Da capo di gabinetto del Presidente della Regione Lazio fino alle prime pagine dei quotidiani romani, e non per motivi di merito: la storia di Albino Ruberti è divenuta nota dopo lo “scoop” del Messaggero che ha rivelato come l’influente collaboratore di Nicola Zingaretti il giorno dell’1 maggio sia “evaso” dalla quarantena per partecipare ad un barbecue al Pigneto a Roma. Un solerte cittadino vicino di casa avrebbe però visto il grande via-vai sul balcone adiacente e avrebbe denunciato tutto alle forze dell’ordine: 400 euro per aver violato le norme di contenimento del coronavirus è stata l’immediata sanzione scattata da una pattuglia di poliziotti lontano dal domicilio di Ruberti.
A quel punto i pareri dei quotidiano sono discordanti: secondo il Messaggero, il capo di gabinetto del Segretario Pd si sarebbe autodenunciato spiegando «Stavo partecipando a un pranzo di lavoro in un’abitazione privata. Chiaramente lunedì pagherò la multa». Secondo il Fatto Quotidiano invece gli animi si sarebbero surriscaldati subito per «opposizione» dimostrata da Ruberti alla multa: in serata il Messaggero aggiunge sul proprio sito online «autodenunciato senza opporre resistenza, ma una serie di malintesi ha fatto surriscaldare gli animi, che si sono rasserenati solo dopo l’arrivo di altre pattuglie».
RUBARTI AVREBBE DETTO “LE NON SA CHI SONO IO..”
Oggi però sul Fatto Quotidiano un nuovo “capitolo” della grigliata del 1 maggio del collaboratore di Zingaretti si aggiunge e in maniera ancora più incresciosa (se fosse verificato per davvero, ovviamente): «”Le normative le scrivo io…tu non sai chi sono io”. Così Albino Ruberti, capo di gabinetto di Nicola Zingaretti alla Regione Lazio, avrebbe pronunciato il 1° maggio all’indirizzo di alcuni poliziotti del commissariato Porta Maggiore, che avevano contestato a lui e alla consigliera regionale del Pd, Sara Battisti, il mancato rispetto dei decreti sul distanziamento sociale», si legge nel fondo del Fatto contro Ruberti e la consigliera regionale del Lazio Sara Battisti. Secondo quanto ricostruito dal collega Vincenzo Bisbiglia del Fatto Quotidiano, il capo di gabinetto di Zingaretti insieme a Battisti sarebbero andati a pranzo a casa di Andrea Pacella, consigliere politico della Ministra dei Trasporti Paola De Micheli (Pd) e del suo compagno nel quartiere Pigneto.
Interpellato dallo stesso quotidiano diretto da Marco Travaglio, Ruberti si è difeso così: «Era un incontro di lavoro. la mattina il ministero aveva richiesto il supporto della Protezione civile regionale sul fronte dei trasporti”e dunque “avevamo necessità di scambiarci valutazioni». Secondo quanto riportato però ancora dai retroscena dei quotidiani, Ruberti si sarebbe avvicinato con modi irriguardosi ai poliziotti chiamati dalla denuncia del vicino: «”Tu non sai chi sono io”? Non sono parole che mi appartengono, volevo solo spiegare che era un incontro di lavoro e qual era il mio ruolo. Gli ho dato del tu perché li ho visti giovani, poi mi sono subito corretto» conclude Ruberti.