Era il 23 marzo, l’emergenza coronavirus era cominciata da qualche settimana e già nel Governo aleggiava da più parti una “voce” che parlava di possibile patrimoniale per risolvere alcune problematiche economiche che si sarebbero creare se la crisi sanitaria si fosse estesa. È passato un mese e mezzo, i dati economici sono davanti a tutti e quella “vocina” è cresciuta sempre più, specie dopo che da Bruxelles e Berlino l’ipotesi di un «contributo di solidarietà» nei Paesi più colpiti dal Covid-19 non è stato affatto “mascherato” come invito.
Non sono bastate le voci del tutto contrarie all’ipotesi di una tassa sul patrimonio alzatesi da Mario Draghi fino a Giulio Tremonti, quella “voce” è divenuta sempre più forte tanto che uno dei punti allo studio per i prossimi mesi di uscita dalla fase 2 non allontana l’ipotesi (avanzata già dal dem Delrio, ma non solo): oggi in una intervista su Sky Tg 24 ad intervenire sulla vicenda ci ha pensato il leader dei Centristi per l’Europa (in appoggio al Governo) Pier Ferdinando Casini che sulla patrimoniale di fatto “cambia idea” dopo poche settimane dall’averla suppportata come tesi.
«Non è questo il momento e sarebbe comunque sbagliato. Lo stato in questo momento deve dare più che chiedere»: nella crisi più dura, se pure l’idea di patrimoniale non era scartata qualche settimana fa dall’ex leader Udc, oggi non sarebbe una soluzione ma anzi affosserebbe di più la già compromessa struttura produttiva del Paese.
PATRIMONIALE, LA PROPOSTA CHOC DA BERLINO
È poi ancora Casini a spiegare che in momenti come quelli che sta vivendo l’Italia «Lo stato deve dare più che chiedere»: sempre il senatore centrista, dopo aver allarmato il Governo nel merito di una potenziale nuova maggioranza in Parlamento – qualora Conte non sia in grado di lanciare un piano decente per la ripresa in fase 2 – conclude «Oggi il problema vero è che tanti sono in condizioni talmente drammatiche che, se sulla base del vecchio reddito che avevano prima del coronavirus, si mettesse una patrimoniale, finirebbero in ginocchio definitivamente. Nella fase finale di uscita da questa crisi tutto può essere possibile, ma oggi è assolutamente intempestiva questa discussione». Nel frattempo in una lunga intervista al Giornale un economista tra i più autorevoli e ascoltati al Bundestag, il tedesco Daniele Stelter, lancia il possibile allarme per l’intera Eurozona proprio a fronte della grave crisi produttiva scatenata dal coronavirus: «introdurre una patrimoniale fino al 20% sulla ricchezza degli italiani e degli spagnoli».
Lo ha spiegato nel suo editoriale su Manager Magazine, facendo discutere e non poco l’intera opposizione qui in Italia: «Per evitare una prospettiva alla Troika greca per l’Italia, Tutti i governi della zona euro dovrebbero riunire il debito del 75% del Pil pre-crisi in un fondo di rimborso del debito congiunto. Questo fondo sarebbe finanziato dalla Bce senza interessi e tutti i debiti del fondo non sarebbero più inclusi nel debito pubblico dei singoli paesi partecipanti». Secondo l’economista l’ipotesi di una crisi fortissima per l’intera Eurozona è assai palese e con esso anche la possibile uscita dall’Euro da parte dell’Italia, per cominciare: secondo Stelter l’Europa e la stessa Germania «deve riformarsi e ciò include la correzione dell’euro tramite la ristrutturazione del debito e potenzialmente una disgregazione ben organizzata dell’eurozona. Dubito che l’euro nella sua attuale struttura possa sopravvivere».
L’ALLARME DI GIORGIA MELONI
In questo modo, prendono ancora più senso concreto le parole rilanciate nell’ultima puntata di “Fuori dal Coro” dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: «Si inizia col Mes e si potrebbe arrivare a una patrimoniale-monstre pari al 20%, imposta dalla Germania attraverso la Troika. […] Il grande obiettivo dei tedeschi è scritto in questi giorni su diversi loro quotidiani. Il loro ragionamento è sempre lo stesso: gli italiani hanno un alto debito pubblico, ma anche un alto risparmio privato. Dunque perché non si pagano il debito col loro risparmio? Un auterovole think tank diceva che se gli italiani fossero stati tassati tutti su patrimoni e risparmi tra il 14 e il 20% il debito italiano sarebbe sostenibile».
Per questo la stessa Meloni aveva spiegato da Mario Giordano che il vero obiettivo della Germania è di imporre una maxi patrimoniale sui risparmi privati degli italiani: «È uno scenario apocalittico ma ho il dovere di denunciarlo, mi assumo la responsabilità di quello che dico. Spero di non dovere mai dire ve lo avevo detto. Ma è la ragione per cui secondo noi di FdI il fondo salva-Stati è una trappola per topi»
“L’obiettivo dei tedeschi è tassare del 20% il risparmio degli italiani. E’ uno scenario apocalittico ma ho il dovere di denunciarlo”@GiorgiaMeloni a #Fuoridalcoro pic.twitter.com/58abUo457g
— Fuori dal coro (@fuoridalcorotv) May 5, 2020