«Oggi si celebra la Giornata mondiale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Preghiamo per le persone che lavorano in queste benemerite istituzioni: che il Signore benedica il loro lavoro che fa tanto bene», ha introdotto Papa Francesco prima della Messa da Casa Santa Marta questa mattina, mentre nell’omelia centrale ha poi commentato il Vangelo odierno in cui Gesù ai suoi discepoli dice «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore (…) Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi».
Il Santo Padre si concentra sulle 3 consolazioni che rappresenta il Cuore vivo e Santo di Gesù per tutti i cristiani: «Noi abbiamo tanti modi di consolare, dai più autentici, dai più vicini ai più formali, come quei telegrammi di condoglianze: ‘Profondamente addolorato per …’. Non consola nessuno, è una finta, è la consolazione di formalità. Ma come consola, il Signore?», spiega il Papa, elencando «vicinanza, verità e speranza» come i tre modi di consolazione del Signore.
«Siamo davanti alla morte. È la verità. E lo dice semplicemente e anche lo dice con mitezza, senza ferire: siamo davanti alla morte. Non nasconde la verità”», conclude Papa Francesco chiedendo in preghiera al Signore di imparare a lasciarci consolare da Lui «La consolazione del Signore è veritiera, non inganna. Non è anestesia, no. Ma è vicina, è veritiera e ci apre le porte della speranza».
IL RITORNO ALLA MESSA
La notizia giunta ieri in Italia per l’accordo tra Cei e Governo non potrà che far piacere a Papa Francesco che da settimane ribadisce come la celebrazione della Santa Messa, seppur permessa in cause eccezionali come l’emergenza coronavirus via streaming, sia il punto nodale e ineliminabile della vita cristiana in quanto incontro concreto con il Corpo di Cristo presente. E così l’accordo sul Protocollo da attuare dal 18 maggio prossimo vede il ritorno alle Messe con fedeli dopo lo stop del 9 marzo scorso con il primo Dpcm “Italia chiusa”: stamane nella consueta diretta tv su Rai 1 e Tv 2000 (con video streaming su RaiPlay e YouTube Vatican News) il Santo Padre potrà dedicare un pensiero alla grande notizia del ritorno alla Santa Messa quotidiana e domenicale per l’intero popolo italiano dei fedeli. Ieri intanto nell’introduzione alla Messa da Santa Marta v’era stato il bel messaggio rinnovato agli artisti di ogni genere e grado: «ho ricevuto una lettera di un gruppo di artisti: ringraziavano per la preghiera che noi abbiamo fatto per loro. Vorrei chiedere al Signore che li benedica perché gli artisti ci fanno capire cosa è la bellezza, e senza il bello il Vangelo non si può capire. Preghiamo un’altra volta per gli artisti».
PAPA FRANCESCO, MESSA A SANTA MARTA L’OMELIA DI IERI
In merito invece al percorso di catechesi cominciato mercoledì sul tema della preghiera, il passaggio affrontato ieri commentando il Vangelo del giorno ha visto una lunga riflessione circa l’appartenenza in quanto cristiani al popolo di Dio. Nell’omelia della Messa dalla Cappella di Casa Santa Marta Papa Francesco ha così ricordato il fulcro del messaggio cristiano testimoniato dalla vita e le opere di Gesù: «Quando Paolo è invitato a parlare alla sinagoga di Antiochia [in Pisidia] per spiegare questa nuova dottrina, cioè per spiegare Gesù, proclamare Gesù, Paolo comincia parlando della storia della salvezza».
Come spiegato da Paolo, il Papa ribadisce l’essenza della fede cattolica: «Il cristianesimo non è solo un’etica. Sì, è vero, ha dei princìpi morali, ma non si è cristiani soltanto con una visione di etica. È di più. Il cristianesimo non è un’élite di gente scelta per la verità. Questo senso elitario che poi va avanti nella Chiesa, no? Per esempio, io sono di quella istituzione, io appartengo a questo movimento che è meglio del tuo, a questo, a quell’altro… È un senso elitario. No, il cristianesimo non è questo: il cristianesimo è appartenenza a un popolo, a un popolo scelto da Dio gratuitamente».
E così che Papa Francesco ritiene il vero punto debole della Chiesa oggi proprio quella mancanza di appartenenza, «Se qualcuno mi domandasse: “Qual è per lei la deviazione dei cristiani oggi e sempre? Quale sarebbe per lei la deviazione più pericolosa dei cristiani?”, io direi senza dubitare: la mancanza di memoria di appartenenza a un popolo. Quando manca questo vengono i dogmatismi, i moralismi, gli eticismi, i movimenti elitari. Manca il popolo». Dopo 3 mesi di “pausa” dalle relazioni fisiche, il ritorno alla Messa non può che essere il miglior “prodromo” alla riscoperta di questa appartenenza, di questa compagnia umana alla fede.