LONDRA – Boris Johnson non ha fornito nessuna data sull’inizio della Fase 2, ma in un discorso televisivo alla nazione ieri sera ha presentato la “road map” per cominciare, piano piano, a far ripartire l’Inghilterra.
Era un passo obbligato e atteso. Da una parte la popolazione sta diventando ogni giorno più impaziente. Tante sono le pressioni per una riapertura, ma pesano soprattutto l’ansia per il lavoro e la precarietà economica di molte famiglie. Dall’altra parte c’è anche molta paura. E il premier ha voluto rassicurare. Bisogna cominciare a convincere la gente a uscire di casa.
Cosi, il governo ha abbandonato lo slogan “stay at home” e lo ha sostituito con “stay alert”: ora puoi uscire, ma stai attento. Un messaggio che secondo molti potrebbe generare confusione. I leader di Scozia e Galles ne hanno preso le distanze, dicendo che per i loro paesi – sui quali Downing Street non può imporre le sue decisioni – la raccomandazione di restare a casa continua ad essere quella principale.
Johnson ha detto chiaramente che non è ancora il momento di rimuovere il lockdown. Questo vanificherebbe i sacrifici fatti finora. Del resto, la chiusura qui è iniziata circa tre settimane dopo rispetto all’Italia. Normale quindi che continui almeno per altre tre settimane. Specie in presenza di quasi 32mila decessi ufficiali per coronavirus.
Cosa cambia allora rispetto alla situazione presente? Ben poco. Cambia che da questa settimana è consentito trascorrere fuori casa tutto il tempo che si vuole purché si rispetti il distanziamento sociale. E a tale proposito, per la minoranza che si ostina a non rispettare le regole, sono state inasprite le multe. Sarà possibile quindi stare al parco tutto il tempo che si vuole, andare in spiaggia, sia che si voglia fare esercizio fisico, sia che si voglia semplicemente stare a guardare.
In realtà qui in Inghilterra il lockdown non è mai stato totale nel senso che uscire per fare esercizio fisico è sempre stato possibile. Questo ha senz’altro reso meno duro, rispetto a quanto sperimentato da italiani e spagnoli, il periodo di quarantena. Ma la raccomandazione del governo era di fare una sola uscita per un’ora al giorno.
Cambia inoltre che da questa settimana i lavoratori che non possono lavorare da casa sono incoraggiati a recarsi al lavoro (ma chi lo può fare deve continuare a lavorare da casa). Possibilmente evitando i mezzi di trasporto pubblico, quindi con la propria auto, o in bicicletta o a piedi. Si tratta per esempio dei lavoratori del settore manifatturiero e delle costruzioni. Anche qui forse vale la pena notare che certe categorie di lavoratori, come muratori e carpentieri, anche durante queste settimane hanno continuato a lavorare. Moltissime famiglie hanno approfittato del lockdown per ristrutturare la casa e chi aveva già in ballo dei lavori li ha semplicemente continuati.
La road map del premier è un piano subordinato a una serie di condizioni. Se ci sono le condizioni, il piano va avanti, altrimenti dovrà essere rivisto.
Per esempio, se il livello di contagio sarà sceso, il governo spera di cominciare a riaprire le scuole primarie a inizio giugno. Sarà un ritorno scaglionato, per fasce d’età e per gruppi. Potrebbero esserci turni, per cui alcuni alunni studieranno da casa mentre altri saranno in classe.
Nella migliore delle ipotesi, i primi esercizi commerciali legati al settore dell’ospitalità, quindi ristoranti, caffè, musei e altri luoghi pubblici, potranno cominciare ad aprire a luglio.
Fin qui il piano. Ma realizzarlo è un’altra cosa. Uno dei problemi è la messa in pratica delle raccomandazioni del governo per quanto riguarda il graduale ritorno al lavoro. I sindacati chiedono che la sicurezza dei lavoratori sia garantita come condizione per il ritorno sul posto di lavoro e questo significa che le aziende devono fornire mascherine e disinfettanti, ma anche che predispongano percorsi sicuri dal punto di vista del distanziamento sociale per il raggiungimento di uffici e fabbriche. Il governo starebbe lavorando alle linee guida sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma a quest’ora le aziende dovrebbero averle già adottate, se si vuole che i primi lavoratori ritornino questa settimana.