«Il taglio alla burocrazia è la riforma più difficile», ma il premier Giuseppe Conte si sente pronto per questa sfida. Lo è anche il dialogo con le opposizioni: «Sono andato spesso in Parlamento, ci andrò all’inizio della prossima settimana, come è giusto che sia. Parlo e ascolto fino alla fine, non vado mai via prima. A volte, non sempre, da qualche intervento ricevo stimoli a far meglio». A proposito invece del campionato italiano, nella conferenza stampa non si è sbilanciato: «Per dare date bisogna avere qualche garanzia in più che in questo momento non c’è».
Invece sul rapporto con le Regioni e in particolare la Lombardia: «Sta affrontando una prova più difficile, consiglio ai lombardi di stare attenti e di essere responsabili. Stiamo attenti, le misure di distanziamento sociale sono importantissime. Ma non abbiamo motivo di dire alla Lombardia di non riaprire». Ma Conte ha precisato che lo Stato ha anche un ruolo di vigilanza. «Siamo pronti a intervenire, ma so che lo farebbe in primis il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che è una persona responsabile. Non mi sembra che questo governo non si sia assunto le sue responsabilità». E qui si è tolto un sassolino dalla scarpa: «Sono stato tacciato di essere dittatore, paternalista, di essere illiberale. Quindi mi sembra che la faccia questo governo la metta sempre».
Il premier Giuseppe Conte ha parlato anche di Europa e Ue nella diretta della conferenza stampa. «Il primo pensiero è al piano europeo per fare in modo che il Recovery Fund abbia dimensioni consistenti e sia sganciato dai criteri tradizionali. Deve essere anche a portata di mano, bisogna anticipare le disponibilità finanziare che servono. E deve avere una cospicua parte di doni e attribuzioni a fondo perduto, piuttosto che dare maggior rilievo ai finanziamenti. Questo è l’obiettivo principale». Quando gli viene chiesto di un anno fiscale bianco per far ripartire consumi ed economia: «Nei fatti già concediamo tante agevolazioni fiscali. Abbiamo differito delle tasse e abbiamo abbuonato l’Irap. Ci siamo mossi in questa direzione. A me piacerebbero anche due-tre anni fiscali, ma questo creerebbe un grave ammanco. Non ce lo possiamo permettere».
Invece sui prossimi step per i decreti: «Cura Italia è in sede di conversione, Decreto Rilancio confido andrà domani in Gazzetta Ufficiale. I tecnici stanno lavorando, non c’è problema di accordo politico. In queste ore passa al Mef per la bollinatura, poi passerà in Gazzetta Ufficiale, penso già domani». (agg. di Silvana Palazzo)
CONFERENZA STAMPA CONTE: “ORDINAMENTO MERITA MODIFICHE”
Il premier Giuseppe Conte oggi in conferenza stampa ha difeso l’operato del commissario all’emergenza Domenico Arcuri. «Io sono stato in Protezione civile per rendermi conto della situazione. Era impossibile procacciarsi una partita di mascherine, anche solo un ventilatore. Se lei ritiene di poter far meglio, la terrò presente. Scherzi a parte, è stato un impegno faticoso. Non sottovaluterei la qualità del suo operato». A proposito invece del dibattito politico: «Si legge spesso di spallate al governo, a parte il chiacchiericcio dei giochi politici, dobbiamo concentrarci sugli obiettivi che abbiamo davanti. Confidiamo di avere il sostegno di tutte le forze sane del Paese».
Non è mancata la sua solidarietà ai giornalisti dell’Ansa, che sono in sciopero. «Ci sono varie testate in difficoltà, anche loro sono attività imprenditoriali assoggettate alle ristrettezze del momento. Qualche misura l’abbiamo introdotta, ma siamo molto sensibili alla libera informazione».
