Sono tantissimi i messaggi di cordoglio pubblicati nelle ultime ore sui social, in ricordo del grande giurista Franco Cordero, scomparso nella giornata di ieri all’età di 92 anni. Fra i tanti pensieri a lui dedicati, anche quello della senatrice del Partito Democratico, Monica Cirinnà, che attraverso la propria pagina Twitter ha scritto: “Un dolore immenso per la morte del mio maestro Franco Cordero Un maestro di diritto Un maestro di libertà Un maestro di garantismo Un maestro di ribellione contro ogni ingiustizia, mi ha insegnato a combattere sempre e fino alla fine perché tutti possano avere giustizia”. Così invece il collega del Corriere della Sera, Marco Castelnuovo, che ha cinguettato: “Leggevo voracemente, anche quando non ero d’accordo, gli articoli di Franco Cordero. Univa una fine preparazione giuridica a innovazioni giornalistiche non banali (Penso a Signor B., Il Caimano). Mancherà al dibattito politico. Un abbraccio agli amici della Nave di Teseo”. Infine il pensiero della collega di Rai Tre, Serena Bortone: “Piango Franco Cordero. Il suo manuale di procedura penale colto, coltissimo, avvolgente, difficile, unico. Un grande intellettuale”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FRANCO CORDERO, E’ MORTO IL GIURISTA “ANTI-BERLUSCONI” CHE INVENTÒ “IL CAIMANO”
E’ morto a 92 anni Franco Cordero, stimato giurista e figura di primo piano della cultura italiana contemporanea. Cordero ha passato molti anni in prima linea occupandosi di diritti civili e analizzando la figura retorica oppressiva del potere. Nato a Cuneo nel 1928, alla sua attività di giurista ha abbinato quella di romanziere, realizzandone alcuni particolarmente di spessore come Opus, Bellum civile, L’armatura che hanno contribuito a forgiare uno stile divenuto riconoscibile in tutto il mondo. Fu allievo di Giuseppe Greco e docente in diverse Università italiane, tra le quali vanno citate Trieste, Torino e Roma, la città dove ha terminato ormai quasi vent’anni fa, nel 2002, la sua carriera accademica. L’esperienza che l ha maggiormente contraddistinto e in cui si è probabilmente più identificato è stata comunque l’insegnamento alla Cattolica di Milano, allora diretta da Agostino Gemelli, iniziato nel 1960. Da anticonformista, Cordero entrò in conflitto con le autorità ecclesiastiche, fino a subire l’espulsione dalla Cattolica e l’allontanamento dalla cattedra dopo la realizzazione del romanzo “Genus“, una vicenda che sulle pagine dei quotidiani italiani e stranieri venne ricordata come “caso Cordero”.
CORDERO, LO SCONTRO CON LE AUTORITA’ ECCLESIASTICHE
Sicuramente l’essere entrato in conflitto con la parte più conservatrice della gerarchia ecclesiastica procurò diversi problemi a Cordero che riuscì però a ritagliarsi un ruolo da protagonista nel bel mezzo delle controversie, venendo attaccato dagli ambienti confessionali ma diventando per altri una bandiera di indipendenza e di libero pensiero. In tutto questo la sua attività da giurista innovativo è andata avanti, fino ad arrivare a un vero masterpiece della tecnica giuridica, il manuale di procedura penale da lui realizzato divenuto un punto di riferimento e ristampato numerose volte, riferimento essenziale per gli studi di diritto a tutt’oggi per molti giovani studenti. Le sue polemiche con Silvio Berlusconi, negli anni più recenti, hanno riempito le pagine dei giornali ma a lui si deve soprattutto la definizione di “Caimano” che contraddistinse in maniera estremamente limpida il berlusconismo e che venne ripresa da Nanni Moretti nel celebre film del 2006. Fino alla fine Cordero è stato protagonista della cultura italiana, un ambiente che lui stesso aveva più volte definito “al collasso“.