Caterina Abbattista è riuscita ad ottenere l’assoluzione in appello solo lo scorso febbraio. L’accusa per la madre di Gabriele Defilippi era di concorso nell’omicidio dell’insegnante Gloria Rosboch, al centro della puntata di Un giorno in pretura di oggi, domenica 10 maggio 2020. La posizione della Abbattista infatti era risultata controversa fin dalle prime indagini degli inquirenti. In particolare grazie alle dichiarazioni di Sofia Sabouh, l’ex fidanzata del figlio: la ragazza ha rivelato che alcune settimane prima dell’omicidio, Gabriele le aveva riferito il piano per uccidere la professoressa e che la Abbattista ne era a conoscenza. “Ha avvallato la truffa, sapeva dell’omicidio e non si è opposta”, ha detto invece al tribunale di Ivrea il pm Giuseppe Ferrando, chiedendo 16 anni per l’infermiera, “avrebbe fatto qualunque cosa pur di impedire il carcere al figlio”. Ad aggravare la posizione della donna era stato anche l’alibi fornito alle autorità nella prima fase delle indagini. La Abbattista infatti ha sempre dichiarato di aver trascorso il pomeriggio in cui è stato compiuto il delitto nell’ospedale a Ivrea, dove lavorava. E ancora di più quando il figlio minore, all’epoca di soli 13 anni, ha riferito agli inquirenti di aver visto un giorno la madre e il fratello maggiore bruciare delle banconote. “A casa c’era un borsone pieno di banconote false”, ha dichiarato, come riporta La Repubblica, “Quando l’ho visto Gabriele si è infuriato e mi ha puntato una pistola contro”.
Caterina Abbattista, madre Gabriele Defilippi: sempre difeso il figlio
Caterina Abbattista ha sempre difeso il figlio Gabriele Defilippi. Soprattutto quando ha intuito che le autorità si stavano sempre più concentrando sulla sua figura per risolvere il mistero della morte di Gloria Rosboch. Anche se il ragazzo è arrivato ad accusare persino la madre dell’omicidio, una versione mai appurata e messa in luce dall’ex fidanzato di lui, Sofia Sabouh. “Aveva parlato anche con Roby [Roberto Obert, ndr] e con la madre, che questa persona doveva sparire”, ha riferito la ragazza. Quel giorno di gennaio poi, Defilippi sarebbe stato ubriaco e sconvolto. Forte della sua innocenza, Caterina invece ha scelto di affrontare il processo pubblico per difendersi dall’accusa di concorso in omicidio. Anche se per il PM la versione dei fatti è sempre stata diversa e per questo nel 2016, in seguito all’arresto della donna, i giudici hanno respinto il suo ricorso per tornare a casa. “Dimostra di aver avuto consapevolezza e partecipazione in tutta la fase che costituisce il movente dell’omicidio di Gloria Rosboch”, si legge nella sentenza. Alla fine però l’infermiera l’ha spuntata ed è stata assolta in appello, anche se per i genitori della vittima è sempre stata complice del figlio e di Obert. Ancora tutto da vedere invece il ruolo avuto dalla Abbattista nella truffa ai danni di Gloria: la richiesta del PM è di almeno 12 mesi di carcere.