Ma si è detto anche aperto ad una riflessione sull’ordinamento italiano: «Ci sono delle difficoltà nella gestione delle emergenze. Se non ci fosse stata leale collaborazione tra Stato e Regioni cosa sarebbe accaduto? Questo assetto merita una manutenzione, ma non voglio concentrarmi sulle proposte. Dopo l’emergenza sarà giusto fermarsi a riflettere in modo pacato e sereno con tutte le forze politiche». (agg. di Silvana Palazzo)
CONFERENZA STAMPA CONTE “EMERGENZA PESANTE”
Nella diretta della conferenza stampa di oggi il premier Giuseppe Conte ha annunciato che a giorni partirà la sperimentazione dell’app Immuni per il contact tracing. Inoltre, ha spiegato che dal 25 maggio riapriranno palestre, piscine, centri sportivi, sempre con protocolli di sicurezza. Dal 15 giugno invece teatri, cinema e un ventaglio di offerte a carattere ludico e ricreativo. «Le difficoltà economiche e il disagio sociale non scompariranno. Il decreto Rilancio non potrà essere la soluzione a tutti i problemi economici e sociali, ma stiamo dando una mano a chi deve ripartire. Gettiamo un ponte per contenere l’impatto della crisi. È un’emergenza pesante, ma questo non è il momento di riprendere fiato, non possiamo fermarci. Dobbiamo correre e far correre la nostra economia».
Il presidente del Consiglio ha spiegato che lavorerà ad un decreto semplificazioni e poi in Europa per i nuovi strumenti finanziari per l’emergenza. «Vogliamo rendere rapidi e trasparenti alcuni passaggi per accelerare la crescita economica e sociale. Poi programmeremo interventi di più ampi respiro, investendo sull’Italia che vogliamo: più verde, più digitale e inclusiva». (agg. di Silvana Palazzo)
CONTE “AFFRONTIAMO RISCHIO CALCOLATO”
«Affrontiamo questa Fase 2 con voglia di ricominciare e prudenza», comincia così la conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «I dati sono incoraggianti, non possiamo aspettare vaccino, siamo nella condizione di attraversare questa Fase 2 con fiducia e senso di responsabilità». Il premier ha evidenziato l’importanza del «dialogo con le Regioni e gli enti locali, dovranno assumersi le loro responsabilità». La collaborazione sarà fondamentale per l’applicazione delle regole. «Hanno già elaborato protocolli che insieme alle linee guida serviranno a garantire le condizioni di sicurezza. Stiamo affrontando un rischio calcolato nella consapevolezza che la curva potrà tornare a salire. Ma i nostri principi restano gli stessi. Stiamo affrontando questo rischio e dobbiamo accettarlo, altrimenti non possiamo ripartire».
E quindi ha cominciato a esporre il contenuto del decreto riaperture: «Da lunedì ci si sposterà senza limitazioni all’interno delle regioni, quindi niente autocertificazioni. Si potrà andare dove si vuole. Riprende anche la vita sociale e gli incontri con gli amici, ma resta il divieto di uscire per chi è positivo e in quarantena, ma anche per chi ha sintomi riconducibili al Covid. Resta il divieto di assembramenti. La mascherina va indossata obbligatoriamente in alcuni specifici luoghi, ma raccomandiamo di usarla sempre». (agg. di Silvana Palazzo)
DIRETTA CONFERENZA STAMPA CONTE
Oggi una nuova conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (a poche ore dal varo del Decreto Rilancio) in diretta tv e video. Questa volta per annunciare il nuovo Decreto sulle riaperture che dovrà normare le regole a livello nazionale dal 18 maggio in poi. Dopo il Dcpm 26 aprile che ha disegnato la road map della fase 2 dell’emergenza coronavirus (dal 4 maggio), il passaggio che dovrà avvenire riguarda un altrettanto atteso processo di graduale ritorno alla normalità dopo due mesi di lockdown di ogni attività commerciale di questo Paese, che non riguarda solo gli spostamenti ma anche le riaperture delle attività produttive e dei negozi. Dopo il CdM dove è stato varato il nuovo Decreto quadro da soli 3 articoli, Conte illustrerà le nuove regole sulla fase 2 attraverso la consueta diretta video streaming dai canali di Palazzo Chigi. Dalle indiscrezioni finora emerse, pare che stavolta si terrà con i giornalisti presenti in sala, ovviamente seguendo tutte le norme di sicurezza, a partire dal distanziamento interpersonale. Non ci sono indicazioni precise sull’orario: dovrebbe cominciare dopo le 19.45.
