Nuovo bollettino sull’emergenza coronavirus in Spagna. Il ministero della Salute ha annunciato che il bilancio è salito a 25.827 morti e oltre 220 mila casi positivi: 185 decessi e 685 contagiati nelle ultime 24 ore. Buone novelle dal fronte dei guariti, che hanno superato quota 126 mila. Il numero delle vittime è in leggero aumento rispetto a quello registrato ieri, ma c’è da evidenziare che il trend continua a restare sotto quota 200 morti.
Governo al lavoro per limitare la diffusione dell’epidemia ed è previsto nel corso delle prossime ore il voto del Congresso sulla quarta estensione dello stato d’allarme. «Netto il giudizio del primo ministro, Pedro Sanchez: «Abbiamo bisogno di qualche settimana in più di limitazioni per garantire la salute». Di opinione diversa il PP di Pablo Casado, che invoca una ripresa delle attività: il suo partito si asterrà dal voto. (Aggiornamento di MB)
CORONAVIRUS SPAGNA, I DATI DEL 5 MAGGIO
Andiamo ad analizzare gli ultimi dati circa l’epidemia da coronavirus in Spagna. Come si evince dalla mappa della John Hopkins University, aggiornata in tempo reale, le vittime totali nella nazione iberica sono salite a quota 25.613, a conferma di una tendenza positiva nelle ultime ore. La Spagna è la quarta nazione al mondo per decessi dietro agli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Italia. I nuovi contagi sono invece cresciuti di 867 unità, toccando quota 219.329, seconda nazione al mondo per infetti dietro agli Usa. In Spagna preoccupa in particolare la situazione di medici, infermieri e operatori sanitari, i più esposti al rischio infezione. In base ai dati comunicati dal ministero della salute, più del 70% dei nuovi casi di contagio registrati nelle ultime 24 ore, riguardano le categorie di cui sopra (leggasi 631 su 867). In totale, dal 28 aprile ad oggi, gli operatori sanitari infettati dal coronavirus sono stati 5.587, il 66% di tutti i casi registrati negli ultimi dieci giorni. Nel frattempo anche in Spagna si dibatte sulla riapertura delle scuole, e molto probabilmente a settembre, quando gli alunni torneranno sui banchi, lo faranno alternandosi fra aule e didattica online.
CORONAVIRUS SPAGNA, MINISTRA ISTRUZIONE: “A SETTEMBRE META’ IN CLASSE E META’ ONLINE”
E’ stata la ministra dell’istruzione iberica, Isabel Celaà, a lasciaro intendere: “Non possiamo mettere a repentaglio tutto quello che abbiamo realizzato – le parole riportate dall’edizione online di SkyTg24 – se abbiamo tre milioni di bambini della scuola elementare, ognuno accompagnato da un adulto che si presenta a scuola, potete immaginare l’enorme movimento che ne deriva. Se si presentano tutti contemporaneamente non saremo in grado di mantenere la distanza richiesta”. Un’ipotesi che però non sembra piacere fin troppo ai genitori nonché agli insegnanti: “Con quali criteri si deciderà quali 15 studenti torneranno in classe e quali resteranno a casa a studiare online? Ci sarà bisogno del doppio del personale, perché lo stesso insegnante dovrà seguire i due gruppi, oltre agli edifici due volte più grandi e un investimento in software che nessuno farà. Annunciano misure che non sono concordate con i tecnici”. Infine da segnalare le parole del tennista di fama mondiale Rafa Nadal, che ha criticato la gestione dell’emergenza: “Se le misure preventive fossero state adottate in precedenza – ha spiegato a El Pais – tutti i provvedimenti estremi che abbiamo preso in seguito sarebbero stati evitabili”.