Massimo Galioto è stato fermato per l’omicidio dell’uomo di 38 anni trovato senza vita lungo il Tevere nella serata di ieri. Già accusato – e poi assolto – per la morte del giovane studente Usa Beau Solomon avvenuto nel 2016, Galioto è finito nuovamente nel mirino degli inquirenti e dopo un breve inseguimento è stato fermato poco lontano dal luogo del ritrovamento del cadavere. A rendere possibile la sua identificazione, scrive Fanpage.it, sono state alcune testimonianze. Come Galioto, anche la vittima era un senzatetto che abitava sulle sponde del Tevere. Al momento resta ignoto il movente del delitto e i motivi della presunta lite. Erano circa le 19 quando sono giunte diverse segnalazioni di una aggressione violenta, poi culminata in vero e proprio omicidio, avvenuta sul Tevere nei pressi di Ponte Sisto. Immediato l’intervento delle forze dell’ordine che nel giro di poco tempo sono riuscite a fermare Massimo Galioto mentre si allontanava dal luogo del crimine. Il suo nome è già noto alla cronaca romana e nazionale in quanto era stato già arrestato per il delitto di Beau Solomon, lo studente annegato nelle acque del Tevere il 30 giugno 2016. La procura aveva chiesto a carico di Galioto la condanna all’ergastolo, ma alla fine fu assolto con formula piena “per non aver commesso il fatto”.
OMICIDIO SUL TEVERE: FERMATO MASSIMO GALIOTO, PORTATO IN CARCERE
Nella mattina di oggi Massimo Galioto, accusato dell’omicidio sul Tevere, è stato condotto nel carcere di Regina Coeli. L’omicidio del clochard 38enne, avvenuto dopo una violenta lite, si sarebbe consumato al cospetto di molti testimoni, come racconta Fanpage.it ed a quanto pare, si fa sempre più chiaro il possibile movente, ovvero un alite per futili motivi degenerata in aggressione e culminata in assassinio. La vittima avrebbe riportato diverse ferite da taglio a mani e volto. Al suo legale, l’avvocato Michele Vincelli, intanto, Galioto avrebbe detto di essere del tutto estraneo ai fatti. Lo stesso legale a Fanpage ha dichiarato: “Per adesso le uniche cose che so sono quelle che ho letto sui giornali, è presto per una ricostruzione precisa dei fatti. Massimo mi ha detto che stava passeggiando con il cane e non sa perché l’hanno fermato”. Per la polizia, invece, Galioto sarebbe stato arrestato in flagranza di reato, incastrato anche dalle numerose testimonianze dei presenti sulla scena del crimine. Ad intervenire in queste ore, come riferisce l’agenzia di stampa Ansa, anche la famiglia di Solomon che “chiede che venga fatta giustizia”. A riferirlo è stato il legale della famiglia dello studente americano, l’avvocato Giuseppe Zanalda, che ha aggiunto: “Il nuovo episodio che coinvolge Massimo Galioto conferma la sua attitudine pericolosa e ci auguriamo che nel processo di appello venga riconosciuto che lui non era estraneo ai fatti, così come affermato da almeno due testimoni”.