Dispensa positività il noto virologo Guido Silvestri, docente italiano della Emory University di Atlanta, Stati Uniti. Nella sua rubrica su Facebook denominata “Pillole di ottimismo, l’ottimismo che viene dalla conoscenza”, analizzando gli ultimi dati circa l’epidemia da coronavirus, lo scienziato italiano ha commentato: “Il virus se ne sta andando, a passo veloce, e noi lo accompagniamo volentieri alla porta”. Silvestri parla di “ritirata” del covid-19 dal nostro paese, aggiungendo: “Oggi è il ventisettesimo giorno di fila in cui cala il numero dei ricoveri in terapia intensiva per Covid-19 in Italia. Ma è l’entità del calo che impressiona: 21,3% nel giro di 2 giorni. Insomma: le terapie intensive si stanno davvero svuotando. Ed è importante che scenda anche il numero dei ricoveri totali”. Per Guido Silvestri, quindi, il coronavirus sta allentando a poco a poco la morsa, e per usare un gergo militare descrive il suo depotenziamento con le parole “Grande ritirata”.
VIROLOGO SILVESTRI: “MAGARI TROVIAMO IL VACCINO A BREVE…”
Nonostante i dati fanno ben sperare, il virologo iinvita i suoi connazionali a non abbassare assolutamente la guardia, rifacendosi alle tristemente note fotografie di assembramenti sui Navigli: “Confesso che ieri sono rimasto molto deluso a vedere certe fotografie della cosiddetta movida ai Navigli milanesi – ha aggiunto – sono contento che ci sia stata una pronta reazione delle forze dell’ordine e speriamo di non dover più vedere certe scene, almeno fino a quando non siamo arrivati vicino a quota zero”. In quanto al futuro del virus, Silvestri non si sbilancia su possibili date, ma è certo di alcune cose, a cominciare dal fatto che “il virus potrebbe andare incontro a una riduzione notevole della sua capacità di causare malattia. Oppure si potrebbero trovare delle terapie efficaci più rapidamente del previsto”. E proprio sul vaccino aggiunge e conclude, con l’ottimismo che lo contraddistingue: “uno dei vaccini più promettenti tra quelli che stiamo testando faccia il classico gol con un tiro al volo da trenta metri. Per non parlare, ovviamente dell’assoluta impossibilità di immaginare quello che succede nella testa dei politici che prendono decisioni in materia sanitaria”.