«Siamo stati immersi nel dl, da domani inizieremo a lavorare al nuovo Dpcm perché dobbiamo annunciare le nuove misure che scadono il 18. Ma proporrò ai ministri di adottare un decreto legge: sarebbe la soluzione migliore per coinvolgere più intensamente ancora il Parlamento e dato che siamo usciti dalla forma più acuta penso sia possibile adottare lo strumento del dl», aveva detto solo lo scorso 13 maggio il Presidente del Consiglio dichiarando “conclusa” la stagione dei Dpcm urgenti in materia di emergenza Covid-19 (con maggiore coinvolgimento del Parlamento, come promesso anche dall’ultima informativa del Premier a fine aprile).
Dopo l’incontro risolutivo tra le Regioni e i Ministri Boccia e Speranza, il Governo tira dritto per pubblicare il testo del nuovo Decreto riaperture entro la scadenza del 18 maggio. Si è arrivati ad un accordo per linee guida omogenee, ma le singole Regioni dovranno monitorare l’andamento dell’epidemia e quindi, pur avendo la facoltà di regolare la nuova normalità, dovranno tener conto degli indici di contagio che settimanalmente il Ministero della Salute aggiornerà, perché saranno indicazioni utili per individuare subito i nuovi focolai e procedere eventualmente con limitate e locali eventuali zone rosse.
NUOVO DECRETO RIAPERTURE: LE ANTICIPAZIONI
Quello che finora è emerso dai dati epidemiologici è che il trend del coronavirus è in discesa, con un indice di contagio R0 “basso” in tutte le regioni: salvo che in Lombardia e Molise dove è classificato come “moderato” e dove si guarda con preoccupazione alle prossime settimane. La riapertura di negozi, bar, ristoranti, centri estetici e parrucchieri spetterà dunque alle decisioni delle singole Regioni, a patto di rispettare il “patentino sanitario” che CTS e Ministero Salute diffonderanno (attraverso un complicato algoritmo generato da ben 21 parametri come indice contagio, capienza terapie intensive). Il tema della cautela resterà centrale, come del resto ribadirà il Premier Conte nella conferenza stampa imminente da Palazzo Chigi.
La bozza ufficiale del Decreto “quadro” sulle riaperture prevede tre articoli sostanziali in cui viene normata la fase 2 con scadenza questa volta prorogata molto in là, al 31 luglio: ci si potrà muovere liberamente nella propria regione di residenza, senza alcun limite, mandando così in soffitta l’autocertificazione. Ok agli amici e a tutti i viaggi che si vogliono fare all’interno della propria Regione. Resta tuttavia il divieto di spostamento da una regione all’altra: «Fino al 2 giugno 2020 sono vietati i trasferimenti e gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza», si legge nella bozza.
Dal 3 giugno si potrà di nuovo uscire dalle Regioni anche se «in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree». Saranno poi possibili le modifiche a protocolli Inail, «ma rispettare linee guida sui sicurezza», ha spiegato il Premier Conte alle Regioni nell’ultimo vertice in videoconferenza dove è stata presentata l’ultima bozza ufficiale del Decreto riaperture. «Alle Regioni spetta anche il monitoraggio dell’andamento dell’epidemia e l’invio quotidiano dei dati al ministero della Salute, all’Istituto superiore di sanità e al Comitato tecnico scientifico. Sulla scorta di queste informazioni i governatori potranno introdurre, anche nell’ambito delle attività economiche e produttive svolte nel territorio regionale, misure derogatorie, ampliative o restrittive». Da ultimo, ci sarà lo stop da 5 a 30 giorni per le attività economiche che non si attengono alle misure anti-Covid19. Non è da escludersi varo definitivo del Decreto nella giornata di domenica non appena messo a punto il lavoro congiunto di task force, CTS e Regioni.