La leggenda vuole che, quando Valentino Mazzola arrivò al Torino dal Venezia assieme a Loik, i due durante gli allenamenti amassero tenere un po’ troppo la palla, prendendosi i rimbrotti dei veterani, pur ammirati dalla classe cristallina dei nuovi arrivati. “Ehi “Venezia”, passate un po’ quel pallone,” era l’esortazione per i due novellini di cui molti compagni di squadra non ricordavano ancora il nome, ma la squadra di provenienza sì. Nessuno poteva immaginare due cose: che Valentino sarebbe diventato IL capitano del Torino e che il termine “Venezia” o “Veneziano“, soprattutto nel Nord Italia, sarebbe diventato il neologismo da affibbiare a quelli che amano troppo cincischiare col pallone, beandosi della loro classe superiore. A noi interessa maggiormente la prima evoluzione: Mazzola è stato il Grande Torino in tutto e per tutto, dando infine la vita alla maglia granata nel tragico incidente di Superga del 4 maggio 1949, dopo 200 presenze e 118 gol tra campionato e Coppa. Altri se ne sarebbero aggiunti, a quella squadra rimasta incompiuta manca anche un Mondiale che il Grande Torino avrebbe giocato praticamente in blocco nel 1950, a Rio de Janeiro, giocandosi quello che sarebbe stato il terzo titolo Mondiale di fila, impresa mai riuscita a nessuno nella storia del calcio.
VALENTINO MAZZOLA E I “FIGLI D’ARTE”:CON IL GRANDE TORINO NEL DESTINO
Valentino Mazzola in campo ha seminato leggenda, come quella volta che il Toro si ritrovò sotto di 3 gol in una manciata di minuti contro la Lazio: il capitano accese i motori e segnò 4 gol, 4-3 per i granata che a Roma ne fecero anche 7 ai giallorossi. Maniacale nella preparazione e nello studio del calcio, Valentino Mazzola era così anche nella vita privata, il che lo portò a separarsi dalla prima moglie, per sposare in seconde nozze la diciannovenne Giuseppina Cutrone, che rimase vedova pochi giorni dopo a causa dello schianto. Mazzola lasciò anche due figli d’arte, Sandro e Ferruccio. Entrambi capaci di arrivare in Serie A, il primo divenuto a sua volta bandiera dell’Inter e leggenda del calcio italiano, campione d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970 in maglia azzurra. L’altro campione d’Italia con la maglia della Lazio nel 1974, comunque presenza fissa in Serie A. Valentino Mazzola è riuscito a incarnare già nel 1940 il ruolo di calciatore universale, sfruttando soprattutto il suo straordinario carattere per essere il trascinatore vero di una squadra rimasta nella leggenda.