La plasmaterapia funziona contro il Coronavirus: ottime notizie dalla sperimentazione della cura con il plasma tratto dal sangue di pazienti guariti dal Coronavirus, che è guidata dal Policlinico San Matteo di Pavia. Grande orgoglio dunque per la ricerca italiana: la plasmaterapia sta guarendo decine di pazienti Covid-19 al San Matteo e si tratta di una cura nata proprio al policlinico di Pavia e già esportata negli Stati Uniti, dove si sta applicando in 116 centri universitari.
Il protocollo è stato predisposto dal servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale del San Matteo, in collaborazione con gli ospedali di Mantova e Lodi, l’Azienda ospedaliera universitaria di Padova e da pochissimo anche Novara. Cesare Perotti, direttore del servizio di Immunoematologia, è l’artefice principale di questo studio che ha trovato ampio risalto anche su Nature.
Perotti ha concesso una lunga intervista alla Provincia Pavese e la sua soddisfazione è evidente: “Abbiamo concluso il protocollo rapidamente e siamo soddisfatti del risultato ottenuto. Per questa sperimentazione, iniziata a fine marzo, abbiamo trattato 52 pazienti in collaborazione con gli ospedali di Mantova e Lodi, l’Azienda ospedaliera di Padova e Novara”. Perotti non può ancora dire quanti sono guariti, ma la plasmaterapia “si è rivelata efficace”.
PLASMATERAPIA VS CORONAVIRUS: IN COSA CONSISTE?
Il professor Perotti ha poi spiegato in cosa consiste la plasmaterapia: “Si prelevano 600 ml di plasma da pazienti Covid guariti, che hanno sviluppato anticorpi neutralizzanti il virus. Da quel prelievo si ricavano due dosi da 300 ml ciascuna. Il protocollo prevede tre somministrazioni. Dopo la prima c’è un monitoraggio clinico di laboratorio e, nel caso di mancata risposta, si passa alla seconda somministrazione e così di seguito. A distanza di 48 ore l’una dall’altra. La compatibilità per il plasma viene fatta sul gruppo sanguigno”.
Oltre 400 persone guarite da Coronavirus si sono offerte di donate il plasma al laboratorio del San Matteo (telefono numero 0382-503086), mentre i donatori convalescenti da cui effettivamente è stato prelevato il plasma sono 125. Non tutti infatti possono donare.
Perotti spiega: “Il sangue va testato, lavorato e trasformato prima di essere infuso nei malati Covid-19. Il nostro plasma viene raccolto e qualificato. Innanzitutto lo si sottopone agli esami previsti dalla legge italiana, che è severa. Ma il Centro nazionale sangue ha raccomandato esami aggiuntivi che rendono il plasma, se possibile, ancora più testato e ipersicuro“.
PLASMATERAPIA VS CORONAVIRUS: LE PROSPETTIVE
Un donatore può guarire due malati di Coronavirus mediante plasmaterapia, trattamento al quale “sottoponiamo i pazienti più problematici che stanno virando verso una fase di gravità della malattia, certamente prima che arrivino in Terapia intensiva”. I miglioramenti si vedono in 24-48 ore, inoltre la plasmaterapia è sicura, senza effetti collaterali: “Il trattamento al plasma iperimmune è l’unico razionale, sia biochimico che immunologico del Coronavirus, che abbiamo in questo momento. Ha un notevole livello di sicurezza virale ed è praticamente senza effetti collaterali”.
Ci sarà dunque una seconda sperimentazione, estesa a molti più pazienti: “Pensiamo a 150. Disegneremo un secondo protocollo, più ampio, sull’esperienza che abbiamo concluso”, è l’obiettivo di Perotti.
Si pensa anche di creare una “banca del plasma iperimmune”: al San Matteo di Pavia infatti “stiamo accumulando plasma per un’eventuale seconda ondata di contagi. E cerchiamo donatori. Invitiamo tutti i guariti dal Covid-19 a contattarci“. Un appello da diffondere certamente: la plasmaterapia può essere una grande speranza per i malati di Coronavirus oltre che un orgoglio per la ricerca medico-scientifica italiana.