E’ arrivata una decisione interlocutoria con l’agenzia Dbrs che ha confermato il rating BBB (alto) sul debito della Repubblica Italiana rivedendo però al ribasso le prospettive – da stabili a negative. Una nota spiega la tendenza negativa che: “riflette la notevole incertezza sulle ripercussioni economiche derivanti dall’impatto della pandemia da coronavirus in uno scenario economico già debole. La crisi coronavirus comporta il rischio che una perdita prolungata della capacità produttiva indebolisca ulteriormente il fragile potenziale di crescita dell’Italia, incidendo sulla capacità dell’Italia di migliorare la sostenibilità del debito pubblico in futuro“. Dbrs ha riconosciuto al Governo italiano il “livello straordinario di sostegno del governo per mitigare l’impatto economico negativo, sforzo che comporta un costo per il bilancio finanziario del governo. Di conseguenza, il debito pubblico salirà probabilmente dal 134,8% del PIL alla fine del 2019 al 155,5% del PIL entro la fine di quest’anno, secondo le ultime proiezioni dell’FMI“. (agg. di Fabio Belli)
MOODY’S E DBRS, IL MOMENTO DELLA VALUTAZIONE
Il giorno del giudizio è arrivato per l’Italia e il suo debito pubblico: arriva oggi l’esame di Moody’s e Dbrs. Le due agenzie in serata, dopo la chiusura dei mercati, comunicheranno se il “rating” sull’affidabilità dei titoli di stato italiani è confermato o meno (Baa3 per Moody’s e BBB high per Dbrs, con outlook stabile per entrambe), dopo la bocciatura di Fitch della scorsa settimana. È un venerdì complesso per i conti pubblici italiani. Gli investitori guarderanno con molta attenzione al doppio giudizio delle due agenzie, americana la prima e canadese la seconda. Moody’s e Dbrs dovranno dire se siamo debitori affidabili o se, alla luce delle ricadute economiche dell’epidemia di coronavirus, sono cresciuti invece i dubbi sulla nostra solvibilità. Una doppia valutazione che arriva a pochi giorni da quelle di Fitch e Standard&Poor’s.
Per ora l’Italia è in un pareggio stentato. Da Fitch è arrivata una bocciatura netta: la classificazione del debito pubblico italiano è ad un solo gradino sopra il livello spazzatura (BBB-). Quindi è ad un passo dal definire i Btp italiani come “junk bond”. Invece Standard&Poor’s ha confermato il suo giudizio sull’Italia e definito l’outlook stabile, cioè le prospettive del debito.
MOODY’S E DBRS, OGGI DOPPIO GIUDIZIO PER L’ITALIA
Fitch ha condizionato l’atteggiamento degli investitori negli ultimi giorni, infatti lo spread si sta muovendo a ridosso dei 250 punti di differenziale tra Btp a 10 anni e l’equivalente Bund tedesco. Questo vuol dire che il governo italiano deve offrire un tasso del 2,5% più alto dei titoli pubblici della Germania per spingere gli investitori a comprare i nostri titoli di debito. Oggi l’attesa è per i giudizi di Moody’s e Dbrs, l’ultima arrivata peraltro tra le agenzie di rating di primo piano. Recentemente l’agenzia americana ha parlato di “affidabilità creditizia” in merito all’Italia, perché ritiene che la recessione abbia una “natura temporanea” e che comunque i costi del finanziamento siano bassi.
D’altra parte Moody’s ha già abbassato tempo fa il rating del debito pubblico italiano ad un gradino appena dal livello spazzatura. E poi c’è Dbrs: gli analisti della società canadese per ora attribuiscono il livello più alto al debito pubblico italiano. Resta dunque da capire se lo manterranno, alla luce anche della mossa della Bce che, come riportato da Repubblica, è pronta a riacquistare i titoli anche in caso di retrocessione a livello “junk”. Gli analisti di Marzotto Sim, secondo quanto riportato da Milano Finanza, non si attendono cambiamenti, “ma nulla è scontato anche alla luce del recente downgrade da parte di Fitch, a BBB- con outlook stabile”.