riposo «a decidere e guidare pensino Ministero della Salute e le circa 100 Asl».