Pierdante Piccioni, medico che ha ispirato la fiction Doc – Nelle tue mani, racconta Da noi a ruota libera come ha trovato il mondo al suo risveglio dal coma, quando si è ritrovato catapultato a una realtà che si era conclusa ben 8 anni prima: “Le torri gemelle, essendo successe l’11 settembre, me le ricordavo, quello e l’inizio del l’euro, il tele-pass – spiega Piccioni – Avere una mail, avere lo smartphone, potere andare il sabato sera a cercarmi degli articoli su internet? Per me la biblioteca apriva il lunedì mattina, alle nove e mezza, non tutta questa facilità di accesso. Scoprire di avere due Papi – aggiunge poi il dottor Piccioni – ero nato e cresciuto con ‘morto un papa se ne fa un altro’; vedere delle immagini di una persona nera alta e slanciata e pensare che fosse un giocatore di basket, era in presidente degli Stati Uniti d’America. La metafora che uso più spesso – conclude l’ospite di Francesca Fialdini – è “un indio dell’Amazzonia che improvvidamente viene catapultato a Time Square alle 29.59 del 29 dicembre; era quello che trovavo in quel mondo, la voglia di scappare e tornare nel mio 2001 bello tranquillo”. (Agg. di Fabiola Iuliano)
Pierdante Piccioni: “I miei figli? Due adulti con…”
Il nome di Pierdante Piccioni è ormai noto al pubblico italiano e il merito è della fiction Doc – Nelle tue mani, ispirata alla sua vera storia. Il medico infatti è stato colpito da una forte amnesia sette anni fa, a causa di un incidente stradale, e ha dovuto ricostruire rapporti e se stesso per poter andare avanti. Dodici anni di buio che non ha mai recuperato, nonostante il lungo lavoro fatto per ritornare ad avere una vita stabile e armoniosa. “La cosa più terribile è stato proprio incontrare i miei figli, Tommaso e Filippo. Io avevo in mente due bimbetti di otto e undici anni, che andavano alle elementari”, ha raccontato di recente a Grand Hotel, “E invece mi sono ritrovato davanti due adulti con la barba, studenti universitari, uno giocatore di rugby, l’altro pallavolista. Per me erano dei marziani, li rifiutavo, volevo tornare in maniera esasperata nel passato, nel 2001, dove si era fermata la mia memoria. E la mia felicità“. Oggi, domenica 3 maggio 2020, Pierdante Piccioni sarà ospite di Da Noi… a Ruota Libera proprio per parlare di quanto ha vissuto. Dovendosi guardare alle spalle, il medico è sicuro di essere diventato un uomo migliore e anche un marito più attento. “Sicuramente posso dire di essere l’unico uomo che ha tradito sua moglie con… sua moglie”, ha aggiunto, “quando l’ho vista dopo l’incidente non la riconoscevo più. ra invecchiata all’improvviso di 12 anni: per fortuna mi sono reinnamorato di lei”.
Pierdante Piccioni, non ha mai spesso di fare il medico anche se…
Pierdante Piccioni non ha mai smesso di fare il medico, anche se l’amnesia che lo ha colpito anni fa lo ha spinto a recuperare il tempo dimenticato. Con l’emergenza sanitaria ancora in corso, Piccioni è in prima linea per combattere il virus e in queste settimane ha deciso di lanciare un e-book in cui ha raccolto le storie di Covid-19. Il ruolo del medico pavese nell’ospedale di Lodi gli permette infatti di incontrare i pazienti dimessi, scoprire il loro ritorno alla normalità ed eventuali ricadute. Un impegno a tutto tondo quindi, che di certo gli lascia ben poco tempo per scrivere. Per gli italiani però è ormai una star in camice bianco e il merito è anche di Luca Argentero e del suo personaggio Andrea Fanti nella fiction Doc – Nelle tue mani. “L’ultimo ricordo che ho è il momento in cui sto uscendo dalla scuola elementare di mio figlio Tommaso, dopo averlo accompagnato in classe la mattina del suo ottavo compleanno“, ha scritto Piccioni in uno dei suoi libri, “Nella mia testa sono passate poche ore, quelle in cui avevo perso i sensi. In realtà sono trascorsi quasi dodici anni, perché Tommaso aveva compiuto otto anni il 25 ottobre 2001″. Uscito dal coma, ha scoperto inoltre di non essere stato un medico molto empatico e di essere stato piuttosto assente con i figli. Così ha deciso di recuperare su tutti i pronti: ha ripreso a studiare, ha ricostruito i rapporti con i figli ed è ritornato a fare il medico. Prima però ha rinunciato al ruolo di Primario all’ospedale di Codogno, nonostante avesse ottenuto di nuovo il posto.